Danzando intorno a Vienna
di Emanuele Dominioni
L'Orchestra Giuseppe Verdi di Milano celebra la Vienna danzante di metà '800, con una capatina nel secolo successivo attraverso il Concerto per violoncello di Friedrich Gulda, sotto la direzione dall'esperta Zhang Xian e con il talentuoso solista Andreas Brantelid.
MILANO, 15 gennaio 2017 - Un pubblico abbastanza nutrito ha accolto la compagine meneghina nella seconda data del concerto dedicato all'universo musicale austro-ungarico; è con Franz Von Suppé che si apre la serata, nell'esecuzione dell'ouverture da Eine Morgen, ein Mittag und ein Abend in Wien, brano che ben mette in luce l'ambivalenza dello stile di Suppé: da un lato lo spirito raffinato e intimista di tradizione mitteleuropea, e dall'altro la vivacità e il brio dell'influenza italiana e donizettiana. L'accostamento di questi due caratteri ha giovato alle corde dell'Orchestra Verdi, che ha saputo risaltarne i contrasti coloristici, dinamici e timbrici. Un plauso va al primo violoncello Tobia Scarpolini, raffinato esecutore della bella melodia in Fa minore all'inizio del brano.
Si cambia organico e scenario, e dopo una breve pausa rientra in scena parte della sezione fiati, accompagnata da batteria, chitarra, contrabbasso e dal solista Andreas Brantelid. Giovane violoncellista di ormai affermato talento, il danese Brantelid è da anni impegnato in un'intensa attività concertistica che l'ha visto collaborare con prestigiose figure del mondo musicale europeo. Viene proposto in questa sede il Concerto per violoncello e orchestra di fiati di Friedrich Gulda. Composizione ardita e dissacrante del pianista viennese, può essere ascoltata come un breve prontuario storico della musica occidentale. Nella commistione di generi tanto amata da Gulda, emergono i toni rock anni '80 del primo movimento, accostati a quelli mozartiani e pastorali del secondo, in cui l'utilizzo di strumenti lontani fra loro riesce nell'intento di ricreare una suggestiva unità sonora. Sicura e coinvolgente è la prova di Brantelid, in perfetta sintonia col resto dell'inusuale compagine orchestrale. Segnaliamo qualche eccedenza di volume da parte della batteria nel primo movimento, tale da coprire talvolta gli altri strumenti, compreso il violoncello solista.
Grande successo di pubblico e ripetute chiamate hanno coronato la performance dell'artista danese che ci ha regalato un bis tratto dalla prima Suite per violoncello di Johann Sebastian Bach.
Nella seconda parte del concerto, dedicato ai fratelli Johann ed Eduard Strauss, l'orchestra si svela a organico pieno deliziando la platea con alcune memorabili pagine note anche al grande pubblico.
Dall'ouverture di Die Zigeunerbaron passando per la sinfonia da Die Fledermaus e Bitte schon! Polka, fino al celebre Wiener Blut Walzer (Sangue viennese), la grande perizia interpretativa di Zhang Xian ha saputo illuminare e valorizzare l'elegante scrittura straussiana. Apprezzabile anche il tributo a Eduard, fratello minore della famiglia Strauss, tramite Ohne Aufenthalt, una polka schnell dal carattere leggero e perfetta per il ballo. In grande spolvero soprattutto la sezione degli ottoni, precisa e timbricamente ineccepibile.
Il concerto si chiude sulle note della Marcia di Radezsky, come tradizione vuole.