L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

theresia youth orchestra

Antica gioventù

 di Roberta Pedrotti

I giovani talenti internazionali della Theresia Youth Orchestra a Bologna con un programma dedicato ad Haydn e Boccherini. Sul podio Chiara Banchini, direttore principale con Claudio Astronio e Alfredo Bernardini.

BOLOGNA, 17 maggio 2017 - Largo ai giovani anche nel ciclo Grandi Interpreti di Bologna Festival. Se si tratta della Theresia Youth Orchestra il riconoscimento è meritato, se non altro per il progetto più che ammirevole di un’orchestra giovanile votata alle esecuzioni con strumenti d’epoca di un repertorio prevalentemente concentrato nella seconda metà del XVIII secolo. L’età di riferimento è al di sotto dei trent'anni, ma a guardare questi ragazzi l’impressione è che la media sia ben più bassa, intorno ai venti: sono stati selezionati fra i migliori allievi delle accademie internazionali, eppure appaiono quasi come una classe liceale, il colpo d’occhio tenero e nostalgico si posa sul crinale fra infanzia e adolescenza, visi paffuti, le prime barbe ricciolute, bellezze che sbocciano, personalità che si formano. Fra loro spicca il capo argenteo di Chiara Banchini, primo violino, docente e concertatrice affettuosa e attenta.

Il programma è scelto con saggezza: Haydn e Boccherini, autori che è bene accostare per saggiarne la prossimità storica e stilistica, ma di cui si scelgono pagine non le più celebri e impegnative, sì da non esporre i giovani a sproporzionati confronti e a responsabilità fuori luogo. D’altra parte, non si tratta nemmeno di pagine da prendere alla leggera, e, fra l’ouverture di Armida e la sinfonia n. 89 dell’austriaco e l’ouverture op. 43 con la sinfonia op. 42 dell’italiano, fiati e corno sono ben sollecitati e hanno occasione di mettersi alla prova. Un tipo di prova alla quale abbiamo visto soccombere colleghi di ben altra esperienza, che suscitano altre aspettative e altra severità. In un complesso giovanile dedito allo studio delle difficoltà di strumenti originali ed esecuzioni storicamente informate non si può non segnalare, oltre al promettente talento delle prime parti, la serietà dell’approccio, la ricerca coerente e caparbia nell’articolazione delle arcate, nella modulazione di tempi, dinamiche, equilibri. Si coglie, insomma, la felice impostazione di un percorso, fra concerti masterclass e corsi, sapientemente strutturato per coniugare esperienza, tecnica, competenze filologiche e sensibilità artistica.

I loro sguardi concentrati e i freschi sorrisi dicono già molto di questa solida base da cui è facile immaginare verranno le soddisfazioni di un continuo affinamento.

Il pubblico li accoglie con simpatia e applausi, i ragazzi ricambiano con un bis tratto dalla Sinfonia di Boccherini.


 

 

 
 
 

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