L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Tre volte diciassette

di Roberta Pedrotti

I fratelli armeni Sergey, violino, e Lusine, pianoforte, Khachatryan propongono per Musica Insieme un programma che attraversa tre secoli.

BOLOGNA, 15 novembre 2021 - 1717, 1817, 1917. Il tempo di questo programma, intitolato non a caso Time, è scandito di cent'anni in cent'anni. Bach, poi Schubert, poi Debussy e Respighi. I fratelli Sergey e Lusine Khachatryan non danno prova di eclettismo fine a se stesso, ma tracciano una storia. Prima il violino solo, nella Ciaccona dalla Partita n.2 in re minore BVW 1004, poi il pianoforte si unisce nella Sonata n. 4 in la maggiore D 574 e pian piano comincia a emanciparsi da una concezione ancora di accompagnamento, di continuo a sostegno del canto solista, infine Debussy (Sonata n. 3 in sol minore L 148) e Respighi (Sonata in si minore P 110), con esiti per certi versi opposti, fanno dialogare i due strumenti, portano il piano a esprimersi con decisione anche nel registro grave, con cupa perentorietà. Prima, Sergey trattiene il vibrato, cavando dal suo violino un suono netto e caldo che poi si libera via via, con armonici e colori levigati per Schubert, poi con tutta l'ampiezza di un Novecento alla ricerca di nuove tinte e soluzioni armoniche, senza mai cedere in qualità e intensità. Da parte sua, Lusine è morbidissima nel rievocare l'idea di un pianoforte del primo Ottocento, fra il fortepiano e il salottiero Pleyel, quindi si piega nelle due anime del primo Novecento, nello sviluppo in direzioni diverse di una medesima idea di sviluppo tematico in continua variazione, le esigenze di un contegno cameristico, di un fraseggio soffuso e virtuosistico, talora inaspettatamente perentorio. Da una parte, Debussy, un percorso personale nell'incombere della morte con vitalissime ribellioni, dall'altra, Respighi, la determinata affermazione tecnica di sé.

Il pubblico apprezza sempre più e la serata, apertasi con l'intervento di Lidia Ravera, si chiude felicemente con un fuori programma di Pablo de Sarasate, un'occasione in più per apprezzare il bel colore intenso e il dominio dello strumento di Sergey, la disinvoltura intelligente di Lusine, l'affiatamento dei fratelli Khachatryan.


 

 

 
 
 

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