L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Le ali dell'Albatro

di Roberta Pedrotti

A un anno dalla riapertura dei teatri, Musica Insieme festeggia offrendo ad abbonati e sostenitori un concerto dell'Orchestra della Toscana con Alessandro Cadario sul podio, solisti Lorenza Borrani, Enrico Dindo e Pietro De Maria con la voce recitante di Giovanni Scifoni. Spicca, nel programma, il Concerto dell'Albatro di Giorgio Federico Ghedini.

BOLOGNA, 7 maggio 2022 - È da un anno che i teatri sono riaperti. Si va avanti, a dispetto di chi vive per far polemiche e inventarsi problemi come se non bastassero quelli veri che ci assediano ogni giorno.

Un annetto fa, era il 17 maggio, il cartellone di Musica insieme tornò in presenza di fronte al suo pubblico con l'orchestra dei Pomeriggi Musicali di Milano, Francesca Dego solista, Alessandro Cadario – direttore ospite principale degli stessi Pomeriggi – sul podio. Ora ci si ritrova per ricordare e festeggiare, in una serata che la fondazione bolognese offre ad abbonati e sostenitori, intercettando una piccola tournée di un'altra ICO (Istituzione Concertistica Orchestrale), con altri solisti di prestigio (Lorenza Borrani, violino, Enrico Dindo, violoncello, Pietro De Maria, pianoforte) e il medesimo direttore dello scorso anno.

Il programma è gustoso, fra l'omaggio del bolognese Respighi (al quale la sala del Manzoni è intitolata) al bolognese d'adozione Rossini, un Čajkovskij sempre gradito specie alla vigilia dell'anniversario della nascita, un'autentica rarità che tuttavia proprio qui risulta meno rara del previsto: ricordiamo, infatti, che nel 2019 la rassegna Bologna Modern offrì già l'occasione di ascoltare il Concerto dell'Albatro di Giorgio Federico Ghedini [Bologna, concerto Fisch, 26/10/2019]. La proposta non è meno preziosa, perché la statistica non pende certo a favore del compositore italiano nato nel 1892 e morto nel 1965, per cui l'idea di essere riusciti a “porlo in lista” per ben due volte è senz'altro stuzzicante, oltre che confortante: non si vive solo di inediti e strade arcibattute, ma anche di sana varietà.

Tanto più che, in effetti, il Concerto dell'Albatro risulta anche il pezzo forte della serata, quello più suggestivo e convincente, grazie anche al bell'amalgama dei solisti che sembrano rappresentare in registri e timbri diversi la rifrazione del mistero mistico della natura, la creatura immensa, regale e angelica che appare nella notte sul ponte della nave, lo stesso scafo solitario che fende i flutti sconfinati. La ragione – e il retaggio tonale diatonico – che si confronta con l'indicibile, tanto che l'ultimo movimento deve affidarsi alla sintesi delle parole, la voce recitante di Giovanni Scifoni cui è affidato il testo ispiratore di Melville da Moby Dick. Nulla a che vedere con l'Albatro di Baudelaire, tuttavia l'immagine del poeta che appartiene ad altre dimensioni, che può librarsi alto ed elegante ma costretto a terra è alieno e forse goffo non è così estranea anche al poema di Ghedini, proprio per il suo comporre il racconto in tre voci soliste diverse e unite, sapientemente asimmetriche. L'Orchestra Regionale Toscana offre un bel controcanto nel delineare il sottile orizzonte fra cielo e mare, fra oscurità notturna e candore abbagliante, moto perpetuo come quadro immoto rotto dalla nave e dall'epifania dell'albatro. Parimenti, nella suite Rossiniana di Respighi a colpire di più è il secondo movimento Lamento – Klage – Plainte, in cui l'ispirazione tematica pesarese si sviluppa in atmosfere che sfiorano Bayreuth e San Pietroburgo. I movimenti estremi, più esuberanti, fanno poi il paio con il finale del concerto, quando l'ouverture-fantasia Romeo e Giulietta di Čajkovskij garantisce l'applauso liberatorio.

È splendido essere tornati a teatro e ancor più se si continua a ricordare che non è sempre stato scontato.


 

 

 
 
 

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