Tentazioni sinfoniche
di Vincenza Caserta
A Ljubljana la pianista Violetta Egorova e il Goffriller Quartet affrontano Schumann e Brahms
Ljubljana, 28/07/2023 - Il Festival di Ljubljana, il 28 luglio, l'appuntamento è con la musica da camera e la pianista Violetta Egorova assieme al Quartetto Goffriller, formato da Enzo Ligresti e Giovanni Anastasio ai violini, Alberto Salomon alla viola e Benedetto Munzone al violoncello. Le pagine proposte comprendono il Quintetto Op 44 in mi bemolle maggiore di Schumann e il Quintetto in fa minore Op 34 di Brahms.
Immediatamente l’atmosfera presentata in Schumann è animata dall’entusiasmo tipico di Florestano e non si fa attendere la vena poetica di Eusebio, nel dialogo tra il virtuosismo misurato ed efficace di Egorova e la risposta brillante del quartetto. Le sorprese del panorama fantastico creato da Schumann sono specialmente quelle legate ai contrasti, non solo nelle sonorità, gestite con padronanza e coesione, ma nelle intenzioni: il percorso che gli artisti propongono con coraggiosa temerarietà fa percepire uno Schumann affrontato con il giusto temperamento, pronto al divenire. Non mancano quegli slanci improvvisi e brillanti che arricchiscono con dinamismo spontaneo le varie sezioni ed è evocato in fine Maestro Raro, per contemperare con i suoi flussi di coscienza tutti gli elementi, tra fraseggi che apparirebbero senza di lui come mondi inconciliabili. Nel secondo movimento l’andamento di marcia si trasfigura in qualcosa di profondamente ripiegato su se stesso, in cui sembra che le ombre prevalgano, ricoprendo ogni cosa per poi trasformarsi nel suo opposto. Senza esitazioni, il bellissimo tema successivo prende vita, aprendo le porte a nuovi bagliori. Anche il ritorno al funereo andamento di marcia assume una inedita prospettiva mentre, con piglio quasi istintivo, quest'idea si colora di un’energia nuova sia sulla tastiera sia tra gli archi. Emerge una lettura di Schumann che riesce a carpirne il più nascosto significato, così innovativo e così enigmatico. Egorova sfodera un tocco brillante e grande padronanza tecnica, cui seguono ottime le risposte imbevute di poesia degli archi, in perfetta intesa tra loro e sorprendenti nel suggerirsi spunti sempre nuovi in un crescendo di intensità.
Il Quintetto in fa minore Op 34 di Brahms introduce un’ambientazione completamente diversa, questa volta il sinfonismo non è solo accennato ma diventa il fil rouge che gioca la parte del leone. Il vigoroso primo movimento lascia il posto a un contemplativo procedere in cui diventa importantissimo l’approccio pianistico. Nella voce degli archi Brahms inserisce un cenno di luce e spetta al Quartetto Goffriller intesserla con grazia. Nell’Andante gli accenni più scuri del violoncello porgono la parola alla luminosità degli altri archi, aprendo la prospettiva verso un tenero modo maggiore, cullante e vicino alla poetica dell’ultimo Brahms (quello degli Intermezzi Op 119). Questo brano diventa la rappresentazione della nostalgia, sospesa tra il canto sempre attivo degli archi e la vivace presenza del pianoforte, in contrasto con la suspense creata nel terzo movimento tra le sonorità piene e l’ombra del mistero che pare avanzare rapidamente. Nel finale predominano energia e risolutezza: il Quartetto Goffriller sostiene deciso il pianoforte nell'idea sinfonica così cara a Brahms. Il bis con Oblivion di Piazzolla sorprende ancora, è avvolto in un morbido pianissimo su cui appare vellutato il tema iniziale. La voce dei singoli strumenti ad arco è unita poi con il pianoforte in una nuova cantabilità, espressiva e soffusa. Le caratteristiche musicali di ciascun componente del Quartetto Goffriller e di Egorova si manifestano ancora una volta nelle sfumature di questo riuscitissimo bis, dal sapore quasi onirico. Entusiastici applausi del pubblico per gli artisti.
Vincenza Caserta