L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Passaggio argentino

di Roberta Pedrotti

La Form chiude la stagione primaverile dell'Ente concerti di Pesaro con un concerto da tutto esaurito con solista Richard Galliano.

PESARO, 7 maggio 2024 - La Filarmonica marchigiana si avvia alla chiusura di stagione in un clima festoso. Due sole date – ad Ancona e a Pesaro – sono l'occasione per accogliere come solista Richard Galliano e il tutto esaurito non si fa attendere. Il fascino della fisarmonica imbracciata da un virtuoso dalla vitalità e dal carisma ancora impressionanti, e la seduzione del tango argentino attirano un pubblico vasto, trasversale, entusiasta. E, tuttavia, un programma accattivante riesce a non essere scontato perché nel tracciare la traiettoria fra Parigi e Buenos Aires, fra composizioni di Galliano e di Piazzolla, si evitano tappe che normalmente sembrano obbligate. In breve: niente Libertango, niente Adios noninoMaria de Buenos Aires. Ci sono, è vero, altri pezzi forti (arrangiati da Galliano) come Otoño e Primavera dalle Quatro Estaciones Porteñas e Oblivion, ma nel complesso si evita accuratamente la prevedibile carrellata già impressa nella memoria di ciascuno. Si ascoltano piuttosto Tangazo per orchestra e dello stesso Galliano tre pezzi: Madreperla e Tango pour Claude per fisarmonica e orchestra; il concerto in prima esecuzione assoluta e commissionato dalla Form Il Passaggio per violino, arpa e orchestra. In questo caso il compositore siede attento e sorridente in un palco di proscenio (la storica postazione di Gianfranco Mariotti, per gli storici del Rossini Opera Festival) e alla ribalta troviamo come solisti Alessandro Cervo (spalla stabile che per l'occasione ha ceduto il primo leggio a Gabriele Schiavi) e l'arpista Maria Chiara Fiorucci. Amabile nel suo alternare l'energia esplosiva dell'Allegro con fuoco del primo movimento e del Presto ostinato del terzo con l'Adagio centrale, il concerto affida al violino estremi di esuberante frenesia e soffusa cantabilità, con l'arpa a far quasi da contraltare, pungolo ritmico e complemento.

Sul podio Aram Khacheh, classe 1997, si conferma bacchetta promettente, in grado di relazionarsi con un solista e autore che praticamente si identifica da cinquant'anni in un repertorio così peculiare. L'impulso ritmico e gli equilibri dinamici e agogici assicurano il successo della serata e confermano anche la versatilità dell'orchestra.

Quanto a Galliano, non sembra possa esser nulla da aggiungere se non che dopo mezzo secolo non sembrano in nulla scalfiti lo slancio appassionato e la lucidità tecnica che lo fanno apparire tutt'uno con lo strumento e la sua musica, da interprete come da autore. I bis condivisi con l'orchestra coronano, nell'entusiasmo del pubblico, una serata gioiosa, che chiude in bellezza anche il cartellone dell'Ente concerti pesarese.


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