Sensi ed equilibri
di Roberta Pedrotti
A Parma il Festival Toscanini conferma l'alta qualità dell'annuale concerto in piazza Duomo con un programma wagneriano diretto da Kent Nagano.
PARMA 11 luglio 2024 - La Toscanini è abituata a essere un passo avanti, non solo per bei progetti come la Community music o i Nidi di musica, ma anche per un festival intitolato al direttore eponimo e abituato a giocare d'anticipo, o quantomeno a non allinearsi alla tendenza generale. Nel 2022 aveva dato un aperitivo delle celebrazioni pucciniane con il debutto dell'edizione critica delle Willis (questo il titolo della prima versione delle Villi - leggi la recensione). E oggi, mentre tutti si affollano variamente (omaggi veri, più o meno riusciti, o avvoltoi) sulla memoria del Lucchese, a Parma si guarda a Bayreuth e ai rapporti fra Toscanini e Wagner. C'è anche una tavola rotonda coordinata da Enrico Girardi, nel pomeriggio, che ripercorre, fra questioni estetiche, sociali e politiche, la diffusione dell'opera wagneriana in Italia (Giangiorgio Satragni); la frequentazione del direttore parmigiano (Harvey Sachs); le peculiarità di un'interpretazione che viene spesso polarizzata nel confronto con Furtwängler, ma sfugge in realtà alle schematizzazioni in termini di tempi e fraseggio (Luca Chierici); il dibattito su regie e allestimenti scenici, in cui Toscanini prende una posizione in netto contrasto con il conservatorismo imposto da Cosima e, alla Scala, invita Adolphe Appia a curare Tristano e Isotta (Laura Cosso).
Poi, la sera, in piazza Duomo, gran concerto. Dopo l'incontro che alletta gli specialisti, lo spettacolo che accoglie anche neofiti curiosi, spettatori occasionali che accolgono con attenzione la novità ma soprattutto si ringalluzziscono confortati dalla familiarità allorché, ultimo pezzo in programma, l'orchestra attacca la Cavalcata delle Walkirie.
Il programma wagneriano – formula amata e consacrata da Toscanini – arriva a ribadire l'alto livello dei concerti di punta del festival parmigiano, non un evento nazional popolare pensato per allettare le folle, ma una serata senz'altro accattivante per un pubblico vasto quanto ben strutturata e realizzata, con interpreti d'alto livello. Dopo una Nona di Beethoven nel 2022 con un'amplificazione malriuscita e un Fabio Luisi non esattamente ispirato (leggi la recensione), nel 2023 abbiamo avuto (con sostegno acustico del tutto nuovo e naturale) una bella liaison fra un sofisticato Respighi e la musica francese con Bonato e Antonacci (leggi la recensione), ora è la volta di Kent Nagano, con la partecipazione del contralto Gerhild Romberger per i Wesendonk Lieder in versione orchestrale.
Quando Nagano alza la bacchetta sull'Ouverture e Venusberg da Tannhäuser è subito chiara la visione di un Wagner levigatissimo, che respira nel colore del suono, in superfici traslucide o vellutate, sul confine fra misticismo e una sensualità che già fa presagire aromi decadenti. Complice la classe di Romberger, il ciclo liederistico si raccoglie in un'intelligente intimità poetica, da un lato nel fraseggio nobile e nelle ombreggiature del timbro, dall'altro nelle tinte e nelle trasparenze dell'orchestra.
L'Incantesimo del Venerdì Santo da Parsifal e il Preludio e Liebestod da Tristan und Isolde riconfermano l'ispirata sintesi operata da Nagano nel dualismo fra eros e spiritualità. Una sintesi che, si diceva, non può non guardare al wagnerismo estetizzante fin de siècle, ma pure non indulge in languori ed esasperazioni coloristiche. La tavolozza è ampia e rende la plastica e iridescente teatralità della scrittura senza perdere l'eleganza del rigore, anzi traendo forza proprio dall'intelligenza di una bacchetta che non si ferma alla superficie. Va da sé, dunque, che la Cavalcata finale convinca proprio perché sa fare effetto senza consegnarsi all'effettismo, scatena l'energia propria della scena e non ne cade vittima. Si può raccontare l'impeto epico delle vergini guerriere con coinvolgente entusiasmo e tenersi saggiamente lontani dalle esche di superfici scintillanti o bizzarre. Quello di Nagano è senz'altro un Wagner di grande impatto, ma anche di vera qualità, ben corroborata dalla prova eccellente della Filarmonica Toscanini.
Così, nella calda nottata emiliana, si festeggia insieme un programma à la Toscanini pensato per attrarre i meno esperti e appagare i più scafati.