Immersi nella musica
di Daniele Valersi
L'Orchestra Haydn rende omaggio a Bolzano come Città creativa della musica UNESCO con uno speciale concerto integrato a un nuovo progetto multimediale. Si impone la qualità dell'interpretazione guidata da Alessandro Bonato, direttore ospite dell'istituzione.
BOLZANO, 11 settembre 2024 - Il concerto in forma ridotta mediante il quale l’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento ha reso omaggio a Bolzano, in quanto città musicale creativa UNESCO, si è svolto nell'auditorium cittadino con ottimo esito sul piano interpretativo, anche se con qualche intoppo nella gestione della sala e nella comunicazione con il pubblico. Coerentemente con la positiva disposizione alla creatività che si voleva celebrare, l’evento aveva infatti anche la finalità di sperimentare un’innovativa tecnologia audio e video, che veniva illustrata a grandi linee nel corso del concerto e che richiedeva per tale occasione un utilizzo non convenzionale degli spazi. Colpiva la presenza di numerosi microfoni, più di trenta, tra i leggii degli orchestrali, dove erano stati attivati anche alcuni smartphone per ottenere un complesso di immagini a 360° dell’orchestra in azione. Le esigenze delle riprese hanno motivato anche la compilazione del programma, altrimenti poco consono al ben conosciuto e apprezzato profilo della compagine: venivano eseguiti l’ultimo movimento della Settima Sinfonia di Beethoven e il secondo della Sinfonia La sorpresa di Haydn, spezzoni che ovviamente presentano peculiarità particolarmente confacenti a un esperimento a campione, seguiti da tutta la Sinfonia Italiana di Mendelssohn. Il materiale realizzato con le registrazioni è destinato a un ambiente di realtà virtuale, dove l’ascoltatore potrà vivere un’esperienza totalmente immersiva: nelle intenzioni dei progettisti, che ne prevedono l'implementazione a largo raggio, questa sarebbe la modalità per una nuova esperienza di ascolto e visione delle esecuzioni orchestrali.
In ogni caso, la musica era di qualità sopraffina e la direzione adamantina di Alessandro Bonato esaltava ulteriormente il valore dei brani che fanno parte del repertorio consolidato dell’orchestra: del vertiginoso vortice in cui si risolve la Settima beethoveniana venivano evidenziati il ritmo incalzante, liberatorio e le sonorità brillanti che ne costituiscono il fascino, materializzando quella festa di suoni dionisiaca che conquistò Wagner, culminante nella laconica conclusione preparata da un crescendo inesorabile. All’effetto ottenuto dal giustapporre un’esposizione quasi sonnolenta del tema al repentino fortissimo con il colpo di timpani, nell’Andante della Sinfonia n. 94 di Haydn si va a sommare il grande pregio di una strumentazione magistrale, una meraviglia che si svela progressivamente, variazione dopo variazione, all’insegna della massima raffinatezza, all’apice del sinfonismo haydniano. Altro capolavoro di strumentazione, nonché perfetta espressione del “Romanticismo felice” di Mendelssohn, l’Italiana trovava la sua realizzazione ottimale nella direzione di Bonato, ben corrisposta dalle sezioni strumentali: slancio, spontaneità e brio nel primo movimento disegnato da un gestire incisivo ed energico, che si dipanava poi in elegante espressività nell’Andante con moto, dove ammirevole era la qualità timbrica dei flauti, come pure, nel movimento successivo Con modo moderato lo era quella di corni e fagotti. Quale degno epilogo, il Saltarello si animava di fervore incandescente, celebrando l’apoteosi del ritmo in un episodio di autentico virtuosismo orchestrale.
Un trionfo per Alessandro Bonato, chiamato in scena per diverse volte e una conferma dell’alta qualità interpretativa dell’orchestra; si usciva dalla sala rimuginando sul come potrà risultare la fruizione di un bel concerto sinfonico dall’interno dell’orchestra, immersi in una dimensione di realtà virtuale, una curiosità che a quanto pare sarà presto soddisfatta.