Palloncini colorati
di Irina Sorokina
All'Helikon di Mosca, un allestimento variopinto, giocoso e spensierato del capolavoro di Mozart conquista anche grazie a un'ottima compagnia di canto.
MOSCA, 16 febbraio 2024 - Sembra che i tempi che corrono siano favorevoli al Flauto magico mozartiano. Poco tempo fa lo abbiamo visto al Teatro Filarmonico di Verona e adesso lo troviamo in un luogo tanto diverso dalla città di Romeo e Giulietta, a Mosca, la capitale della Federazione Russa. In un luogo diverso in un allestimento diverso, anzi, diversissimo: cos’è meglio per suscitare curiosità e provare un vero piacere? E poi, si tratta dell’Helikon-Opera, uno dei più interessanti teatri moscoviti. Non si tratta di una première ma nemmeno di una messa in scena dalla barba lunga, lo spettacolo firmato dal regista Il’ya Il’in tra poco entrerà nel suo settimo anno di vita.
Al capo della locandina troviamo il nome di Dmitry Bertman, fondatore dell’Helikon-Opera a cui le idee interessanti non mancano mai, ma proprio mai, quindi possiamo sospettare che nel Flauto magico ci sia un suo zampino: da sempre ama lo scherzo e la provocazione e avere nel cartellone il capolavoro mozartiano legato indissolubilmente al teatro popolare corrisponde perfettamente alla sua personalità. Scorrendo la locandina dell’Helikon colpisce che nella stessa giornata la compagnia si impegni in due recite dell’opera mozartiana, una per bambini, l’altra per adulti. Ovviamente, i bambini seguono lo spettacolo in lingua russa, mentre gli adulti ascoltano i dialoghi in russo e i numeri musicali in tedesco. Questa scelta di alternare la lingua originale a quella del pubblico è stata fatta anche nel recente Flauto magico al Teatro Filarmonico di Verona.
C’è un’altra affinità tra gli allestimenti del capolavoro del genio salisburghese a Verona e a Mosca: le squadre che affrontano la fiaba di Schikaneder-Mozart non si pongono l'obiettivo di scavare fra significati non presenti nel libretto. Il flauto magico è una fiaba e il regista Il’ya Il’in non cerca di appesantirlo, ma crea una sua versione semplicemente coloratissima e simpaticissima.
Ed ecco a noi, grandi e piccoli, il variopinto Flauto magico firmato dal tandem dello scenografo Sergej Kuznecov e della costumista Agnija Sterligova affiancati dalli ght designer Denis Zenjukov, dal video designer Aleksandr Andronov e dal coreografo Aleksabdr Agafonov. Sicuramente, nella sala sotterranea dell’Helikon-opera, unica al mondo, capita qualcuno che ha avuto il suo primo incontro con il capolavoro mozartiano attraverso il film di Ingmar Bergman. Ma, se si aspetta di vedere qualcosa di simile dentro le mura della ex casa della principessa Šakhovskaja, si sbaglia di grosso: l'amato teatrino del castello di Drottingholm cede immediatamente a un moderno luna park in cui i costumi originali e buffi di Saša Frolova trovano una cornice ideale. I colori sgargianti, tali da letteralmente abbagliare la vista, sembrano provenire da uno dei negozi che abbondano lungo la strada statale che da Verona porta al lago di Garda: non mancano il rosa che più kitsch non si può, il giallo pulcino appena nato, il turchese dei salvagenti per bambini, il blu notte delle macchine di lusso e sono presenti gli animali fantastici tipici dei paesi africani, anche loro coloratissimi e gonfiatissimi. Il sorriso dei piccini e degli adulti è garantito, e su tutte le bestie vince il drago che perseguita Tamino nella scena d’apertura dell’opera, dotato di rotelline. Anche la Regina della Notte c’entra un po’ col mondo animale visto che somiglia a una piovra, mentre Sarastro nel suo regno non tiene bestie, preferendo dei meccanici robot.
L’allestimento bizzarro cattura la vista e l’esecuzione musicale sembra scorrere velocemente senza trascurare del tutto gli aspetti profondamente lirici della partitura. Felicemente, tutto questo ambaradam a volte si prende una pausa lasciando lo spazio alla musica pura e al canto puro: l’occhio riposa, l’orecchio gioisce.
Ci si aspetta sempre una messa in scena originale se non bizzarra all’Helikon-Opera, ma stavolta la compagnia più provocatoria della capitale russa presenta un cast incredibilmente brillante in cui tutti, ma proprio tutti hanno dei titoli che sono ancora in uso nella Federazione Russa (usanza ereditata dall’Impero Russo, dove gli artisti più distinti erano definiti Artista Emerito dei Teatri Imperiali). Se non sono Artisti Emeriti, sono comunque i vincitori dei concorsi internazionali, tutti, anche le interpreti delle tre dame. Parlando del cast, ricordiamo anche le qualifiche di ogni artista perché è giusto che i lettori sappiano che si tratta di interpreti rinomati.
E sono rinomati giustamente. Personalmente siamo rimasti sorpresi del fatto che la compagnia di un teatro che si reputa prima di tutto “di regia”, dove l’opera di Dmitry Bertman viene prima di ogni cosa, vanti delle voci così belle e affascinanti, nessuno escluso. David Posulikhin è il dolce e determinato Tamino, in possesso di un timbro tenorile incantevole come di linea del canto e chiaroscuri raffinatissimi. Dmitry Černov è un Papageno che gioca la carta di una simpatia unica e di una semplicità disarmante, ma non è per nulla stupidotto, anzi :dona al personaggio un tocco di nobiltà che si rispecchia nella voce piena e ben affinata. Sof’ja Cygankova,è dotata di un timbro sopranile morbido e pulito e disegna una Pamina affascinante, molto femminile, nel fiore della gioventù. Ed eccoci arrivati alla Regina della Notte, impersonata da Aleksandra Sokolova: una macchina da guerra per quanto riguarda le cascate di fioriture mozartiane, ma capace degli sfoghi lirici di una madre affettuosa. Aleksandr Kiselev è un Sarastro piuttosto giovane e attraente, dalla voce ampia e dall’emissione morbidissima. Elena Semenova è una Papagena dolce e civettuola, per la cui voce vale l’espressione russa “le perle sul velluto”. Vadim Zaplečny è un Monostatos spaventoso e divertente e nella sua aria dà una vera lezione di canto e di dizione. È difficile crederci, ma come tutti gli artisti già citati, pure due delle tre dame, Julia Ščerbakova e Julia Nikanorova, sono vincitrici di concorsi di canto internazionali, mentre la terza, Natal'ja Zagorinskaja, primadonna dell'Helikon-Opera, porta il fiero titolo di Artista del Popolo della Federazione Russa. Completano il brillante cast Aleksej Yegorov (Oratore, secondo sacerdote e primo armigero), Nikolaj Melikov (primo sacerdote e secondo armigero) e tre fanciulle dalle voci cristalline, Aleksandra Dubinina, Žanna Klimova, Alina Pestova (all'Helikon-Opera le parti dei tre geni sono affidate a delle ragazze).
Sul podio troviamo il direttore principale dell'Helikon-Opera Valerij Kir'janov, una figura poliedrica, indispensabile per un teatro vivacissimo e provocatorio come questo. Non si propone letture intellettualistiche, ma, col suo gesto chiaro, si limita semplicemente di tenere bene le redini dell'orchestra, che sfoggia suono molto pulito e brilla per il senso del ritmo. Alla fine, è proprio questo che ci vuole per questo Flauto magico gonfiato e colorato.