Moderno Schiaccianoci
di Michele Olivieri
L’emergenza sanitaria ci ha imposto un nuovo comportamento. Non si può andare a teatro ma questo non significa sospendere ogni attività e non coltivare più gli interessi, bisogna solo fruirne in maniera differente. Grazie al web importanti propostea arrivano direttamente a casa dando una mano alla cultura e un senso di aiuto per ciascuno di noi. Sul canale web de Les Ballets de Monte-Carlo è stata visibile la versione dello Schiaccianoci di Jean-Christophe Maillot.
MONTECARLO, aprile 2020 – Jean-Christophe Maillot ci ha offerto con il suo Casse-Noisette Compagnie una versione personale e luminosa dello Schiaccianoci, in chiave funambolica. Questo titolo del grande repertorio classico accademico risulta nel mondo uno dei balletti più rappresentati, e la versione presentata dalla sempre rigorosa compagnia del Ballet de Monte Carlo appare particolarmente divertente, senza tralasciare quei momenti chiave costruiti sulle emozioni. Uno Schiaccianoci moderno che riesce a combinare l’arte coreutica con alcune estetiche circensi, lasciando però predominanti quelle della danza. La scena stilisticamente è attraente, con un’entrata dal backstage sulla passerella (quella che tanto ha dato fortuna alla rivista italiana) nel prolungamento del palcoscenico. La narrazione originale della celebre storia tratta dal racconto Schiaccianoci e il re dei topi di Ernst Theodor Amadeus, che nella versione commissionata dal direttore dei Teatri Imperiali Russi nel 1816 fu edulcorata da Alexandre Dumas padre con Storia di uno schiaccianoci, qui rimane riconoscibile nella sua identità malgrado i modernismi introdotti e il cambio del titolo. La casa degli Stahlbaum diventa lo studio di una compagnia di balletto con le sue gare, rivalità, competizioni e tresche ad evocare simbolicamente la battaglia dei giocattoli. La coreografia è spumeggiante, appagata da virtuosismi tecnici per un allestimento complesso, che sicuramente non incontrerà i gusti di tutti, ma che gode di uno stile ampio dalla danza classica passando per quella moderna estrema di matrice espressionista, permettendo così inedite prospettive.
In Casse-Noisette Compagnie il coreografo francese rimuove l’elemento natalizio lasciando spazio alla giovane Marie la quale si addormenta sfogliando un libro, e il balletto prende vita nel suo sogno sotto forma di una festa per bambini animata dall’intrattenimento di un circo, nel valido apporto scenografico di Alain Lagarde, dei costumi di Philippe Guillotel, delle luci di Dominique Drillot e dalla consulenza drammaturgica di Jean Rouaud. La prima andò in scena il 26 dicembre del 2013 al Grimaldi Forum di Monaco per il ventesimo anniversario di Jean-Christophe Maillot alla direzione del Balle de Monte-Carlo” (compagnia di danza classica fondata nel 1985 dalla Principessa Caroline di Hannover secondo i desideri di sua madre, la Principessa Grace). Il ruolo di Drosselmeier curiosamente è separato in una parte maschile ed una femminile, chiamata Drossel e Meier, trasformandolo in due personaggi ben distinti. Apprezzabile l’esplosione continua di colori che pone il circo in sostituzione alle tradizionali danze di carattere (pur usando buona parte della musica originale) mostrando al partecipe pubblico articolate acrobazie e giocolerie di gran gusto. La musica di Čajkovskij è suonata in maniera pulita e brillante, sebbene abbreviata e incorporata nelle pagine firmate da Bertrand Maillot. La partecipazione straordinaria, con le poetiche performance dei principal dancer russi ospiti, Olga Smirnova e Artem Ovcharenko (il Nureyev del recente film The White Crow), arricchisce le già fulgide maestranze date dall’Orchestre Philharmonique de Monte-Carlo diretta da Nicolas Brochot e dalla presenza degli allievi dell’Académie Princesse Grace. La compagnia di Maillot, di ottimo livello esecutivo, conosce perfettamente il suo lavoro e lui a sua volta comprende e sostiene i loro singoli punti di forza, dando un risultato di unità e coesione che fa risaltare il “teatro nel teatro”. Casse-Noisette Compagnie non è certamente il classico spettacolo per bambini, contenendo espliciti riferimenti alla sessualità, pur apparendo dall’inizio al gran finale una produzione deliziosa, fresca e scintillante dove trovano spazio guitti, artisti di strada, l’omaggio al celebre festival del Circo di Montecarlo, una Clara con gli occhiali, una foto di Nijinsky, la lezione alla sbarra, i camerini a vista, il rituale del riscaldamento in sala danza, il teatro delle marionette e dei burattini, i ballerini maschi sulle punte, i grandi bauli dei costumi a ricordare Cendrillon, Roméo et Juliette, La belle per ritrovarsi festosamente in chiusura in pista sulle evoluzioni di tutti gli artisti fuoriusciti dal sipario di antica memoria circense (e felliniana). L’apoteosi del sogno classico accademico lo ritroviamo nel leggiadro passo a due inglobato da un movimento vorticoso ed intenso della seta che risucchia il sogno e restituisce la realtà, passando prima dal fantastico viaggio invernale del Valzer dei fiocchi di neve al pari dei pensieri che vanno, e vengono!