Allegoria fantastica
di Michele Olivieri
L’emergenza sanitaria ci ha imposto un nuovo comportamento. Non si può andare a teatro ma questo non significa sospendere ogni attività e non coltivare più gli interessi, bisogna solo fruirne in maniera differente. Grazie al web importanti proposte arrivano direttamente a casa dando una mano alla cultura e un senso di aiuto per ciascuno di noi. Su Rai 5 dal Teatro degli Arcimboldi di Milano è andato in onda il balletto Excelsior di Ugo Dell’Ara per il Corpo di Ballo della Scala.
Per non risultare del tutto didattico, il grande ballo di Manzotti-Marenco alterna le scene tipiche della pantomima a monumentali quadri allegorici con numerosissimi artisti in scena, tra danze corali, passi a due ed assoli. Il filo conduttore è ben noto, lo scontro tra la Luce e l’Oscurantismo fanno da sfondo alla storica rivisitazione di Crivelli, Dell’Ara, Carpi e Coltellacci sottolineando al meglio i simbolismi e l’emblematico figurale (a tratti di tessuto fantasioso) che hanno come completamento il trionfo della Civiltà a beneficio dell’Umanità. Produzione concepita nel 1881, debuttò alla Scala in occasione dell’Esposizione Nazionale che proiettò la città meneghina in un’Italia da poco unificata con in scena nomi storici, tra cui Bice Vergani (Luce), Carlo Montanara (Tenebre), Rosina Viale (Civiltà), Carlo Coppi (Dionisio Papin), Angelo Cuccoli (Alessandro Volta), Razzani, Geninazzi, Coppini, Bartolini, May, Hofschuller, Radice, Balbiani, Vismara.
Il balletto venne poi ripreso nel 1967 in una nuova edizione riproposta, sempre alla Scala, e dal 1974 l’allestimento è rimasto ad oggi invariato entrando nel repertorio scaligero e trasmesso oggi, con la regia televisiva di Tina Protasoni, da Rai Cultura sul canale Rai5, nella produzione andata in scena al Teatro degli Arcimboldi di Milano per la stagione della Scala nel 2002. Due tempi e undici quadri, con centocinquanta artisti, grande impiego di mezzi e addetti per una colossale messa in scena. Ugo Dell’Ara lascia scorgere indistintamente la naturalezza d’espressione in ogni episodio proposto, dando risalto ai singoli talenti tersicorei (tra i molteplici, da citare per importanza e bravura Roberto Bolle nel ruolo dello Schiavo, Isabel Seabra nel ruolo della Civiltà e Marta Romagna nel ruolo della Luce) permettendo così un alleggerimento all’austera esposizione. Il risultato, anche in versione streaming, è quello di un successo per ricchezza ed ingegnosità produttiva a partire dai costumi di variegata fattura, al meccanismo funzionale, e agli interpreti all’altezza del loro compito. Un plauso è indirizzato ai giovani allievi della Scuola di ballo dell’Accademia Teatro alla Scala, ben impostati e calibrati nei loro piccoli ruoli. Da menzionare i suggestivi e coinvolgenti Galop (danze dal ritmo assai vivace, diffuse in Francia nel secolo XIX) trasposti in palcoscenico in coreografie vivide, dal movimento travolgente.
Excelsior ha stupito nuovamente per la sua partitura sia musicale sia coreografica, e per i contenuti letterari teatrali aderenti allo spirito dell’epoca, con quel senso della scoperta, dei conflitti e della fratellanza tra i popoli, nella celebrazione del progresso scientifico e dell’avanzamento tecnologico. Dinamica la direzione di David Coleman per l’Orchestra scaligera. La regia di Filippo Crivelli ha saputo calibrare le corrispondenze tra forme e posizioni. Excelsior è da enucleare tra i più grandi successi del balletto italiano con all’attivo numerosissime repliche e rappresentazioni nel tempo, avvalendosi di grandi nomi in scena nei diversi cast. Il progresso tecnologico avvenuto nel XIX secolo (il battello a vapore inventato da Denis Papin, la pila di Alessandro Volta, il piroscafo, la lampadina di Thomas Edison, il telegrafo, il canale di Suez per finire con il traforo del Moncenisio) si costituisce sull’idea del trionfo scientifico, terminando con un articolato pas de deux dove la creanza libera la schiavitù, dando vita ad un elogio glorificante.
La rappresentazione è imponente, undici quadri ricchi di effetti speciali, in cui lo spirito patriottico va di pari passo all’innalzamento culturale. La coreografia trova quella rappresentativa usanza di creare i balli con i tondi, le regolarità di linee e i contorni, le file, e le diagonali, tra abilità ginniche infondendo maggiore valore all’evoluzione del mutamento trasmesso alle generazioni successive nel tema portante.