L’Ape musicale

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babbelisch al massimo di palermo

Presentazione compagnia Teatrialchemici

La compagnia TEATRIALCHEMICI nasce a Palermo nel 2005, dall’incontro di Luigi Di Gangi e Ugo Giacomazzi, artisti siciliani provenienti da formazioni diverse che si riconoscono nel desiderio di intraprendere una ricerca teatrale legata alla sperimentazione del linguaggio. Ugo Giacomazzi si è formato alla scuola del Piccolo lavorando in seguito con Gabriele Lavia, Giorgio Albertazzi, Serena Sinigaglia, Emma Dante, Davide Enia. Luigi Di Gangi, diplomato al Teates di Michele Perriera, tra i fondatori della BandaTeatraleMontevergini di Carlos Riboty, da sempre impegnato in iniziative di teatro sociale con bambini, adolescenti a rischio, carcerati, ha lavorato con Claudio Collovà, Emma Dante, Davide Enia.

Da dieci anni la compagnia promuove a Palermo il “Progetto Dada”, un contesto di attività teatrali rivolte a persone disabili, riconosciuto dall’Assessorato Regionale al Turismo, Sport e Spettacolo che comprende la realizzazione di un laboratorio della durata di 9 mesi e altre attività collaterali. Nel 2007 la compagnia “dada” ha portato in scena FuFùll, vincendo il Premio “Il Teatro che verrà- in memoria di Vicent Schiavelli”. Oggi la compagnia dada è formata da 10 ragazzi down e da 3 attori non professionisti che da sempre ne condividono il percorso e che si alternano a seconda dei progetti.

Note a Progetto DADA

“Quando abbiamo cominciato a lavorare con i ragazzi Down, non pensavamo che un percorso laboratoriale ci avrebbe portato all’ispirazione per un lavoro “serio” e professionale. Con i nostri ragazzi dobbiamo necessariamente essere “giullari”, sempre sopra le righe, diventare anche noi un po’ dada), questo mettersi in gioco in prima persona ci ha permesso di costruire un percorso guidato sì da fuori, ma vissuto sorprendentemente anche dall’interno. Da qui la scelta di metterli alla prova come attori professionisti e di interagire con loro da colleghi più che da operatori.

La bellezza del lavoro è che sempre mancheranno dei pezzi e che sempre quelli esistenti possono essere sostituiti, perché ingredienti fondamentali del gioco sono l’imprevedibilità e il pericolo costante, come se camminassimo sempre su una fune”.


 

 

 
 
 

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