Barocco senza confini
di Giuliana Dal Piaz
Per la prima volta a Toronto e in Canada, la violinista italiana Elisa Citterio - che forma stabilmente parte dell'Orchestra del Teatro a La Scala - dirigerà la Tafelmusik Baroque Orchestra nel concerto Baroque Masters, in programma presso il Trinity-St. Paul's Center dal 5 all'8 novembre.
Incontriamo la musicista, arrivata dall'Italia da meno di 48 ore.
Elisa, benvenuta a Toronto! È la sua prima volta in Canada, vero?
In realtà è la mia prima volta in Nordamerica, se si esclude una brevissima esibizione a Washington diversi anni fa, mentre sono stata in vari paesi del Sudamerica, con l'Accademia Bizantina e con l'Orchestra della Scala.
Lei viene da una famiglia bresciana di musicisti, vero?
Sì, ma ho una madre - vero elemento musicale della famiglia- napoletana, e noi quattro figli siamo cresciuti con la musica che lei ascoltava, suonava al piano e componeva. Tra l'altro, io sono l'unica che non compone, le mie sorelle e mio fratello compongono musica oltre ad eseguirla.
Il provenire da una famiglia "musicale" è stato certamente importante per la sua formazione...
Determinante. Come i bambini imparano facilmente una lingua straniera per imitazione, così la musica ascoltata fin da piccoli determina l'amore per la musica e porta poi all'imitazione, con la pratica di uno o più strumenti.
Lei ha fatto parte, tra gli altri ensemble, anche dell'Accademia Bizantina. Direbbe che tale ensemble è un po' l'equivalente italiano della Tafelmusik Baroque Orchestra?
Sono entrambi due ensemble con forte personalità ed eccezionale qualità. Ma Accademia Bizantina ha una struttura lavorativa più libera e i musicisti si riuniscono per l'occasione dei concerti o delle registrazioni. A causa della crisi economica e della scarsa partecipazione economica negli ambiti dell'arte e della cultura, talvolta può trascorrere anche un mese o più senza attività. Tafelmusik al contrario si giova di una forte copertura economica che ne consente un'attività continuativa nel corso dell'anno.
Che cosa significa che, nei concerti "Baroque Masters", lei sia violino solista e diriga anche la Tafelmusik Orchestra?
In epoca barocca, non esisteva la figura del direttore d'orchestra. Dirigevano i concerti o il primo violino o il clavicembalista. E anche in presenza del cembalo-direttore, il primo violino aveva comunque un ruolo molto importante: chi suona il clavicembalo, infatti, è in una posizione fissa, con entrambe le mani occupate, ha quindi una possibilità molto limitata di dare indicazioni agli altri strumenti. Nell'invitarmi in qualità di primo violino solista, Tafelmusik mi dà automaticamente l'incarico di dirigere l'ensemble.
È lei ad aver scelto il programma che presenterà?
Di fatto sì, nel senso che la Tafelmusik mi ha chiesto di proporre alcuni possibili programmi (tra i quali anche uno che includesse una voce - successivamente si è rinunciato al progetto di inserire un cantante). Tra quelli che ho proposto, l'orchestra ha scelto in particolare questo programma, che dà un buon panorama delle composizioni d'epoca barocca. Tra l'altro, è la prima volta in assoluto che la Tafelmusik esegue un brano di Muffat...
Qualche commento sul programma che eseguirà?
È un programma che, da un lato, esplora i tre stili fondamentali del periodo barocco, quello italiano, quello francese e quello tedesco. Vi sono dei sottili collegamenti tra i vari brani e tra i sei compositori; cinque di loro erano violinisti; Corelli, in particolare, è stato un caposcuola anche per artisti come Locatelli e Vivaldi. Il programma comprende poi le tre principali forme strumentali d'epoca barocca: l'ouverture di stile francese, il concerto grosso e il concerto per strumento solo. Mi sembra importante il fatto che i vari compositori si influenzassero reciprocamente tra loro: Muffat, ad esempio, fu tra i primi a portare in Germania il concerto grosso italiano e l'ouverture francese.
Mi sembra che lei voglia trasmetterci con questo programma un concetto preciso, che non è solo storiografico...
Vero: mi sembra fondamentale sottolineare l'interazione che esisteva allora tra culture e compositori differenti. Penso al giovane Bach che faceva 400 chilometri a piedi per andare ad ascoltare Buxtehude... L'Europa barocca era davvero un unicum musicale in cui non esistevano barriere.
Lei si dichiara particolarmente entusiasta della possibilità di presentarsi a Toronto con la Tafelmusik. Può dirci perché?
La Tafelmusik Baroque Orchestra è famosa non solo in Nordamerica, ma anche in Europa. Ha anche recentemente presentato - con Opera Atelier - un Lucio Silla di Mozart alla Scala. Ne avevo comunque già sentito ripetutamente parlare da colleghi come Stefano Montanari, Alberto e Cecilia Bernardini e soprattutto da Stefano Marcocchi, che suona stabilmente con la Tafelmusik. Si tratta quindi per me di un'occasione molto importante dal punto di vista professionale e di un'esperienza personale interessantissima.
Vorrei inoltre sottolineare due aspetti: pur essendo una struttura stabile che porta avanti da decenni un discorso coerente, la Tafelmusik riesce comunque a proporre costantemente delle novità, senza timore di commistioni di idee (penso per esempio al bellissimo "Progetto Galileo" di qualche anno fa); mi ha piacevolmente sorpreso l'efficienza organizzativa nella preparazione di un progetto e nella sua presentazione al pubblico. Per dei concerti che hanno luogo in novembre, mi è stato chiesto di far avere tutte le partiture dei vari brani, complete di indicazioni, entro il mese di agosto. In Italia solo le strutture molto importanti come La Scala dispongono di un vero e proprio apparato organizzativo attorno ad ogni evento, ed anche così riescono in un certo senso a "improvvisare" e a lasciare molti dettagli per l'ultimo minuto...
Grazie, Elisa, speriamo di averla spesso a Toronto con Tafelmusik!