L’Ape musicale

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Le opere donizettiane del 2016

Olivo e Pasquale

Presentata come prima opera del carnevale 1827, prosegue la collaborazione di Donizetti col librettista Iacopo Ferretti, e con i cartelloni del Teatro Valle di Roma, avviata con L'aio nell'imbarazzo (1824). Anch'essa commedia 'd'interno', stavolta borghese (derivata da una pièce di Sografi), quasi nella tradizione goldoniana, è però ugualmente arricchita di moderni ingredienti del repertorio francese larmoyant: in questo caso un doppio suicidio simulato per impietosire un padre tirannico. È un ulteriore esempio dello stile comico donizettiano degli anni '20, di derivazione rossiniana ma che ha già imboccato nuove strade. A Bergamo 2016 Verrà presentata la versione dell'autunno 1827, realizzata per il Teatro Nuovo di Napoli sotto la supervisione di Donizetti stesso. Ricostruita per quest'occasione da Maria Chiara Bertieri, l'Olivo napoletano alterna dialoghi parlati e 'numeri' cantanti, alla maniera dell'opéra-comique (come già Don Gregorio, L'aio napoletano), traduce in dialetto la parte di Pasquale, muta in tenore la parte dell'amoroso (soprano in abiti maschili, a Roma), modifica qualche 'numero'.

Rosmonda d'Inghilterra

Andata in scena al Teatro della Pergola a Firenze nella quaresima 1834, questo "melodramma serio" del librettista Felice Romani, ambientato nell'Inghilterra medievale, ha un soggetto il cui nucleo centrale ricorda quello di Anna Bolena. Virato com'è su tinte forti e situazioni perfino truci, esemplifica bene il recente interesse di Donizetti per una teatralità (romantica) fatta di gesti esasperati e violenti. Proprio il confronto con la Bolena andata recentemente in scena a Bergamo nella sua veste integrale, consentirà di verificare appieno il mutamento di rotta del teatro serio donizettiano agli inizi degli anni '30. Con questo titolo, presentato secondo la revisione sull'autografo realizzata da Alberto Sonzogni per conto della Fondazione Donizetti, prende avvio il Progetto "Donizetti e Firenze", che si propone di mettere a fuoco il rapporto del compositore bergamasco coi teatri e l'ambiente toscano.


 

 

 
 
 

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