Shokhakimov dirige Šostakovič e Casella
Giovedì 2 novembre alle ore 20 al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino il secondo concerto della Stagione sinfonica 2017/18. In programma la sinfonia n.8 in do minore di Dmitrij Šostakovič e, di Alfredo Casella, la suite in do maggiore op.13 À Jean Huré. Sul podio dell’orchestra del Maggio, il maestro Aziz Shokhakimov.
Firenze 31 ottobre 2017 - Il Maggio Musicale Fiorentino, per il ciclo integrale delle quindici sinfonie di Šostakovič, invita sul podio il 2 novembre, alle ore 20, per dirigere l’Orchestra del Maggio il maestro Aziz Shokhakimov; il programma comprende la Sinfonia n.8 in do minore e, di Alfredo Casella, la suite in do maggiore op.13 À Jean Huré. Il ciclo sinfonico integrale sostakoviciano iniziato lo scorso 28 ottobre con il concerto diretto dal maestro Vladimir Fedoseev che ha riscosso un grande successo da parte del pubblico, si concluderà coi due concerti diretti dal maestro Zubin Mehta il 28 e 30 giugno 2018 nell’ambito del 81° Festival del Maggio.
La sinfonia n.8, in cinque movimenti come la 9 e la 13, è stata composta da Šostakovič nel 1943 ed eseguita per la prima volta a Mosca nella Sala Grande del Conservatorio il 4 novembre dello stesso anno dove fu accolta con dissensi (in patria si era accusata l’opera di non avere un finale trionfale e l’autore, addirittura, di essere “psicolabile”), cosa che non accadde fuori dai confini russi e fu eseguita per la prima volta a Firenze al Comunale nel 1947; è stata diretta l’ultima volta al Maggio da Juraj Valhčua nel 2016.
Šostakovič nell’estate del ’43 scartò quella che era la sua proposizione iniziale di applicarsi alla scrittura di un Oratorio, per elaborare una pagina strumentale di grandi proporzioni: l’Ottava sinfonia op.65. Nessuna grande pagina di Šostakovič venne composta con la rapidità dell’Ottava sinfonia: solo due mesi circa. La scrittura di getto è testimoniata dalla grafia affrettata dell’autografo, come affermano i musicologi sovietici. L’Ottava è fra le pagine più lugubri e pessimistiche dell’autore, è un lavoro che esprime volontà di sopravvivenza e resistenza, ma anche raggelato dolore e catastrofe; l’autore stesso la definisce anche “un’epitome di quei tempi difficili”. È spesso interpretata dai critici musicali come un requiem per i caduti della guerra in corso.
Dedicata alla poliedrica figura del pianista, organista, musicologo e teorico francese Jean Huré, La Suite op. 13 di Alfredo Casella è un imponente lavoro orchestrale che fu composto tra il 1909 e il 1910, e fu edito dall’Universal Edition nel 1911. Appartiene quindi al periodo parigino del ventenne Casella, e agli anni in cui svolse attività di segretario artistico dei Concerts Lamoureux. In questa veste si adoperò perché Gustav Mahler portasse a Parigi la sua Seconda Sinfonia; il che avvenne nell’aprile del 1910. Casella si prodigò alla spasimo per garantire il pieno successo a Mahler e alla sua musica. L’orma di Mahler è ben visibile in questa composizione di Casella, a cominciare dal gigantismo orchestrale ma ancor più da vere e proprie quasi-citazioni dalla Prima Sinfonia, come le fanfare, qui dei corni, in Mahler delle trombe, nel Lento introduttivo. Casella inoltre, nei suoi interventi sui giornali parigini, aveva evidenziato come nella Seconda Sinfonia di Mahler agisca un percorso entusiasmante verso la gioia. Con mezzi diversi (nella Suite non c’è il coro), l’op. 13 di Casella si prefigge lo stesso scopo.
La Suite fu eseguita per la prima e unica volta a Firenze nel 1962 quando fu diretta da Bruno Bartoletti.
Aziz Shokhakimov
Nato nel 1988 a Tashkent (Uzbekistan), a sei anni è ammesso alla Uspenskij, scuola per bambini di grande talento musicale, dove impara a suonare il violino e la viola. Successivamente studia direzione sotto la guida di Vladimir Neymer. A soli 13 anni debutta come direttore d’orchestra sul podio dell’Orchestra Sinfonica Nazionale dell’Uzbekistan, dirigendo la Quinta sinfonia di Beethoven e il Primo concerto per pianoforte di Liszt: soltanto un anno dopo dirige per la prima volta Carmenall’Opera Nazionale Uzbeka. Sempre tredicenne, nel 2001 è nominato assistente direttore dell’Orchestra Sinfonica Nazionale dell’Uzbekistan, di cui è direttore principale dal 2006. Aziz Shokhakimov attira su di sé l´attenzione del mondo musicale nel 2010, vincendo a soli 21 anni il secondo premio al Concorso Internazionale per direttori d’orchestra Gustav Mahler, indetto dai Bamberger Symphoniker: da questo momento riceve numerosi inviti da
prestigiose orchestre internazionali e debutta con la Sächsischen Staatskapelle Dresden, la Kammerphilharmonie Bremen, i Düsseldorfer Symphonikern, la Radio-Sinfonieorchester Stuttgart, la HRSinfonieorchester, i Dresdner Philharmonikern, la Tonkünstlerorchester Niederösterreich, l’Orchestra Philharmonique de Strasbourg in Francia, l’Orchestre Philharmonique de Monte-Carlo, la London Philharmonic Orchestra, la Filarmonica del Teatro Comunale di
Bologna e l’Orchestra Filarmonica della Fenice, la Sinfonia Varsovia in Polonia, e con la Houston Symphony Orchestra, la Pacific Symphony e l’Oregon Symphony Orchestra negli Stati Uniti d´America.
Parallelamente al repertorio sinfonico, Aziz Shokhakimov è molto attivo anche in ambito operistico: nella stagione 2013/14 dirige Evgenij Onegin di Čajkovskij al Comunale di Bologna; quindi, dopo aver diretto una recita di Carmen alla Deutsche Oper am Rhein, ne viene nominato Kapellmeister a partire dalla stagione 2015/16 e vi dirige varie opere tra cui Aida, Les Contes d’Hoffmann e Rigoletto. Nel maggio 2016, tra più di 100 candidati, Aziz Shokhakimov vince il primo premio al Nestlé and Salzburg Festival Young Conductors Award 2016.
Prezzi:
Platea 1: € 35/ Platea 2:€ 30/Platea 3: € 25/ Platea 4: € 20/
Palchi: € 18/ Galleria: € 15/ Visibilità limitata: € 10/ Solo ascolto: € 5
La biglietteria è aperta dal lunedì al sabato dalle 10 alle 18.