Omaggio a Rossini con i giovani dell'Opera di Roma
Il concerto del Teatro dell’Opera di Roma
a San Lorenzo in Damaso con la
“Petite messe solennelle” di Rossini
Venerdì 16 marzo alle 20, nella basilica parrocchiale di piazza della Cancelleria, la serata omaggio al compositore di Pesaro, nel 150° della morte. Il concerto a ingresso libero sancirà l’inizio ufficiale delle attività del neonato Ufficio incaricato per la cultura e l’università della diocesi di Roma diretto da monsignor Andrea Lonardo, che introdurrà l’esecuzione musicale insieme a Lucia Bonifaci, collaboratrice del Dipartimento di Didattica e Formazione del Teatro dell’Opera. Nell’occasione il Coro del Teatro dell’Opera e i solisti di “Fabbrica” Young Artist Program saranno diretti dal maestro Carlo Donadio
Il neonato Ufficio del Vicariato di Roma incaricato per la cultura e l’università della diocesi di Roma vara l’inizio ufficiale delle sue attività con un concerto a ingresso libero, venerdì 16 marzo alle ore 20 nella basilica parrocchiale di San Lorenzo in Damaso (piazza della Cancelleria 1), che sancisce anche la ripresa della collaborazione con il Teatro dell’Opera di Roma.
Il programma della serata, omaggio a Gioachino Rossini a 150 anni dalla morte, prevede l’esecuzione della “Petite messe solennelle” da parte del coro del Teatro dell’Opera di Roma e dei talenti di “Fabbrica” Young Artist Program con protagonisti nei ruoli solisti: Lai Ling Kwong (soprano), Sara Rocchi (mezzosoprano), Domenico Pellicola (tenore) e Andrii Ganchuk (baritono). Al pianoforte ci saranno Susanna Piermartiri ed Elena Burova, all’harmonium Lochlan James Brown. A dirigerli, il maestro Carlo Donadio.
Il concerto sarà introdotto da monsignor Andrea Lonardo, direttore del nuovo Ufficio diocesano incaricato per i rapporti con il mondo della cultura e dell’università, e da Lucia Bonifaci, collaboratrice del Dipartimento di Didattica e Formazione del Teatro dell’Opera, che offriranno al pubblico una doppia chiave di lettura del brano, spirituale e musicologica.
Composta nel 1863, la “Petite messe solennelle” è stata scritta 5 anni prima che Rossini morisse ed è per questo che può considerarsi il suo testamento spirituale. Una volta terminata, come ha spiegato Donadio domenica scorsa nell’intervista pubblicata sulle pagine del settimanale di informazione diocesana Roma Sette, «Rossini capì di essere legato ad un genere operistico classico e tuttavia aveva slanci visionari. Ecco perché la “Petite messe” si staglia come un enigmatico brano fondamentale per un passaggio in avanti che non ha voluto fare». Da allora infatti «si limitò a scrivere pezzi scherzosi. Egli stesso, con ironia annotò sulla partitura originale della “Petite messe”, riferendosi alla presenza di 12 cantori: “Dio mi perdoni l’accostamento che segue. Dodici sono anche gli Apostoli nel celebre affresco di Leonardo detto La Cena, chi lo crederebbe! Fra i tuoi discepoli ce ne sono alcuni che prendono delle note false! Signore, rassicurati, prometto che non ci saranno Giuda alla mia Cena e che i miei canteranno giusto e con amore le tue lodi”».
Per informazioni: operaroma.it