NOTA SULLA POETICA DI DE MUSSET
Alfred de Musset (Parigi, 1810-1857) è figura difficilmente collocabile nel panorama del suo tempo: romantico "disimpegnato", autore delle opere teatrali più vitali, fu poeta lirico intenso che fece poesia della sua stessa vita.
Temperamento brillante, ironico e sentimentale, le sue opere poetiche rendono come poche il fremito della passione d'amore e il suo teatro resta inimitabile esempio di una grazia fiabesca, che fonde il pianto e il sorriso nella sua incantevole armonia.
Nonostante le sue prese di posizione, Musset appartiene pienamente all'epoca romantica per la qualità della sua poesia, che è prevalentemente lirica, è effusione personale, sfogo sentimentale. Tutte le sue opere tendono alla confessione, costituendone insieme l'aspetto più originale e forse il limite più vistoso. Dietro la maschera della derisione e dell'ironia ritornano insistenti l'aspirazione all'amore, l'ossessione del tradimento, il richiamo del piacere, l'angoscia di annientamento e autodistruzione.
Incontrollata, eccessiva, ingenua nella sua pretesa sincerità, l'effusione trabocca nel sentimentalismo, la sincerità diventa trascuratezza.
Dopo gli studi secondari tentò le facoltà di legge e di medicina, abbandonandole presto per la pittura, la musica e la poesia. Colto e brillante ma incostante e debole, a soli diciassette anni fu introdotto nel salotto di Victor Hugo, cenacolo della nuova scuola romantica francese. Il suo approccio alla poesia fu segnato dal gusto dell'esibizione, dal successo salottiero, dalla grazia elegante e un po' superficiale della vita mondana.
La prima raccolta di versi si collocava nel solco del romanticismo di Hugo e di Byron, ma già rivelava un'adesione esteriore e ambigua ai moduli della scuola; infatti poco dopo proclamava nelle nuove raccolte la sua indipendenza da ogni scuola letteraria ed esprimeva un atteggiamento scettico e pessimista anche sul piano politico e morale. Musset insomma affermò il suo disimpegno e il rifiuto del suo tempo proprio nel momento in cui la letteratura partecipava vivamente alla realtà sociale e politica dell'epoca. Il solenne fiasco della sua prima opera teatrale, (la commedia La notte veneziana, 1830), contribuì a far di lui un isolato. Deciso a vivere del lavoro di scrittore, disgustato dalla reazione del pubblico, scelse di scrivere opere teatrali destinate alla lettura. Nel luglio 1833 iniziò la tempestosa relazione con George Sand, che si concluse, dopo tre anni di passione e litigi, con la dolorosa esperienza del tradimento e dell'abbandono. La delusione e successive relazioni amorose ispirarono la produzione di quegli anni tra le quali appunto anche Fantasio (1834) e Il candeliere (1835) che in questa trasposizione musicale diventa Fortunio, protagonista principale. Da notare la bella trasposizione musicale di Fantasio da parte di Offenbach pur nella vistosa trasformazione librettistica e le musiche di scena per Le chandelier, la trasposizione musicale di Fortunio a fine ‘800 da parte del compositore francese André Messager.
Novara, Fantasio-Fortunio al Coccia il 21 novembre - Note sulla poetica di De Musset
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