L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Storie di potere

DOMENICA 18/08/2024

Passato e Presente
Elisabetta I, l'ultima Tudor

Il rinascimento inglese è incarnato dalla grande figura della regina Elisabetta I, ricordata come la sovrana più celebre della storia britannica. Eppure, essendo la minore di due figlie nate da Enrico VIII, non avrebbe mai dovuto essere regina. A “Passato e Presente”, in onda domenica 18 agosto alle 20.30 su Rai Storia, Paolo Mieli e la professoressa Valentina Villa tratteggiano il ritratto di Elisabetta I, l’ultima Tudor. Il matrimonio dei suoi genitori, annullato prima dell'esecuzione di sua madre Anna Bolena, dichiara Elisabetta illegittima e la nascita del fratellastro Edoardo nel 1537 rende le sue prospettive di ereditare il trono ancora più remote. E invece, nel 1559 la giovane Tudor è incoronata regina di Inghilterra e Irlanda accompagnata da un’ondata di gioia popolare. Considerata dalla maggior parte dell'Europa cattolica come un'usurpatrice eretica e illegittima, fin dall'inizio Elisabetta I è accerchiata da molti avversari. La più agguerrita è la cugina Maria Stuart, nonché regina di Scozia, che rivendica il diritto alla corona inglese e che sarà una spina nel fianco di Elisabetta per quasi 30 anni. Austera e ieratica, Elisabetta, la Regina Vergine, ricambia l’amore dei suoi sudditi dedicando la propria esistenza all’Inghilterra: non si sposerà mai e regnerà per 45 anni. Il suo lungo regno è stato testimone di una serie di risultati notevoli: un nuovo insediamento religioso, l'espansione all'estero, grandi vittorie militari come quella contro l'Invincibile Armada di Filippo II di Spagna e una fioritura della vita culturale rappresentata nel teatro di Shakespeare. Non c'è da stupirsi che la sua epoca sia stata descritta come l'"età d'oro".

Binario cinema
Lo scandalo Kennedy

Il regista John Curran firma il film “Lo scandalo Kennedy” - in onda domenica 18 agosto alle 21.10 su Rai Storia per il ciclo “Binario Cinema” - aggiungendo un altro tassello alla saga cinematografica della famiglia Kennedy. Nel luglio del 1969 Ted Kennedy festeggia con lo staff sull’isola di Chappaquiddick, isola poco distante da Martha’s Vineyard dove si trovava in vacanza. Durante un giro in auto con Mary Jo Kopechne, il senatore americano perde il controllo del mezzo, finendo in acqua. Ted esce incolume dall’abitacolo mentre per la giovane pare non ci sia nulla da fare. Il giorno dopo la polizia arriva sul posto e inizia a indagare. Per Kennedy e i suoi collaboratori occorre gestire la situazione ed evitare di far scoppiare uno scandalo. Con Kate Mara, Clancy Brown, Olivia Thirlby, Ed Helms, Bruce Dern, Jason Clarke.

LUNEDI’ 19/08/2024

Italiani”, ritratto di Alcide De Gasperi
Il ricordo a settant’anni dalla morte

Gli albori della Repubblica visti attraverso il lavoro Alcide De Gasperi, ultimo presidente del Consiglio del Regno e primo della Repubblica, chiamato a rappresentare l'Italia alla Conferenza di Pace dopo la Seconda Guerra Mondiale. “Uomo del destino", tra i fondatori della Democrazia Cristiana e considerato uno dei Padri della Repubblica e dell'Unione Europea, De Gasperi e il suo impegno vengono ricostruiti attraverso filmati d'epoca e appunti autografi, con l'aiuto di Giuseppe Sangiorgi, Segretario Generale dell'Istituto Luigi Sturzo (2013-2015), e dell'esperta di comunicazione Flavia Trupia nella puntata di “Italiani” in onda lunedì 19 agosto alle 12.00 su Rai Storia, a 70 anni dalla scomparsa. La puntata si concentra soprattutto sui giorni della Conferenza di Pace a Parigi, tra l'attesa di un incontro difficile e le trattative a nome di un Paese marchiato dal Fascismo e dilaniato da una guerra civile. E' il 10 agosto 1946 quando inizia il suo discorso al Palais du Luxemburg a Parigi che darà all'Italia almeno la credibilità politica per una partnership internazionale.

Passato e Presente
1947, la rottura tra De Gasperi e il Pci

Il l 2 febbraio 1947 il leader della Democrazia Cristiana, Alcide De Gasperi, vara un governo di coalizione con il Partito Socialista e il Partito Comunista. È la cosiddetta intesa tripartita, ultima espressione dei governi di unità antifascista nati durante la Resistenza. Una pagina di storia approfondita dal professor Giovanni Sabbatucci e da Paolo Mieli in questa puntata di “Passato e Presente” riproposta lunedì 19 agosto alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia (canale 54) a 70 anni dalla scomparsa di Alcide De Gasperi. Il governo, nel suo breve percorso, si trova ad affrontare ostacoli e difficoltà di notevole portata: dalla firma del durissimo trattato di pace di Parigi agli snodi cruciali del cammino costituente, dalla crisi economica e sociale che grava sul Paese negli anni del dopoguerra, agli effetti della contrapposizione tra blocco occidentale e blocco comunista. Minata da contrasti interni e condizionata dal clima internazionale, l’esperienza tripartita si conclude il 13 maggio con le dimissioni di De Gasperi.

Italia. Viaggio nella bellezza
Il tesoro degli Este tra Modena e Sassuolo

Il 1598 è una data che segna il destino di due città: per Ferrara è la fine di un’epoca, per Modena l’inizio di una nuova. Quando gli Estensi perdono la loro storica sede, che deve essere ceduta allo Stato pontificio, inizia anche l’avventura di Modena capitale. Per oltre due secoli e mezzo l’immagine della città è plasmata dagli Este, che alla fine del loro governo lasceranno a Modena anche un’immensa eredità. “Italia, viaggio nella bellezza”, in onda lunedì 19 agosto alle 21.10 su Rai Storia, racconta questa esperienza attraverso il patrimonio delle Gallerie Estensi, uno dei più importanti musei dinastici d’Europa, dove si ritrovano le tracce della grande stagione del mecenatismo estense.

Di questo complesso museale fanno parte il Museo Lapidario Estense, la Galleria Estense con la sua pinacoteca, la prestigiosa Biblioteca Estense Universitaria e il Palazzo Ducale di Sassuolo, una straordinaria residenza barocca, “delizia” degli Este, tornata a risplendere dopo un lungo restauro. La puntata è firmata da Amalda Ciani Cuka con la regia di Marzia Marzolla.

Storie della TV
La riforma (1974 - 1983)

Tra il 1974 e il 1983 la televisione della Rai cambia volto con la Legge di riforma del 1975, che introduce il pluralismo delle idee e la concorrenza interna delle reti e delle testate, l’applicazione del colore e la Terza Rete regionale, inaugurata il 15 dicembre 1979. Un capitolo al centro dell’appuntamento con Aldo Grasso e le “Storie della tv” in onda lunedì 19 agosto alle 21.10 su Rai Storia, firmato da Chiara Morellato. Testimoni della puntata sono Loretta Goggi, conduttrice della prima edizione di ‘Fantastico’, nel 1979; Fabiana Udenio, prima annunciatrice della Terza Rete Rai; Bruno Voglino, dirigente e autore televisivo, talent scout dei nuovi comici - come Carlo Verdone presente con una sua breve testimonianza sui suoi esordi - lanciati nel varietà della Rete 1 ‘Non Stop’, (1977-79) e che ironizzano l’’italiano parlato’, come spiega il linguista Giuseppe Antonelli. E ancora, Renzo Arbore, che rammenta le novità de ‘L’altra domenica’ (1976-79), la trasmissione festiva della Rete 2 di Mimmo Scarano; Caterina Rita, redattrice di “Pronto…Raffaella?”, che ricorda l’exploit del programma condotto da Raffaella Carrà dall’autunno 1983; e i ricordi televisivi di Simona Ventura, in particolare il ‘Portobello’ di Enzo Tortora, fucina di tanti format televisivi.

Un programma di Enrico Salvatori e di Fabrizio Marini, con la consulenza di Aldo Grasso. Produttore esecutivo Emanuela Capo. Regia di Eva Frerè e Matteo Bardelli.

MARTEDI’ 20/08/2024

Passato e presente
Matilde di Canossa, regina senza corona

Il mito di Matilde di Canossa - tramandato sino a oggi dal suo primo biografo, Donizone, poi da Dante, da Tasso e da molti altri - non rende giustizia alla sua storia. La ripercorreranno Paolo Mieli e la professoressa Tiziana Lazzari a “Passato e Presente”, in onda martedì 20 agosto alle 13.15 su Rai 3 e alle 20.30 su Rai Storia. Matilde non è la donna devota, quasi santa, o l’eroina di mille battaglie che in tanti hanno descritto. Né la misteriosa figura femminile che si offre al papa, o quella volubile e capricciosa tratteggiata dai suoi detrattori, come Voltaire. Quella di Matilde di Canossa è una storia perfettamente incastonata nel suo tempo, il secolo XI, che vede Papato e Impero impegnati in una lotta senza quartiere per la supremazia della cristianità e l’ordinamento feudale sempre più compromesso dall’affermarsi delle autonomie cittadine. E Matilde, in questi avvenimenti così decisivi, svolge un ruolo politico determinante. Discendente della dinastia dei Canossa, è una donna consapevole del potere che esercita e la sua vita è intensa e ricca di successi: collabora alla vittoria della Riforma gregoriana e riesce a difendere i suoi territori resistendo e poi sconfiggendo l’imperatore Enrico IV.

5000 anni e più. La lunga storia dell’umanità”
Il caso Nerone

L’imperatore romano Nerone è considerato uno dei più brutali, folli e crudeli sovrani della storia. La sua vicenda sembra la sceneggiatura di un kolossal hollywoodiano: eventi tragici, abiezione, crimini, intrighi, celebrazioni ostentate. Ma l’imperatore commise davvero la lunga lista di crimini per cui fu condannato o fu vittima di una gigantesca campagna diffamatoria? A rispondere è “5000 anni e più. La lunga storia dell’umanità”, con Giorgio Zanchini, in onda martedì 20 agosto alle 21.10 su Rai Storia. La storia è raccontata con ricostruzioni, flashback e come l’investigazione su un “cold-case”, con indizi, testimoni e prove.

Il declino di Hitler
Operazione Barbarossa

Il 22 giugno 1941 è forse il giorno decisivo dell’intera Seconda guerra mondiale: inizia l’Operazione Barbarossa, l’invasione dell’Unione Sovietica da parte della Germania nazista. Hitler viola il patto di non-aggressione, firmato dai due Paesi appena due anni prima, e dà il via a una campagna monumentale, condotta da oltre 3 milioni di soldati tedeschi. Questa scelta si rivelerà, per il suo regime, l’inizio della fine. Ma come è giunto a questa decisione? E come mai l’Unione Sovietica di Stalin si fece prendere così alla sprovvista dall’invasione? Che ruolo giocarono i generali dei due dittatori? A queste e ad altre domande risponde la serie Bbc, introdotta per Rai Cultura dallo storico Emilio Gentile. “Il declino di Hitler” in onda martedì 20 agosto alle 22.10 su Rai Storia.

MERCOLEDI’ 21/08/2024

A “Italiani” Palmiro Togliatti
A sessant’anni dalla morte

Un eroe prudente, il leader storico del comunismo italiano Palmiro Togliatti. A lui viene dedicato lo speciale di Enrico Salvatori in onda per “Italiani” e riproposto da Rai Cultura mercoledì 21 agosto alle 12 su Rai Storia, in occasione del 60° anniversario della scomparsa di Togliatti.

Prudente nelle svolte che dà al partito che guida per quasi quarant’anni - dal 1926 al 1964 – senza mai troppo allontanarsi dalla politica del Cremlino; prudente -nei tre anni di governi Cln (1944-1947), in cui ricopre incarichi ministeriali - nella pregiudiziale monarchica, nell’epurazione post fascista e nel voto dell’articolo 7 – che mantiene i Patti Lateranensi nella Costituzione della Repubblica Italiana; prudente nel guidare il dialogo con le forze avversarie, specialmente con l’altro partito-chiesa, la Democrazia Cristiana di De Gasperi. Prudente nel non condannare i crimini staliniani del Grande Terrore del 1937/38 e l’invasione sovietica in Ungheria nell’autunno 1956.

Ma anche un eroe dei suoi tempi, capace di coraggiose imprese personali: vive esiliato dall’Italia per 18 anni - tra Mosca, Parigi, la Svizzera e la Spagna – preparandosi alla fine del fascismo per contribuire a fare dell’Italia un paese democratico, mentre trasforma il Partito comunista (che nasce “d’Italia”, per diventare “Italiano” in clandestinità) da un organo sorretto da poche migliaia di tesserati del 1943 –ultimo anno di clandestinità - ai due milioni del 1946.

Nella sua vita privata, regge le critiche di una società e del partito ancora molto conservatori, per la sua relazione, con la giovane deputata Nilde Jotti, e la scelta di formare con lei un nucleo familiare insieme alla figlia adottiva Marisa.

E poi, da leader riconosciuto del comunismo internazionale, sono “eroici” i suoi gesti di rifiutare la presidenza del Cominform che Stalin gli propone agli inizi del 1951, di dichiarare, nel celebre discorso di Bergamo del 20 marzo 1963, la propria ammirazione per le parole contro il pericolo atomico che Giovanni XXIII scrive nella sua “Pacem in terris”, di proporre le “vie nazionali del socialismo” a Krusciov, in quello che è il suo testamento ideologico, il “Memoriale di Yalta”, che scrive poche ore prima di venire colpito da un ictus che lo condurrà alla morte il 21 agosto 1964.

Passato e Presente
Palmiro Togliatti, rivoluzionario democratico

Palmiro Togliatti è stato un politico italiano e il più longevo segretario del Partito Comunista Italiano. Un personaggio riletto da Paolo Mieli e dal professor Paolo Mattera a “Passato e Presente”, il programma di Rai Cultura in onda mercoledì 21 agosto alle 13.15 su Rai 3 e alle 20.30 su Rai Storia.

La sua biografia politica si interseca con alcuni decenni della storia del nostro Paese; dagli anni della dittatura fascista, con il suo esilio in Urss, al fondamentale passaggio istituzionale che inizia a prendere forma dopo la caduta di Mussolini e a cui Togliatti, attraverso la cosiddetta “svolta di Salerno”, partecipa in modo determinante. Senza mai rompere il rapporto con Mosca, la sua "via italiana al socialismo" cercava di conciliare il comunismo con la democrazia. La sua morte nel 1964, 60 anni fa, ebbe un impatto significativo sulla politica italiana.

 

Gli esploratori
Thor Heyerdahl

Un mito per intere generazioni: è Thor Heyerdahl, l'avventuriero e ricercatore norvegese che molti ricordano per l'impresa del Kon-Tiki, la zattera con cui nel 1947 riuscì ad attraversare il Pacifico dal Sud America alla Polinesia, per dimostrare la possibilità di antiche migrazioni transoceaniche. “Gli esploratori”, in onda mercoledì 21 agosto alle 21.10 su Rai Storia, lo racconta con immagini d'eccezionale bellezza, introdotte dallo storico e scrittore Alessandro Vanoli. Quell'impresa, le cui immagini documentarie valsero a Heyerdahl perfino un Oscar, non è che una delle molte traversate e imprese che egli compì nella sua lunga vita, dall'Isola di Pasqua all'Atlantico, dal Golfo Persico al mar d'Azov.

Un ritratto in movimento”
Omaggio a Mimmo Jodice

Mimmo Jodice nello sguardo di Mario Martone: un racconto che si dipana attraverso immagini e parole, ricordi e testimonianze del grande fotografo e di artisti, galleriste e intellettuali di diverse generazioni che in vario modo sono entrati in contatto con il suo lavoro: da Francesco Vezzoli, a Antonio Biasiucci, da Marino Niola a Stefano Boeri, da Lucia e Laura Trisorio a Lia Rumma, fino alla moglie Angela Jodice che con lui ha diviso la vita e che per prima ha visto e sostenuto le sue potenzialità di artista. Il documentario “Un ritratto in movimento. Omaggio a Mimmo Jodice” – in onda mercoledì 21 agosto alle 22.10 su Rai Storia – segue Mimmo Jodice nel suo studio, dove i ricordi si affollano e si sommano alle straordinarie immagini dell’archivio: sono decenni di lavoro e di ricerca che rivivono nelle sue parole e nei movimenti lenti e precisi delle mani, mentre mostra i segreti della camera oscura, racconta il suo modo di procedere: le prime fotografie, le sperimentazioni degli anni Sessanta e poi Settanta, i lavori di carattere politico e sociale, i nudi, la passione per l’architettura e le antichità classiche, il suo perdersi a guardare la natura, il mare, ad aspettare una luce per lasciare affiorare visioni che vanno oltre la realtà. Ed è proprio in questo modo di vedere, in questo sguardo che sente l’assenza e raffigura il tempo che la fotografia di Mimmo Jodice si fa arte.

Presentato Fuori Concorso alla 41° edizione del Torino Film Festival, il documentario è scritto da Mario Martone e Ippolita di Majo, fotografia di Elio Di Pace, montaggio di Jacopo Quadri con Elio Di Pace, suono in presa diretta di Luigi Petrazzuolo, montaggio del suono di Silvia Moraes. Al documentario partecipano Mimmo Jodice, Angela Jodice, Antonio Biasiucci, Stefano Boeri, Marino Niola, Lia Rumma, Laura Trisorio, Lucia Trisorio, Francesco Vezzoli, Andrea Renzi. Una produzione Mad Entertainment in collaborazione con Rai Documentari.

Guido Harari. Sguardi randagi

La musica è stata catturata, immortalata e resa immortale attraverso gli obiettivi di fotografi leggendari. Lou Reed, Fabrizio De André, Tom Waits, Kate Bush: nomi che evocano note e immagini intramontabili, dietro molte di queste immagini si cela una mente e un occhio particolare, quello di Guido Harari. Il documentario, in onda mercoledì 21 agosto alle 23 su Rai Storia, “Guido Harari. Sguardi randagi” prodotto da Tekla in collaborazione con Rai Documentari, getta luce sui 50 anni di storia musicale e umana vissuti attraverso lo sguardo geniale di Harari. Un percorso intimo e potente che rivela le storie dietro le icone, i segreti dietro gli scatti che hanno reso celebri le leggende della musica. Se Robert Doisneau è sinonimo del bacio "alla francese" e Weegee delle notti noir americane, Guido Harari è il maestro dei ritratti musicali, trasformando la musica in immagini e storie indelebili. Il documentario racconta le rivoluzioni musicali del Novecento, dalle dolci melodie degli anni '60 alla tumultuosa epoca dei cantautori, passando per il rock internazionale, il pop, la dance degli anni '80, il punk e le sperimentazioni della beat generation. Ma questo non è solo un viaggio nella storia della musica. È un viaggio nella vita di Harari stesso, un uomo sensibile e ironico, un amico delle stelle musicali. Attraverso filmati inediti, inclusi quelli girati dallo stesso fotografo, il documentario offre un'esperienza intima e personale, offrendo uno sguardo inedito sul legame tra la sua vita e l'evoluzione della musica. Ciò che emerge con forza in questo viaggio è l'approccio intimo e familiare di Harari ai personaggi che ha fotografato. La sua capacità di estrarre la vera essenza dei soggetti, di usare l'umorismo e la comprensione del dolore, crea un legame profondo che va oltre il semplice scatto.Guido Harari ha conosciuto e immortalato i più grandi nomi della musica. Le sue immagini sono state descritte da Lou Reed come "piene di poesia e sentimento". Collaboratore di riviste di prestigio e autore di innumerevoli copertine di dischi, ha condiviso un legame ventennale con Fabrizio De André, diventandone uno dei fotografi personali.

GIOVEDI’ 22/08/2024

Passato e presente
Futurismo, tra arte e politica

Il 20 febbraio 1909, Filippo Tommaso Marinetti pubblica sul quotidiano francese “Le Figaro” il Manifesto del futurismo. È l’atto di nascita di un movimento che nel giro di pochi anni cambia radicalmente l’arte italiana ed internazionale. Nel 1918, mentre la grande guerra è ancora in corso, esce il Manifesto del partito politico futurista. È il tentativo per Marinetti e soci di fare un salto di qualità e di portare anche nella politica italiana i principi rivoluzionari del movimento. Un rapporto, quello tra futurismo e politica, analizzato dallo storico Francesco Perfetti e Paolo Mieli a “Passato e presente”, in onda giovedì 22 agosto alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia. Dopo la sconfitta alle elezioni del ’19, in cui i futuristi si presentano assieme ai fascisti, il futurismo torna a occuparsi esclusivamente di arte. Dieci anni dopo il suo fondatore sarà nominato membro dell’Accademia d’Italia, voluto da Mussolini.

a.C.d.C.”
Gli Stuart, un regno di sangue

Nel 1660, dopo la morte di Cromwell, il re in esilio torna trionfalmente a Londra: con Carlo II la monarchia è restaurata e anche il Commonwealth non sopravvive alla morte di Cromwell. Ma due gravissime tragedie colpiscono la nazione: l’epidemia di peste e il grande incendio di Londra. Lo racconta “Gli Stuart. Un regno di sangue”, in onda giovedì 22 agosto alle 21.10 su Rai Storia per “a.C.d.C.”, con l’introduzione del professor Alessandro Barbero. A seguire, alle 22.10, il re Giacomo II succede al fratello Carlo II nel 1685, ma l’ultimo re Stuart regnerà solo per tre anni: il tentativo di imporre la religione cattolica innesca la Gloriosa Rivoluzione. Insieme al marito Guglielmo d'Orange, è proprio la figlia di Giacomo, Maria, a porre fine alla dinastia degli Stuart.

VENERDÌ 23/08/2024

Passato e Presente
Lincoln e l'abolizione della schiavitù

Quando Lincoln viene eletto alla presidenza degli Stati Uniti d'America, nel novembre del 1860, la questione della schiavitù - del suo possibile rafforzamento o della sua graduale estinzione - divide il paese da anni. Lincoln è a capo dello schieramento che si oppone all'estensione territoriale della schiavitù. Sebbene la sua sia una posizione moderata, che non mette in discussione l'esistenza costituzionalmente garantita dello schiavismo negli stati che già lo praticano, larga parte del Sud del paese respinge la sua vittoria come una minaccia esistenziale e sceglie la secessione. La storia di Lincoln e dell’abolizione della schiavitù viene ricostruita da Paolo Mieli e dalla professoressa Raffaella Baritono nella puntata di “Passato e Presente” riproposta venerdì 23 agosto alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia nella Giornata Internazionale per il Ricordo della Tratta degli Schiavi e della sua Abolizione. Dopo la secessione, la guerra è inevitabile ma, tanto per Lincoln quanto per la maggioranza del Nord, si tratta di una guerra da combattere per ripristinare l'unione, non per abolire la schiavitù. Sarà la logica interna al conflitto a imporre una radicalizzazione degli obiettivi bellici che, nel gennaio del 1863, porterà al proclama di emancipazione e, tre anni più tardi, alla ratifica del XIII emendamento della Costituzione americana, quello che vieta la schiavitù nell'intera giurisdizione degli Stati Uniti.

Nel secolo breve
1944, l'estate di Parigi

La svastica sventola su Parigi quando Hitler ci arriva all’alba del 23 giugno 1940. Il dittatore con la passione per l’arte, l’ex pittore fallito che lì sognava di studiare trascorrerà solo tre ore della sua vita nella Ville Lumière, senza scorta, insieme allo scultore Arno Breker. Tre ore passate alla storia per le foto davanti alla torre Eiffel, che fanno il giro del mondo. È solo della sera prima la resa che costringerà la Francia sotto il giogo nazista per quattro anni. L’occupazione e la Liberazione della capitale francese sono al centro dello Speciale di Elio Mazzacane con la regia di Agostino Pozzi “1944 l’estate di Parigi”, riproposto ne “Nel secolo breve” con Paolo Mieli e la consulenza del professor Francesco Perfetti, in onda venerdì 23 agosto alle 21.10 su Rai Storia a pochi giorni dall’anniversario della Liberazione di Parigi (25.08.1944).

La narratrice Charlotte Marincola – anche attraverso gli interventi degli storici Olivier Dard e Olivier Wieviorka, dell’accademico di Francia Maurizio Serra e dello storico dell'arte Giovanni Carlo Federico Villa - ripercorre le tracce della Parigi occupata a partire dal rapido e inatteso crollo della Francia, che si sgretola non appena la Linea Maginot viene aggirata dai nazisti. Un trauma che porta i parigini a fuggire dalla loro città. E con loro, fugge anche la grande arte, in direzione del castello di Chambord, nella Loira, dove oltre 5000 casse piene di capolavori come La Gioconda, la Venere di Milo e la Nike di Samotracia rimarranno fino alla fine della guerra. Parigi viene dichiarata città aperta per evitarne la distruzione. Da Londra arriva l’appello dell’allora sconosciuto Charles De Gaulle a non arrendersi. Nasce la Resistenza francese. Una Resistenza costellata da eroi silenziosi, come Rosa Valland, curatrice del Jeu de Paume, dove i nazisti raccolgono i capolavori sequestrati da musei e da collezionisti ebrei prima di portarli in Germania. Sarà grazie al suo lavoro di spionaggio che alla fine della guerra oltre 60mila opere d’arte torneranno in Francia.

Quella di Parigi, è un’occupazione politica, simbolica e restrittiva per gli abitanti della città. E piena di contraddizioni, come la presenza di Picasso che continua a vivere in città indisturbato, nonostante il suo quadro-denuncia dei bombardamenti tedeschi sulla Spagna. È un’occupazione che impone alla città due anime: lo sfarzo della Ville Lumière per occupanti e collaborazionisti, e la fame e i razionamenti per i parigini. Ma anche l’orrore delle deportazioni di uomini, donne e bambini ebrei, culminate nell’episodio del Velodromo d’inverno, dove i gendarmi francesi arrestano oltre 12.000 persone.
Con l’avvicinarsi alla capitale degli Alleati sbarcati in Normandia, Parigi sta per cadere, lo sanno tutti, eccetto Hitler. L’insurrezione popolare e i partigiani danno il via alla Liberazione. Le truppe francesi di Leclerc entrano nella capitale francese seguite da quelle di Eisenhower. È il 25 agosto 1944, il generale Charles De Gaulle finalmente parla alla Parigi liberata dal balcone dell'Hotel de Ville: “Paris outragé! Paris martyrisé! Mais Paris libéré!”.

14-’18. Grande Guerra cento anni dopo
Trincee d’inchiostro

Solo per l’Italia, secondo dati ufficiali, tra il 1915 e il 1918 furono scritte e inviate quasi 4 miliardi di lettere. Più di 2 miliardi partirono dalla prima linea: vere e proprie “trincee d’inchiostro”, rilette da “’14-’18: la grande guerra cento anni dopo”, in onda venerdì 23 agosto alle 22.40 su Rai Storia. I destinatari di quelle lettere erano al fronte interno, un fronte distante dalla guerra, lontano dagli assalti e dai bombardamenti, ma coinvolto pienamente nello sforzo bellico. A quel mondo lontano si rivolgevano con il pensiero e la penna migliaia di combattenti. Per quel mondo forse perduto molti impararono a scrivere, perché scrivere significava ricongiungersi anche solo per un attimo al rassicurante ambiente familiare, significava fuggire dall’orrore della guerra. Perché scrivere significava esserci ed esistere quando l’esistenza stessa era quotidianamente messa in pericolo.

SABATO 24/08/23

“Come de carta”
Il terremoto ad Amatrice

Otto anni fa, il 24 agosto, un sisma violentissimo scuote il centro Italia. Uno dei paesi più colpiti è Amatrice, tra i borghi più belli d’Italia, che viene raso al suolo. Rimane in piedi solo un campanile che svetta altissimo al centro di una spianata di macerie. Una storia di immagini, suoni, voci che Graziano Conversano racconta nello speciale “Come de carta”, in onda sabato 24 agosto alle 18.45 su Rai Storia in occasione dell’anniversario del sisma. “Mi sono volutamente smarrito – racconta Conversano che ha realizzato lo speciale seguendo la vita di Amatrice per quasi un anno - tra le macerie ed i borghi distrutti rendendomi leggero e privo di coscienza critica cercando di registrare discorsi privi di suono e sguardi pieni di parole. Una comunità intera è in attesa, aspetta, dopo il terribile terremoto; non resta che attendere che succeda qualcosa. Un altro terremoto? Degli alloggi confortevoli? Infrastrutture per il bestiame? Dei negozi dove poter fare la spesa? O semplicemente si attende che la natura faccia il suo corso”.

Passato e Presente
L'imperatore Giuliano

Flavio Claudio Giuliano, della dinastia costantiniana, è stato imperatore solo dal 361 al 363 d. C. e la sua ascesa è stata tortuosa, minacciata da una successione violenta e controversa. A Parigi, mentre combatte contro gli Alemanni, viene acclamato Augusto dai suoi soldati e, con la contemporanea scomparsa di Costanzo II, rimane imperatore unico fino alla morte prematura, avvenuta durante una campagna militare in Persia. Ne parlano Paolo Mieli e il professor Umberto Roberto a “Passato e Presente”, in onda sabato 24 agosto alle 20.30 su Rai Storia. Giuliano è un ottimo amministratore dello Stato: sebbene sia un restauratore dei valori antichi, governa da Milano prima e poi da Costantinopoli, capitale ufficiale dal 330, senza mai vedere Roma. Tanti lo conoscono con l’ingiurioso epiteto di Apostata, per il suo effimero tentativo di fermare la cristianizzazione dell’Impero Romano e restaurare la religione pagana. Ma le sfaccettature di questo imperatore dell’epoca tardo antica sono molteplici e restituiscono i colori di un’epoca viva e di un impero in trasformazione.

Cinema Italia
San Michele aveva un gallo

Seconda metà dell’800. Il gelataio Giulio Manieri, ex laureando in matematica, di famiglia borghese, dedica con sacrificio tutta la sua esistenza agli ideali insurrezionali del socialismo anarchico più radicale ed utopico: la Storia prima o poi non potrà che dare ragione alla sua lotta. Regia di Paolo e Vittorio Taviani. Con Giulio Brogi, Daniele Dublino, “San Michele aveva un gallo” andrà in onda sabato 24 agosto alle 21.10 su Rai Storia per il ciclo “Cinema Italia”.

Documentari d'autore
Suso - Conversazioni con Margherita D’Amico”

È stata sceneggiatrice tra le più grandi del cinema italiano del Novecento: Suso Cecchi d’Amico, rispondendo alle domande della nipote Margherita D’Amico, riflette sul suo mestiere e rievoca il suo percorso artistico nel documentario diretto da Luca Zingaretti “Suso - Conversazioni con Margherita D'Amico” in onda sabato 24 agosto alle 22.40 su Rai Storia per il ciclo “Documentari d’autore”.


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