L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Wagner. Intergale pianistica

Wagner al piano

 di Roberta Pedrotti

Richard Wagner

Complete piano works

pianoforte Dario Bonuccelli

2 CD Dynamic, CDS 761/1-2

Non sarà, è vero, l'unica incisione sul mercato, l'impresa non sarà inedita, tuttavia non si può dire che l'opera pianistica di Richard Wagner sia ascolto di tutti i giorni, né può mancare la curiosità di ascoltare il demiurgo del Wort-Ton-Drama alle prese con paginette cameristiche di pochi minuti o di classiche sonate.

Al di là dell'aneddotica che lo vuole poco disinvolto alla tastiera, l'impressione netta è che il magniloquente Richard nutra una certa diffidenza per lo strumento solista, strumento di casa nei salotti per quanto elevato dal suocero Liszt alla massima gloria del recital. Non che la composizione per pianoforte sia sopportata di malavoglia come un dovere, piuttosto è vissuta come un'esperienza necessaria per chi crea musica e vive di essa: qualche foglio pentagrammato può essere una valida soluzione commerciale o una dedica appropriata per amici e mecenati; la Sonata praticata da Beethoven o Liszt non è forma che si possa snobbare tanto facilmente per un compositore degno di questo nome nei paesi tedeschi del XIX secolo.

Fatto salvo per la più tarda e libera Sonate für das Album von Frau M.W. (Mathilde Wesendonck, ça va sans dire) WWV 85, queste sonate sono invero ben educate nella forma e attente agli illustri modelli del suo tempo, testimonianza del praticantato del giovane musicista, peraltro presto insofferente all'accademia e alla dottrina, sostenuto nella sua indole da un genio esuberante e autoritario come pochi. Non si fa desiderare la ricerca di un peso maggiore anche nella scrittura pianistica, l'amore per quelle armonie oscure, con un raddoppio qua, un ritardo o un anticipo là, ben accentato e in evidenza nella concatenazione degli accordi. Wagner, anche se lontano dall'ampiezza epica del teatro, è sempre Wagner, e sembra scalpitare fra quei tasti leziosetti. Tuttavia, quando imbocca la strada di una polka o di una polonaise pare che la tentazione al disimpegno e al divertimento possa toccare perfino lui.

Inevitabilmente, poi, il suo percorso musicale si riversa anche le pianoforte, laboratorio di soluzioni nuove o approdo per consolidate conquiste. Al di là della dichiarata trascrizione dello Schluss zum Vorspiel von Tristan und Isolde WWV 90 (Finale dal Preludio di Tristan und Isolde) o dell'assonanza patente, pure tristaniana, dell'Elegie WWV 90, altri aromi di Leitmotive, allusioni, riminiscenze. Non solo proprie, ché se, giustamente, le note di copertina avvicinano alcuni tratti dell'Albumblatt für Ernst Benedikt Kietz all'Elisabeth del Tannhäuser, la cantabilità non meno che certe armonie un po' aspre e dolorose, messe teutonicamente a nudo, sono parenti dell'amato Bellini (in particolare riecheggia in filigrana “Ah rendetemi la speme” dai Puritani).

L'esecuzione di Dario Bonuccelli – nella Polonaise a quattro mani WWV 23b coadiuvato da Marco Vincenzi – è intelligente per la resa di un pianismo funzionale più che trascendentale, quale si può immaginare fosse quello wagneriano e quale traspare per lo più dalle sue opere, per l'impegno poetico fra pezzi di carattere e melos ispirato, per il dosaggio del pedale sì da suggerire l'impellente brama di grandiosità senza perdere il senso della misura. Il suono che ne sortisce ha un aroma inconfondibilente wagneriano, che permea anche le pagine che parrebbero più lontane dall'immagine cui siamo abituati.

Le note di Montenz, l'abbiamo accennato, sono ben fatte, ma a maggior ragione ci si chiede perché la lista delle tracce (ordinate senza alcun criterio logico o cronologico, fatto salvo l'accorpamento delle Sonate nel secondo CD, separatamente dai pezzi più brevi) non espliciti con pratica chiarezza le tonalità cui fa riferimento il saggio e, soprattutto, le date di composizione, che vanno dall'adolescenza fino agli ultimi anni di vita. È chiaro, anche dalla specifica finale delle fonti utilizzate, che l'incisione frutto di un lavoro appassionato; sarebbe bastata qualche attenzione editoriale in più per confezionare un prodotto agile, utile, degno della più franca lode.


 

 

 
 
 

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