La fiaba del fagotto dai mille volti
Fai fagotto, si parte!
testi di M. Colombo, musiche di D. Zaffaroni e A. Sormani
ensemble Fagotti Favolosi
voce recitante Claudio Moneta
CD MVC 001/37
C'è chi resiste. Nello spazzar via dello spirito critico e dello studio di ciò che "non serve", fra competenze "fai da te" e orgoglio dell'incompetenza che imperano oggi, c'è ancora chi si dà da fare per diffondere la musica fin dall'infanzia. Sulla scia di Prokof'ev e del suo Pierino e il lupo, o di Britten con The young Person's Guide to the Orchestra, di opere che, fortunatamente, si continuano a scrivere anche su testi di Rodari, o ancora di lavori d'animazione come Fantasia, Fantasia 2000, La balena Ugoladoro o i vari corti di Bugs Bunny direttore d'orchestra o pianista, un gruppo di strumentisti radunati in ensemble come "Fagotti favolosi" raccoglie in CD una serie di pièce dedicate al mondo delle sette note. Raccontini semplici e delicati, che giocano con le parole (il Do è generoso, il Sì acconsente sempre, il Fa è iperattivo, il Mi egocentrico, senza parlare dello strumento protagonista del CD, il fagotto) per illustrare la scala sul pentagramma e il suo potenziale liberato da un mago; oppure raccontano, fra re principi e mugnani, la passione e lo studio di uno strumento. Il fagotto, naturalmente, che nei suoi diversi tagli fa da controcanto al ritratto ironico di un orco (controfagotto) o diventa un dono prezioso per i bambini (il fagottino suonato dalla giovanissima Caterina Scarano, allieva della Civica Scuola di Musica "Claudio Abbado" di Milano).
Nulla di pedante o didascalico in una raccolta pensata per i più piccoli, perché dai più piccoli deve partire non la carriera sfolgorante di una schiera di futuri concertisti (se poi così fosse, ben venga), ma soprattutto la confidenza con la musica, con la sua ricchezza espressiva, con la forma mentis di un pensiero complesso e ben organizzato, con l'idea della condivisione, dell'ascolto reciproco che sono alla base del "fare musica" sia che ci si trovi al di qua o al di là del proscenio. Ed è bello, allora, che si concentri anche l'attenzione su uno strumento magari non appariscente nell'immaginario comune come il violino, il flauto o il piano, ma dallo straordinario potenziale narrativo e mimetico. Dagli acutissimi arabeschi del Sacre du primtemps ai borbottii del nonno severo di Pierino si arriva allora dritti dritti a prestar voce alle buffe fiabe scritte da Massimo Colombo, ma anche, in un piccolo trittico solo strumentale di Angelo Sormani (compositore anche della filastrocca dell'orco Riccardone), a rappresentare colori e sapori di cioccolato al latte, bianco e fondente. D'altro canto, Danilo Zaffardoni si diverte con le vicende di Magotto, cacciatore di suoni e di Tilimbom e il fagotto a inserire assaggi di ritmi e forme differenti, a strutturare il secondo racconto come un rondò con variazioni, a giocare con danze e citazioni che si insinuino nella memoria del piccolo ascoltatore. L'attenzione si poserà sulla fiaba, mentre si semina qualità, e quella non manca anche grazie alla partecipazione di Claudio Moneta (vale a dire di una delle principali voci italiane per l'animazione, da Spongebob a Peppa Pig) come narratore, del percussionista Luca Casiraghi e di fagottisti abitualmente in forze alla Scala, al Regio di Torino, all'Orchestra Regionale Toscana, ai Pomeriggi Musicali e all'Orchester Musikkolegium Winterthur (Gabriele Screpis, Maurizio Orsini, Umberto Codecà, Orazio Lodin, Sabrina Pirola, Diego Chenna, Daniele Galaverna, Michele Colombo). A tutti siamo grati per la passione dedicata a un nobile progetto, per l'impegno profuso controcorrente. C'è chi resiste, per fortuna!