Distillato di emozioni
di Michele Olivieri
La Soirée de danse a Piacenza ha visto in programma alcuni dei più noti estratti dal repertorio del passato e del presente firmati da coreografi quali Benjamin Peck (Stabat Mater), Jean Coralli e Jules Perrot (Giselle), Lev Ivanov (Il Lago dei cigni), Roland Petit (Il pipistrello, Proust ou les intermittences du coeur, Cheek to cheek), Angelin Preljocaj, (Le parc). Il gala concepito per una vasta platea da Daniele Cipriani Entertainment ha portato la grande danza al Municipale, con un cast tutto italiano dal sapore internazionale, riscuotendo entusiasmo e consenso, in particolare per la carismatica direttrice del Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma e già étoile dell’Opéra di Parigi, Eleonora Abbagnato.
PIACENZA, 3 aprile 2022 – La danza che fa bene alla danza... gli applausi hanno risuonato al Municipale di Piacenza per la Soirée de danse mostrano il livello artistico offerto e la palpabile attesa per Eleonora Abbagnato in un evento all’altezza delle aspettative, arricchito da un variegato programma, con uno scattante tributo all’inossidabile tradizione coreutica, a dimostrazione dell’importante ruolo del balletto, non relegato - come avvenuto negli ultimi anni - a una semplice comparsa ma protagonista indispensabile del teatro e della cultura. Ha rotto il ghiaccio lo Stabat Mater, celebrazione sacra sulla pietà e i sentimenti della Vergine Maria capace di condurre gli astanti in un momento di contemplazione spirituale in cui la musica di Antonio Vivaldi si abbraccia delicatamente alla danza di Benjamin Pech. In scena la coppia Eleonora Abbagnato e Giacomo Castellana con i duttili danzatori Giovanni Pisani, Giorgia Calenda, Giovanni Castelli, Alessio Rezza, Marianna Suriano, Claudio Cocino, Flavia Stocchi, Michele Satriano. Il duo protagonista interiorizza la visione emotiva di una madre e di un figlio e lo fa con una sequenza rispettosa nel cedere il passo alla liturgia, a pochi giorni dalla Settimana Santa e dalla Pasqua di Resurrezione. È una danza da cui viene eliminato ogni desiderio di esibizionismo fine a sé stesso per lasciare risplendere la veemente commozione che prende forma e si tramuta in arte. Eleonora Abbagnato catalizza la scena, con eleganza ed esperienza, attraversando la musica, innalzando le sconfinate possibilità del movimento quale rilievo e colore sullo stato d’animo.
Segue un estratto da Giselle, un passo a due che in pochi minuti permette di riappropriarsi della Storia, nell’originale coreografia di Jean Coralli e Jules Perrot, sulle musiche di Adolphe Adam, con l’interpretazione dell’étoile capitolina Susanna Salvi e del primo ballerino Michele Satriano, drammatici e vincenti nell’espressività della tecnica. I primi ballerini Marianna Suriano e Claudio Cocino omaggiano il titolo per eccellenza Il lago dei cigni con il passo a due dal Cigno Bianco, al quale abbiamo assistito numerose volte ma che costantemente è capace di ammaliare come fosse la prima. Seguono Susanna Salvi e Michele Satriano con Massimiliano Rizzo, Giovanni Castelli e Antonella Mastrangelo nel primo omaggio a Petit portando in scena Il pipistrello su musica di Johann Strauss figlio. Una rappresentazione senza luogo e senza tempo in cui il divertissement presenta il metodo costruito su movimenti controllati, restituendo una buona prova degli interpreti, capaci di virtuosismi e di contaminazioni che giungono fino al music hall. Il tempo senza età fa apparire questo pezzo disincantato nel percepire l’essenza dell’efficacia artistica ed estetica. Crescendo di emozioni con la suite da Le Parc di Angelin Preljocaj. Miscelando sapientemente il vocabolario accademico con quello contemporaneo, il titolo è diventato fin dal suo debutto un’icona della danza di fine ‘900. È, tra i capolavori del coreografo francese di origine albanese, uno dei più ripresi dalle maggiori compagnie al mondo. Ciò perché in scena trionfano i sentimenti, quasi fosse una speranza, un desiderio di ancorarsi per uscirne più forti nel profondo, ricercando quel lato umano apparentemente ad appannaggio di pochi eletti. Eleonora Abbagnato e Claudio Cocino sono la rappresentazione della sensibilità e del pensiero di Preljocaj. Lo struggimento da loro danzato ha colto nel segno, perché coinvolge l’attenzione del pubblico, riuscendo con un solo respiro a riportare ad altre immagini, ad altri ricordi, provocando momenti intimi. Solo così si riesce a far risplendere il valore di una coreografia e il famoso bacio sospeso nel ballo in aria ne è un illustre esempio. Applausi intensi e calorosi (anche per Giovanni Castelli, Antonello Mastrangelo, Alessio Rezza e Massimiliano Rizzo nel ruolo dei quattro giardinieri).
A seguire ritroviamo ancora Roland Petit del quale viene proposto il soffio poetico di Proust, ou les intermittences du coeur, nel denso duetto maschile Le combat des anges, sull’Elégie op.24 per violoncello e pianoforte di Gabriel Fauré, con Giacomo Castellana e Simone Agrò: una esplorazione toccante sui maggiori testi letterari europei grazie a sublimi passaggi annodati ai rapporti interpersonali. Danzato con una memoria tra il presente e il passato, porta il vivere più vicino alla percezione della coscienza, toccando le corde emotive di chi assiste. Storicamente le intenzioni di Petit non erano quelle di sviluppare un adattamento fedele del romanzo, ma di catturarne il sapore e trasmettere, attraverso differenti scene selezionate, le incessanti fluttuazioni del narratore tra tormento e felicità. Al Municipale ci è stato mostrato uno dei punti salienti della coreografia, con il passo a due dell’angelo della luce e quello delle tenebre, che tesse uno stile narrativo vicino all’estetica impressionista connessa all’esistenza e al tempo. A chiudere la serata Cheek to cheek sempre di Roland Petit,duo dall’atmosfera hollywoodiana ideato sulla luccicante musica di Irving Berlin (come non ricordare al debutto la leggendaria Zizi Jeanmaire in coppia con Luigi Bonino nel 1977 protagonisti della creazione nata appositamente per loro). Qui Eleonora Abbagnato, perfetta, lo interpreta al fianco del bravissimo Alessio Rezza conquistando il Municipale, con eleganti costumi ed una messa in scena ben concepita dove la danza fluisce spontanea e naturale, lasciando spazio nella coda finale del défilé a tutti gli artisti in una giocosa e gioiosa conclusione.