Chianti segreto e musicale
di Federica Fanizza
Località ai margini dei percorsi turistici toscani fanno d'ambientazione al piccolo festival cameristico Linari International Music Festival con concerti made in UK.
LINARI (FI), 18 luglio 2016 - Linari è un borgo ai margini della zona del Chianti in parte abbandonato dai suoi abitanti, il cui nome è da 12 anni è associato al festival di musica classica Linari International Music Festival. Questa rassegna prese avvio nel 2003 per iniziativa di un gruppo di appassionati inglesi con dimora nelle colline chiantigiane riunitosi attorno ad Airdrie Armstrong Terenghi, appassionata di musica, principale ideatrice e promotrice dell'evento, e al violinista olandese Joris Van Rijn, in qualità di direttore artistico.
Torri medievali, pievi isolate, dimore nobiliari rurali raggiungibili da strade sterrate interpoderali, circondate da vigne e cipressi sono le sedi prescelte da questa manifestazione che si avvale principalmente del sostegno finanziario dei membri soci e della collaborazione attiva dei proprietari degli spazi scelti per i concerti.
Per questa dodicesima edizione del Festival sono stati previsti cinque appuntamenti, compresi tra il 18 e il 29 luglio e suddivisi tra le provincie di Siena, Firenze e Pisa: Castello della Panaretta e Pieve di S.Appiano in Val d'Elsa, Borgo Pignano presso Volterra, Castello di Volpaia nel cuore del Chianti. L'onore dell'apertura della rassegna per quest'anno è spettata alla dimora fortificata di Torre di Grignano, al confine tra i territori senesi e fiorentini lungo il torrente Pesa. Nel 1963 il torrione fortificato fu acquistato e restaurato dallo storico e scrittore inglese Raymond Flower, conoscitore di quelle zone per avervi combattuto durante la Seconda Guerra Mondiale, e che al Chianti dedicò il volume Chianti: storia e cultura, ricerca che ha segnato la scoperta della zona da parte degli inglesi, che verso la fine degli anni '70, iniziarono a colonizzare queste terre comprando poderi agricoli e dimore storiche dismesse; seguirono poi gli olandesi sulle orme della loro regina Beatrice che mise dimora a S. Casciano Val di Pesa. Del resto al festival si parla essenzialmente inglese, si può praticare anche l'olandese, mentre l'uso della lingua italiana rimane per i pochi residenti locali frequentatori degli appuntamenti concertistici.
Non fanno mancare il loro supporto finanziario i vari Istituti Culturali britannici operativi sul territorio nonchè il Consorzio dei Comuni del Chianti per la valorizzazione delle dimore storiche tramite sostegno bancario. Quest'anno gli organizzatori hanno avvertito un po' di fatica nel trovare finanziamenti. A segnalarlo, a fine concerto, lo stesso portavoce del Festival e la direzione artistica rammaricati che nel corso della vita della manifestazione il numero degli eventi si sia dimezzato.
Gli artisti invitati sono originari di diverse parti del mondo. Provenienti quest'anno dall'Australia erano il mezzosoprano Deborah Humble, specializzata nel repertorio wagneriano e in organico all'Opera di Amburgo, e il giovane e promettente pianista Jayson Gilliam, finalista dei concorsi pianistici Leeds e Van Cliburn e già prentato nell'edizione passata; dalla Gran Bretagna due gruppi da camera stabili alla stagione concertistica della Wigmore Hall di Londra (The Schubert Ensemble e The Nash Ensemble of London); dall'Italia il talento del giovane violinista palermitano Andrea Obiso (classe 1994). Pur con diverse esperienze accademiche. gli esecutori si alternano tra loro dando forma a vari tipi di organico, confrontandosi nel repertorio da camera più consolidato.
L'inagurazione della rassegna, avvenuta il 18 luglio presso il suggestivo cortile della Torre di Grignano con panorama sulle verdi colline del Chianti, ha visto la presenza di Deborah Humble, accompagnata dal pianista Jayson Gilliam, con il violino del direttore artistico Joris van Rijn e musiche di Johann Sebastan Bach (Toccata BWV n. 916), Ludwig van Beethoven (Sonata n. 8, op. 30/3), tre dei Wesendoncklieder di Richard Wagner, le Danze Rumene per violino e pianoforte di Bela Bartok e, infine, i Zigeunerlieder op. 30 di Brahms per voce e pianoforte.
Il programma faceva perno sulla capacità di accompagnamento del giovane pianista. Preciso e misurato nell'esecuzione della Toccata di Bach, ha saputo rendersi interprete degno di nota nella Sonata beethoveniana e nelle Danze rumene di Bartok giocando con le sonorità morbide del violino di Van Rijne e ben giostrandosi fra cambi di ritmo e di colore. Per la parte vocale, se i Wesendoncklieder wagneriani risultavano aspri all'ascolto, la vocalità da mezzosoprano drammatico della Humble è riuscita a trovare la giusta espressione nelle sonorità tzigane di Brahms, esaltando il colore ora patetico ora giocoso di quei ritmi ungheresi cari all'autore.
Alla replica del concerto il 20 luglio alla Pieve di S. Appiano parteciperà anche Andrea Obiso.
Ha fatto da contorno alla qualità dell'esecuzione degli artisti il calore del folto pubblico (in gran parte soci e rappresentanti degli sponsor della manifestazione) che ha decretato il successo di questa nuova edizione del Festival. Sono già in corso le trattative per il prossimo programma, alla ricerca di nuove località da proporre agli estimatori degli angoli più remoti delle province toscane.