L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

london symphony orchestra

Sentieri diversi e incerti

 di Federica Fanizza

Noseda, alle prese con una sala dall’acustica difficile, guida la London Symphony Orchestra ora senza imprimere una chiara intenzione interpretativa, ora dando l'impressione di forzare la natura della partitura: a farne le spese soprattutto l’esecuzione della Sinfonia n. 2 di Rachmaninov.

MERANO, 1 settembre 2016 - Ogni anno la città di Merano (provincia di Bolzano), durante le Settimane Musicali, diventa punto di incontro europeo per gli amanti della musica classica. Giunto alla trentunesima edizione, fin dalla nascita questo festival ha saputo attrarre anche molti spettatori, non solo appassionati di musica classica. Non è un caso che da anni il cartellone si articoli in cinque sessioni: il programma sinfonico (classic), la musica barocca (barocco), la musica da camera (matinée classique), i progetti trasversali (colours of music) e le esibizioni a cappella (vox humana), cui quest'anno si aggiungevano anche appuntamenti da altre rassegne minori operanti nel circondario meranese, come quelle barocche e di musica antica tra Castel Tirolo e Castel Scenna. Per la sua particolare offerta, non entra in competizione con le manifestazioni di Bolzano Festival Bozen che hanno i loro punti di forza negli eventi legati al Concorso pianistico Ferruccio Busoni e nel programma dei concerti dell’Eyco (l’Orchestra Giovanile Europea) e della Gustav Mahler Chamber Orchestra.

Già all’inizio, quando Sir Neville Marriner, fondatore dell’Academy of St. Martin in the Fields, assisteva il direttore artistico Andreas Cappello, Merano ha puntato sulla qualità, diventando tappa di riferimento delle tourneé delle principali orchestre europee lungo la via dei più importanti festival: molto di quello che si ascolta nella cittadina altoatesina si ritrova anche nei cartelloni di Lucerna, Milano, Torino, Salisburgo, Stresa, Verona e Firenze.

In questa edizione 2016 l’onore dell’apertura della manifestazione è stata affidata a Riccardo Chailly con l’Orchestra Filarmonica della Scala; Gianandrea Noseda ha guidato la London Symphony Orchestra nel suo tour estivo che la vede impegnata in quattordici tappe tra Slovenia, Austria, Svizzera, Repubblica Ceca, Italia, Svizzera e Spagna. Nella tappa meranese, primo appuntamento della serie di concerti italiani, il programma presentato nel salone del Kursaal prevedeva di Wagner il Preludio dai Die Meistersinger von Nürnberg (1867), La Mer (tre schizzi sinfonici per orchestra) di Debussy (1903) e la Sinfonia n. 2 di Rachmaninov (1908).

In una intervista rilasciata sulla stampa locale è lo stesso Noseda a spiegare il legame tra i brani: per il Preludio dai Die Meistersinger si tratta della più straordinaria e sorprendente scrittura contrappuntistica prodotta a metà Ottocento; nel caso de La Mer di Debussy vengono esaltati gli effetti coloristici più degli elementi melodici o ritmici, “con La Mer, Debussy non si propone un obiettivo descrittivo, piuttosto ricerca il mistero, dipinge la mutevolezza e l'incertezza, ma allo stesso tempo non è mai esplicito nel messaggio che trasmette, perché spinge l'ascoltatore ad usare la memoria e l'immaginazione”; infine Sergej Rachmaninov che con la Sinfonia n. 2 ottiene un clamoroso successo dopo l’insuccesso della Prima sinfonia, per nulla ben accolta. Il direttore racconta la genesi del lavoro sinfonico “questa Seconda è puro Rachmaninov, ma ha una struttura molto più tonica e molto tedesca. Non a caso fu composta a Dresda. Insomma, la sua lingua russa che si è rifugiata però nelle strutture tedesche”. Un programma, quindi molto impegnativo, come ha riconosciuto lo stesso Gianandrea Noseda, ma ritenuto di nessuna difficoltà viste le grandi e riconosciute doti della London Symphony Orchestra nell'affrontare repertori diversi.

Le premesse per poter ascoltare una grande esibizione c’erano tutte, ma tra i propositi e il risultato qualcosa non ha funzionato. Se si riconoscono le virtù tecniche della LSO, stava al direttore fornire un'interpretazione in modo da introdurre il pubblico nel mondo del compositore. Complice anche la particolare struttura acustica del salone Kursaal, che certamente non facilitato la diffusione del suono, l’orchestra è stata esecutrice, Noseda concertatore ma non interprete. Il risultato indistintamente per il tre brani programmati è stato un accavallarsi di sollecitazioni musicali indistinte che non faceva alcun distinguo tra le annotazioni di colore che, specie nel brano di Debussy, erano determinanti per l’ascolto e la comprensione del brano.

In Rachmaninov si percepiva un lavoro di ricerca su altri mondi sonori rispetto alle intenzioni dell’autore, portando così alla luce ciò che nella partitura si può appena intravedere: non le ampie citazioni dal post-romanticismo sinfonico di Čajkovskij e di Rimskij-Korsakov, ma il sorgere delle avanguardie del primo Novecento, i lavori di Stravinskij o Mahler enfatizzate dal direttore a scapito dell’ampio fraseggio che la Seconda Sinfonia n. 2 nell’Adagio del III movimento offre all’ascoltatore.

Non ha fatto eccezione a questa situazione di poca chiarezza interpretativa il preludio wagneriano, che l'autore, nella sua autobiografia, disse ispirato da un tramonto in Renania: “Durante un magnifico tramonto, contemplando dal mio balcone la splendida vista della città 'd'oro' di Magonza col Reno che le scorreva davanti maestoso in un fiammeggiare di luci, sentii formarsi improvvisamente nell'anima, nitido e preciso, il preludio dei Meistersinger, che una volta m'era apparso con oscuri contorni a guisa d'un lontano miraggio. Lo notai tale a quale come ora sta nella partitura, racchiudente in sé, con la maggior precisione, i motivi principali dell'intero dramma. Da questo momento in poi continuai a comporre una scena dopo l'altra, secondo l'ordine in cui si presentavano nel testo.”

Alla fine il pubblico, che in trent'anni ha maturato una coscienza critica libera da ogni suggestione, ha accolto con calore tutta l’orchestra e la presenza di Gianandrea Noseda sul podio, calibrando però nel corso della serata gli applausi in modo distinto sui diversi brani.


 

 

 
 
 

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