Il mormorio del ruscello
di Suzanne Daumann
Incantevole Lohengrin in forma di concerto per la stagione di Angers Nantes Opéra.
NANTES, 16 settembre 2016 - «Come un ruscello che risuona in un magico mormorìo.» Così commenta il piccolo Nepomuk, il nipote del compositore Adrian Leverkühn, eroe del Dr Faustus di Thomas Mann, le storie che gli vengono raccontate. Ed è così che noi potremmo commentare questa splendida rappresentazione in forma di concerto di Lohengrin. Fin dal preludio, l’Orchestre National des Pays de la Loire, diretta da Pascal Rophé, ci trasporta in un paese lontano.
Wagner in forma di concerto può sembrare azzardato, essendo le sue opere un tantino lunghette. Non lo è affatto, al contrario: si comprende meglio il senso di questa vicenda arciromantica, archetipica, quando non si è costretti a domandarsi il senso di questo o quell'oggetto sulla scena, di una o un'altra scelta nei costumi.
Questa sera, soprattutto, la vicenda è narrata in maniera magistrale.
Pascal Rophé concerta a mani nude, con un'intelligenza che penetra e illumina l'opera in tutte le sue dimensioni. Vi instilla un respiro permanente e intenso che fa procedere la vicenda come un ruscello che risuona in un magico mormorìo. Con il vasto organico wagneriano e i due cori, salvaguarda la leggerezza. I tempi sono sempre giusti; stacca, è vero, il duetto Ortrud – Telramund del secondo atto con una lentezza che potrebbe sembrare pesante, ma nei fatto evidenzia tutta la forza drammatica di questa scena cardine.
Il cast non è da meno: il soprano Juliane Banse è una splendida Elsa, sognante ed eterea con la sua voce sempre dolce ed elegante anche negli acuti più forti. Elsa, a conti fatti, non è che un'adolescente che sogna il principe azzurro, si lascia sedurre da quel serpente che è Ortrud, e infine scaccia il principe dal letto nuziale. Ortrud, invece, è una donna, è LA donna. Catherine Hunold, apprezzata già a Rennes in questo ruolo [leggi la recensione] e che siamo felici di ritrovare questa sera, la incarna con brio, in tutti i sensi. Con lei, Ortrud è indomita, è una donna che non si sottomette, sa ciò che vuole e non teme di assumersi le sue responsabilità. Il mezzosoprano, come il suo personaggio, non teme di raggiungere il limite. Grande voce generosa e ampia, libera e naturale, raggiunge con facilità gravi e acuti del ruolo; con il suo timbro d'oro e miele sa, altresì, instillare una goccia di fiele nelle parole della straga, così come si conviene. Grazie a lei si comprende che il vero protagonista della vicenda è Ortrud. Non è solamente la strega avida di potere, che cerca ad ogni costo d'impadronirsi del ducato del Brabante, è anche una pagana che prega gli dei germanici e osteggia l'avvento del cristianesimo con il suo emblematico simbolo del Graal... Il suo consorte, Friedrich von Telramund, non è che una marionetta nelle sue mani, in fin dei conti. Qui è interpretato dal baritono inglese Robert Hayward. Timbro scuro, intensa recitazione – entrambi ci fanno immaginare tutto un mondo attorno a loro.
Il tenore tedesco Daniel Kirch, già messosi in luce in Die Tote Stadt in questo stesso teatro [leggi la recensione], è Lohengrin. Con la sua voce dal timbro Avec sa voix au timbre caldo, con un po' di metallo, è un protagonista virile e valoroso, un prode cavaliere bien comme il faut.
L'elegante basso Jean Teitgen interpreta il re Heinrich con dignità e impeccabile dizione. Il suo araldo è il baritono Philippe-Nicolas Martin, non meno distinto.
Serata wagneriana affascinante, dunque, che si conclude con applausi a non finire e ben meritati. Bravi tutti, e grazie!
Ultima rappresentazione, martedì 20 settembre, alle 19 ad Angers: per chi fosse in zona, da non perdere!