Un Barbiere di famiglia
di Federica Fanizza
Al Teatro Ristori di Verona, Il Barbiere di Siviglia interpretato da giovani artisti a scopo benefico.
VERONA, 18 settembre 2016 - Non capita spesso di vedere gruppi di famiglie formate da nonni, genitori e ragazzini affollarsi in attesa dell'apertura di un teatro per una rappresentazione lirica.
Complici il titolo, Il barbiere di Siviglia di Gioacchino Rossini, e le finalità benefiche della manifestazione, per due giorni - sabato 17 settembre e domenica 18 settembre - al Teatro Ristori di Verona si è registrato il tutto esaurito in occasione dell'evento promosso dall'associazione delle Acli Arte e Spettacolo della provincia di Verona a sostegno delle adozioni internazionali.
Certamente la solidarietà ha avuto il suo peso nel richiamo esercitato dallo spettacolo, ma la folta presenza di gruppi familiari suggerisce che, forse, se l'opera diventasse meno autoreferenziale potrebbe accogliere nuove tipologie di spettatori.
Con il patrocinio del Comune di Verona, hanno collaborato alla realizzazione gli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Verona, l’Orchestra Sinfonica Città di Verona, diretta da Francesco Mazzoli, l'associazione Opera Moderna e la Compagnia Chrono Academy per la regia e coreografia di Giulio Covallero.
Per selezionare gli interpreti si sono indette audizioni dalle quali sono emersi Camilla Antonini (Rosina), Carlo Giacchetta (Conte d'Almaviva), Alberto Gallo (Figaro), Ferruccio Finetti (don Basilio), Alberto Bianchi Lanzoni (don Bartolo), Gabriele Barinotto (Fiorello), Medea De Anna (in sostituzione di Valentina Pennino, Berta). Purtroppo un'orchestra troppo fracassona copriva spesso le voci dei cantanti, ma la messa in scena è risultata molto piacevole, anche per l'inserimento di coreografie a sostegno dell'espressione musicale. In luogo di comparse che spesso, in allestimenti ben più importanti, riempiono il palcoscenico con azioni prive di senso se non, addirittura, fuori luogo, in questo caso l'azione coreografica offriva un elemento di novità alla narrazione musicale, senza sovrapporsi al ruolo dei cantanti.
Una regia elegante, molto semplice nei gesti, ha condotto la vicenda di Figaro in porto, senza cadere negli eccessi caricaturali che spesso tendono a connotare i personaggi comprimari (vittima predestinata, don Basilio) e alcune scene, come l'entrata di don Alonso e la scena del taglio della barba. Le azioni coreografiche che coinvolgevano, in questo caso, anche i solisti, hanno reso il tutto in modo molto semplice e divertente senza appesantire con gag grottesche o irriverenti. Contribuivano al buon risultato le scene digitali, che ricreavano gli ambienti con pochi tratti stilizzati ed evocativi, così come i dignitosi costumi d'epoca. Il tutto risultava allestito con grazia e semplicità nonostante i pochi mezzi a disposizione.
Tutti i giovani interpreti sono ancora impegnati nella giusta gavetta, ma disponibili a mettersi in gioco, e un gran successo, alla fine, ha arriso a tutti, con anche i più piccoli spettatori rimasti al loro posto fino alla fine della rappresentazione.