Il Falstaff di Alvarez diverte e commuove
Ottima la prova di Carlos Alvarez nei panni del cavaliere in disarmo. La cifra caratteristica della sua interpretazione risiede nella mirata ricerca del personaggio che va al di là delle vicissitudini fantozziane: il Falstaff di Alvarez diverte e commuove, evidenzia i dissidi interiori ed enfatizza quell’amara nostalgia degli anni passati di cui si tinge il monologo dell’ultimo atto. Alla ricerca drammatica così minuziosa si accompagna un’eguale raffinatezza nel canto, che ben valorizza la parola scenica in tutte le sue sfumature. La voce di Alvarez è luminosa, potente anche nella zona più acuta, sempre corretta nell’emissione. Molto interessanti la scelta degli accenti che restituiscono al personaggio tutta la caratura nobiliare.
Interessante la voce del baritono Tommi Hakala che drappeggia con intelligenza e incisività il personaggio di Ford. Nonostante qualche leggera forzatura nella voce, il fraseggio è nitido e permette di fruire di tutti i dettagli della partitura. Meno nobile il Fenton di Francesco Marsiglia, che appare sfogato nella tessitura acuta e abbastanza piatto dal punto di vista dinamico.
Lunare Valentina Farcas nelle vesti di Nanetta. La voce cristallina corre perfettamente nella sala del Regio di Torino, permettendo al pubblico in sala di apprezzare tutte le sfumature della parte. Celestiale nella difficile aria finale, il soprano esalta con filature e smorzature la liricità della fanciulla innamorata. L’uso corretto della respirazione e del legato le hanno consentito di delineare una figura evanescente e onirica. Erika Grimaldi tratteggia un’Alice molto sensuale. Il bel timbro lirico ben si presta alla duttilità del personaggio, risultando interessante sia nei momenti cantabili sia in quelli più goliardici. Buona la prova di Monica Bacelli (Meg).