Piccolo barocco tedesco
di Giuliana Dal Piaz
Il 2017 si apre, per la Tafelmusik Baroque Orchestra, all'insegna della musica tedesca del XVII secolo.
TORONTO, 19 gennaio 2017 - Quando è iniziato il concerto Barocco Tedesco Intimo, con il quale la Tafelmusik Baroque Orchestra di Toronto ha ripreso l'attività dopo la pausa natalizia, il pubblico che si assiepava nella chiesa anglicana Trinity-St.Paul si è trovato davanti un piccolo complesso da camera di appena otto strumentisti (l'orchestra al completo conta quindici elementi permanenti e vi si aggiungono a volte strumentisti ospiti), per un programma dedicato a cinque autori tedeschi del diciassettesimo secolo: Heinrich I.F. von Biber (Sonata n. 1 dal Ficinium sacro-profanum, e poi Sonata n. 3 per violino e continuo del 1681); Dietrich Buxtehude (Cantata Mein Hertz ist bereit - Il mio cuore è deciso); Philip Friedrick Böddecker (Sonata sopra la Monica, da Sacra Partitura); Johann Christoph Bach, cugino di primo grado ma quarant'anni maggiore del più famoso Johann Sebastian, sul quale esercitò grande influenza musicale (Lamento Wie bist du denn, o Gott? - Perché sei irato con me, o Dio?), e infine Johann Sebastian Bach, con la Cantata 82 Ich habe genug (Ho avuto abbastanza), ispirata all'episodio della Presentazione di Gesù al Tempio, quando l'anziano sacerdote Simeone dichiara di essere pronto a morire perché i suoi occhi hanno visto il Salvatore e le sue braccia hanno potuto stringerlo al cuore.
Il baritono inglese Peter Harvey è stato il cantante ospite che ha magistralmente interpretato con ottima pronuncia tedesca le due Cantate e il Lamento di Bach, mentre gli altri tre brani, puramente strumentali, hanno visto formazioni musicali varie, dai soli quattro elementi della Sonata di Böddecker (violino, dulciana, liuto e organo barocco) agli otto della prima Sonata di Biber.
Particolarmente apprezzata, con finanche l'avvio di un applauso a scena aperta decisamente insolito da parte di un pubblico conoscitore come quello della Tafelmusik, la Terza Sonata di Biber per cinque strumenti (violino, violoncello, contrabbasso, liuto e organo) in cui l'assolo violinistico di Julia Wedman ha fatto trattenere il fiato più di una volta. Sembrava di assistere a una scena teatrale di famiglia, in cui le voci gravi di genitori e zii si contrapponessero serie e posate (il basso continuo) ai salti e ai trilli di un adolescente ribelle, che si lanciava in una serie di variazioni e di virtuosismi per poi essere di nuovo riagganciato e messo a freno. L'altro brano che ha entusiasmato è stato la Cantata finale di J.S. Bach, Ich habe genug, interpretata con particolare passione da Peter Harvey e dagli strumentisti tutti.
Una serata che è stata un autentico piccolo gioiello musicale.
Peter Harvey - baritono
Jeanne Lamon e Julia Wedman - violini
Thomas Georgi - violino e viola
Patrick J. Jordan - violaChristina Mahler - violoncello
Alison Mackay - violone e contrabbasso
John Abberger - oboe
Dominic Teresi - dulciana
Lucas Harris - liuto barocco
Charlotte Nediger - organo barocco