Pierino sul Reno
di Roberta Pedrotti
Elio e l'Orchestra regionale dell'Emilia Romagna portano il capolavoro per l'infanzia di Prokof'ev nei piccoli centri regionali.
CASALECCHIO di RENO (BO), 19 gennaio 2017 - “L’oboe e il clarinetto si somigliano molto: bambini, sapete qual è la differenza?” - “Il nome”. La compassata prontezza di spirito di un ragazzino di Casalecchio di Reno riesce per un attimo ad ammutolire perfino il maestro Stefano Belisari, in arte Elio, voce recitante di questo Pierino e il lupo itinerante fra i piccoli centri dell’Emilia Romagna. Ma il buon numero di giovanissimi presenti questa sera al teatro Laura Betti non si è distinto solo in simpatia nella partecipazione, ma anche e soprattutto per la preparazione (c’è anche chi ha dimostrato di avere nozioni di organologia non scontate) e l’educazione. Tanti adulti frequentatori di teatri d’opera e sale da concerto blasonate, bisbigliatori, suonatori professionali di carte di caramelle o dipendenti compulsivi da strumenti tecnologici avrebbero molto da imparare da questi ragazzi.
Di fronte a questa bella platea la serata si apre con due ouverture rossiniane, dall’Italiana in Algeri e dal Barbiere di Siviglia, per poi passare al piatto forte del programma, la grande partitura didattica di Prokof’ev, uno di quei capolavori che non si smetterebbe mai di ascoltare perché hanno sempre qualcosa di nuovo da insegnare, uno di quei casi miracolosi in cui, al pari dei testi di Rodari, l’aggettivo è sinonimo di una luminosa e profonda comunicazione, non di pedanteria compiaciuta. Come Il libro degli errori è una summa di ortografia ed etica che pone in primo piano la qualità letteraria e la piacevolezza irresistibile della lettura, così Pierino e il lupo è la chiarissima scomposizione di un poemetto sinfonico narrativo di prim’ordine, un manuale di orchestrazione e costruzione tematica che, sì, insegna ai più piccoli a conoscere gli strumenti di un complesso sinfonico, ma non si ferma certo a illustrare timbri con personaggi alla maniera degli antichi abbecedari.
Sotto la guida di Roberto Polastri, l’Orchestra Regionale dell’Emilia Romagna sta al gioco, si gode l’abbraccio del pubblico e si dedica appassionatamente al docere delectando. Elio è l’artista che sappiamo, ironicamente distinto anche nel rosso abbagliante del suo completo e nell’impeccabile parrucchino sfoggiato con nonchalance. Non ha bisogno mai di strafare, rielaborare, trasformare Pierino e il lupo in un suo show personale: sa fare dell’introduzione un garbato e surreale dialogo con la platea, spiega di essere lì a raccontare la fiaba “perchè altrimenti… avrebbero chiamato qualcun altro”, gestisce da par suo continui ribaltamenti di ruolo con alcuni bambini in sala, fra domande e spiegazioni, poi racconta, semplicemente racconta. E l’attenzione è tutta sul rapporto fra la musica e le vicende di Pierino, con leggerezza e ritmo perfetto.
Fra i copiosi applausi arriva un bis che è una sorpresa e il coronamento ideale della serata: l’ouverture del Signor Bruschino con Elio, in veste di percussionista, a sostituire i colpi d’archetto sui portalumi previsti in partitura per i violini. Chi non conosce l’opera rossiniana è preso alla sprovvista e si diverte un mondo; chi la conosce a menadito si gode l’ironia di scena e controscene sempre perfettamente a tempo, e si diverte un mondo. Chi poi si ricorda che la militanza effettiva di Elio, al di là dei serissimi studi in Conservatorio, in ambito classico è iniziata proprio con l’Isabella di Azio Corghi (dall’Italiana in Algeri) a Pesaro non potrà non apprezzare le liaison rossiniane che incorniciano questo Pierino e il lupo.
Poiché gli spazi del teatro Laura Betti non permettono movimenti agevoli dell’orchestra fra camerini e retropalco, nel saluto caloroso di un pubblico educatissimo non lascia la propria poltrona fino all’ultimo, i professori attraversano la platea sorridenti, sfilano con gli strumenti in mano, chiudono a meraviglia una serata di rara piacevolezza, da qualunque prospettiva ed esperienza la si guardi.