Banchetto per pochi intimi
di Giuliana dal Piaz
L'organico ridotto e l'assenza di importanti elementi stabili non ha giovato al debutto dell'oratorio di Handel nel repertorio della Tafelmusik Baroque Orchestra, benché si sia trattato comunque di un'esecuzione decorosa con una buona compagnia di canto.
TORONTO, 22 febbraio 2018 - Un organico inusuale della Tafelmusik Baroque Orchestra per l’oratorio di Haendel per la prima volta nel suo repertorio e in programma a fine febbraio: solo quattro dei nove violini sono quelli stabili della nota orchestra barocca (mancava all'appello anche il direttore artistico e violino solista Elisa Citterio), numerose le aggiunte tra gli archi e assenti per malattia anche l’oboista italiano Marco Cera e l’organista Charlotte Nediger.
Tali variazioni hanno forse contribuito allo scarso mordente della prima parte del concerto, in cui soprattutto il secondo violoncello, Felix Deak, non mi è parso all’altezza.
Ivar Taurins, direttore del coro della Tafelmusik, e in questo caso anche dell’orchestra, è bravissimo nel suo ruolo abitualee da sempre appassionato interprete di Haendel, ma non è attrezzato per i miracoli: i ventisettte elementi di quest’organico reggono con difficoltà il confronto con altri ensemble, come ad esempio il “Concentus Musicus” di Vienna, così come i ventidue giovani membri del coro non possono competere con la forza dei 40 quaranta e oltre degli omologhi austriaci.
L’esecuzione è stata comunque molto corretta e decorosa, riprendendo inoltre vivacità ed energia nella seconda parte dell’oratorio. Taurins ha scelto di ampliarlo con l'inclusione, nella prima parte, del Concerto per arpa in Si Maggiore dopo il recitativo del tenore “Timotheus plac’d on high”, e, nella seconda parte, del Concerto per organo in Re Minore, prima del coro conclusivo. Assente, in cambio, l’originario concerto grosso in Do Maggiore per oboi, fagotto e corde, che figurava tra la prima e la seconda parte.
Solisti invitati, con la brava arpista barocca Julia Seager-Scott, il soprano lirico leggero Amanda Forsythe, noto e apprezzato in Nordamerica, con al suo attivo anche un paio di presenze al Rossini Opera Festival di Pesaro; il tenore britannico Thomas Hobbs, molto richiesto in ruoli barocchi e di musica antica; il baritono canadese di origine britannica Alexander Dobson. Tutti hanno interpretato efficacemente recitativi secchi e accompagnati e arie. La Forsythe è molto piaciuta al pubblico, ma sembra pensare che la bravura consista soprattutto nella forza degli acuti e in un'eccessiva esuberanza nelle colorature. Impeccabile il tenore, molto sobrio nel suo “racconto”. Quanto a Alexander Dobson, si è disimpegnato con grande efficacia in un ruolo che sarebbe più da basso che da baritono, cosa abituale per lui sia in campo operistico come in concerto.
ALEXANDER’S FEAST or the Power of Music
Stagione 2017-18 della Tafelmusik Baroque Orchestra (22-25 febbraio 2018).
Musica di Georg Frideric Haendel, testo di Newburgh Hamilton da un poema di John Dryden. Koerner Hall del TELUS Centre for Performance & Learning.
Direttore musicale e del Coro: Ivar Taurins. Solisti: Amanda Forsythe, soprano. Thomas Hobbs, tenore. Alexander Dobson, baritono. Julia Seager-Scott, arpa. Organo: Neil Cockburn, in sostituzione di Charlotte Nediger.