La vampa sfavilla o muor
La seconda compagnia varia gli equilibri ma non il risultato complessivo del dittico verista al Comunale di Bologna
BOLOGNA, 17-19-21 dicembre 2019 - L'alternanza dei cast riscrive gli equilibri del dittico verista al Comunale e, là dove in Cavalleria rusticana la Santuzza di Veronica Simeoni era cardine fragile, ora Sonia Ganassi - anche ad onta di mezzi non più freschissimi - esprime una partecipazione e un coinvolgimento che rinnovano la formazione belcantista al sorprendente servizio del linguaggio mascagnano. Si trova in buona sintonia, gettandosi a capofitto anima e corpo nel dramma, con il Turiddu di Angelo Villari, che anche nei panni di Canio conferma la sua affinità a questo repertorio: volume, smalto, chiarezza di dizione sono dalla sua, anche se talora l'impeto fa sfuggire un'esattezza impeccabile d'intonazione.
In Cavalleria non cambiano la Lola di Alessia Nadin e la Mamma Lucia di Agostina Smimmero, entrambe perfettamente in parte. Subentra, invece, come Alfio e, nei Pagliacci, come Tonio/Prologo, Stefano Meo, voce piuttosto opaca, che tende a svanire quando dovrebbe cercar sfumature, interprete piuttosto convenzionale e ruvido. Carmen Solis, come Nedda, fa sentire una voce robusta ma non esente da qualche spinta di troppo, mentre Vincenzo Nizzardo è un robusto Silvio ancora un po' squadrato nel fraseggio. Marco Puggioni si destreggia a dovere come Peppe.
Tutto va in porto, infine, lasciando soddisfatto il pubblico bolognese accorto per due fra i titoli più popolari dell'intero repertorio.