Tra verità e illusione
di Stefano Ceccarelli
Il Reate Festival, giunto alla XIII edizione, presenta al pubblico romano del Teatro Palladium, nel cuore storico della Garbatella, una bella produzione di La medium di Giancarlo Menotti. La direzione è affidata a Giovanni Di Stefano; la regia a Cesare Scarton; le scene a Michele Della Cioppa. Fra gli interpreti ottengono un notevole successo personale Eleonora Bellocci (Monica) e Manuela Custer (Signora Flora).
ROMA, 3 ottobre 2021 – Al Teatro Palladium va in scena, in seno alla programmazione della XIII edizione del Reate Festival, La medium di Giancarlo Menotti. Opera affascinante e altamente drammatica, anche se giocata in un breve lasso di tempo e con ‘poco’ dispiegamento di forze, La medium ha, tuttavia, scarso corso sui palcoscenici italiani, come – purtroppo – la musica di Menotti in generale, che è di notevole raffinatezza. Lo dimostra proprio la partitura di La medium, per piccola orchestra, qui diretta da Giovanni Di Stefano e letta da Ensemble Novecento dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Di Stefano fa un buon lavoro con gli orchestrali: gli effetti dei singoli strumenti nell’impasto armonico emergono con nettezza, donando plasticità alle presenze musicali spettrali che affastellano la partitura. Ugualmente, l’orchestra e Di Stefano sono assai bravi nello scontornare i momenti più drammatici dell’opera, in particolare i deliri della medium.
Le scene sono affidate a Michele Della Cioppa, il quale sfrutta bene un palco certo non paragonabile a quello di un canonico teatro d’opera. Un tavolo centrale e una serie di alti paraventi che coprono il fondale incorniciano un semplice interno, ravvivato dai bei costumi (a firma di Anna Biagiotti) indossati dai vari personaggi, tutti classici, di un semplice gusto borghese tipico del secolo precedente. Il regista Cesare Scarton sfrutta bene l’ambiente scenico e fa un ottimo lavoro sui personaggi, che appaiono tutti ben definiti. In particolare, complimenti ad Andrea Sorrentino che veste i panni di Toby, una comparsa muta che ha un ruolo centrale nella trama e che si esprime esclusivamente con il linguaggio del suo corpo. Scarton propone una regia lineare, d’effetto e ben riuscita, che si concentra sui singoli personaggi e regala momenti indimenticabili, come la scena dell’apparizione della figlia della Signora Nolan e la morte di Toby – il cui sangue è rappresentato dalle vesti che via via lascia cadere dopo essere stato colpito dalla pistola della medium. Le luci (a cura di Andrea Tocchio) sono usate con ottimo criterio nei momenti più drammatici dell’opera.
Gli interpreti eseguono benissimo le loro rispettive parti. I ruoli principali, Flora e Monica, sono affidati rispettivamente a Eleonora Bellocci e Manuela Custer. La Bellocci, dalla voce gentilmente vibrata e squillante, canta una graziosa Monica, in particolare nelle sue esternazioni liriche più delicate (come la ninna-nanna e i momenti di intimità con l’amato Toby). La Custer esprime un canto robusto e brunito, imprimendosi nella memoria degli spettatori soprattutto nell’arioso finale, un’autentica climax di follia culminata con l’omicidio dell’ingenuo zingaro Toby. Meritatissimi gli applausi alla fine dell’opera.
foto Andrea Rossi