L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Luce e sentimento

di Ramon Jacques

La ripresa dell'allestimento di Madama Butterfly firmato da Anthony Minghella si avvale di un buon cast capitanato da Eleonora Buratto, Cio Cio San ingenua e piena di sentimento, ma anche di sicurezza e dignità.

NEW YORK, 3 aprile 2022 - Madama Butterfly di Puccini, uno dei titoli più conosciuti e celebrati del repertorio operistico, è stato ripreso in questa stagione sul palcoscenico del Metropolitan, con la messa in scena del regista inglese Anthony Minghella (1954-2008), che è già considerata una produzione classica in questo teatro dove è stata vista per la prima volta all'inizio della stagione 2006. È un allestimento luminoso e colorato, all'interno di un imponente rettangolo, che coglie l'influenza orientale della trama, con la brillante illuminazione di Peter Mumford, alcuni spunti concettuali, come figure quadrate in movimento o le porte scorrevoli, che rappresentano una casa giapponese, vicine al boccascena ed enormi specchi nella parte superiore che ingrandiscono l'azione; l'impianto scenico è ideato dallo stesso Minghella e dal designer canadese Michael Levine, che inseriscono anche l'apparizione di alcuni pupazzi - dal tradizionale teatro giapponese Bunraku - che rappresentano il figlio di Cio-Cio San e la stessa geisha durante i suoi sogni. Questi, con gli eleganti costumi in linea con la produzione, sono elementi che si aggiungono a rendere lo spettacolo attraente per lo spettatore. Tuttavia, col passare del tempo c’è una certa rigidità che inizia inizia a farsi evidenti.

La parte vocale è stata ben eseguita da un cast capitanato dal soprano Eleonora Buratto, che ha soddisfatto la sua interpretazione vocale e scenica del personaggio centrale. La voce ha acquisito più corposità, senza perdere la brillantezza del timbro e l'elasticità, mostrando eleganza, adeguata proiezione e chiara dizione. La sua caratterizzazione scenica era quella di una Cio-Cio San ingenua e piena di sentimento, che si muoveva con sicurezza e dignità quando il ruolo lo richiedeva. Nei panni di Suzuki si è distinto il mezzosoprano americano Elizabeth DeShong, interprete molto completa, che ha esibito un colore vocale profondo e scuro e una performance convincente, cambiando il paradigma secondo cui il suo personaggio dovrebbe essere sottomesso e inconsistente. Da parte sua, il tenore Brian Jadge era un Pinkerton corretto, un po' esagerato nella recitazione, ma con una voce calda e vigorposa e una buona presenza scenica; il baritono David Bizic impersonava un affabile Sharpless, ma, sebbene sia un artista che ha compiuto la sua missione, non ha offerto altro da evidenziare. Corretta è stata l'interpretazione del resto dei cantanti del cast, in particolare il Bonzo è stato affidato al basso Raymond Aceto, interprete sicuro ed esperto, con una carriera di tutto rispetto, soprattutto in teatri di Nord America. Corretto anche il coro.

In questa recita pomeridiana domenicale - orario che qualche tempo fa non era d'abitudine al Metropolitan - il direttore inglese Alexander Soddy ha mostrato un buon ritmo e affinità per la partitura e ha ottenuto una buona risposta dall'orchestra, dalla quale ha ricavato sfumature brillanti, fluidità ed emozione. Non c'è dubbio che l'orchestra è e sarà sempre uno dei punti di forza di questo teatro.


 

 

 
 
 

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