L'urlo di Mahler

di Roberta Pedrotti

Nella Quinta di Mahler a Bologna, Henrick Nánási offre una lettura muscolare che lascia a dir poco perplessi.

BOLOGNA, 7 giugno 2023 - L'ultimo concerto sinfonico del Comunale di Bologna prima della pausa estiva si concentra su un solo brano. Scelta non inopportuna, dato l'impegno che richiede la Quinta di Mahler, ascoltata più volte negli ultimi anni (e, spiace dirlo, con risultati un po' alterni) nelle stagioni del Teatro e della sua Filarmonica. Questa volta sul podio troviamo Henrick Nánási, che può contare su un'orchestra attenta, che non inciampa nelle molteplici trappole tecniche e nei passaggi scoperti disseminati nella partitura. Bravi, anche nelle sezioni più rischiose, come gli ottoni, mentre, purtroppo a non funzionare è proprio la bacchetta. Il direttore ungherese, attivissimo in un repertorio sterminato fra opere e concerti, lascia non poco perplessi per la sua scelta di puntare quasi esclusivamente sulle gradazioni dal Forte al Fortissimo, tanto che si stenta a credere, dalla prepotenza dell'incipit che si potrà crescere ancora per arrivare alla massima veemenza prescritta dall'autore al termine della prima parte. Difatti, tutto risulta inutilmente urlato e appiattito, con il solo povero Adagietto a sfilacciarsi sfibrato in mezzo a tanto sfoggio di potenza senza articolazioni e sfumature.

Va da sé che il suono non possa risultare curato nell'ottica del podio, tutta concentrata sulla prova di forza muscolare, per cui è ancor più lodevole la tenuta – anche in termini di resistenza fisica – dei professori del Comunale. Non si può che augurar loro, nell'avvicinarsi delle vacanze, riposatevi, mertate bacchette migliori.

foto Dino Russo