L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Arsenii Mun vince il primo premio

di Daniele Valersi

Il pianista russo classe 1999 si confronta in finale con lo statunitense Anthony Ratinov (1997) e il giapponese Ryota Yamazaki (1998) e conquista il primo premio al 64° Concorso Busoni.

BOLZANO. Dopo l’ultima prova con l’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento diretta da Arvo Volmer e il lavoro della giuria, con la cerimonia di assegnazione dei premi si è concluso al Teatro Comunale di Bolzano il 64° Concorso pianistico internazionale “Ferruccio Busoni”, che ha visto Arsenii Mun ottenere il primo premio, il secondo premio assegnato ad Anthony Ratinov e il terzo a Ryota Yamazaki. Per la prima volta la prova finale con orchestra si è svolta alle dieci del mattino, un ulteriore novità nell’assetto dello storico concorso, che ora dà molta importanza alla diffusione mediatica, alla digitalizzazione e alla condivisione con il pubblico asiatico; la mattinata è stata seguita, oltre che dalla sala al completo, in diretta televisiva su RAI 5 e Rai Südtirol, in streaming tramite il canale della Fondazione Busoni-Mahler, la piattaforma della Deutsche Grammophon Stage+ e la cinese Amadeus.TV; la diretta radiofonica è stata diffusa da Hong Kong Public Radio e Radio Rai Südtirol. A sottolineare la vicinanza mediatica con l’Oriente, la cerimonia si è aperta con il saluto, in collegamento con la sala, dell’Ambasciatore italiano nella Repubblica Popolare Cinese Massimo Ambrosetti, che ha voluto evidenziare l’importanza dell’Alto Adige nelle relazioni con la Cina, dove il “Busoni” gode ottima reputazione; erano in collegamento anche le sale di cinque università cinesi, che hanno seguito il concorso e che si sono unite nel salutare concorrenti e giuria. Ancora prima dello svolgimento della prova, il direttore artistico del concorso Peter Paul Kainrath annunciava l’assegnazione del sesto premio a Zitong Wang, del quinto a Ron Maxim Huang e del quarto ad Antonio Chen Guang. Si è trattato di una prova veramente entusiasmante: sia i candidati, sia le sezioni dell’orchestra, sia la bacchetta di Volmer, che ha diretto per la quarta volta la finalissima, si sono prodigati con grande generosità e bravura, entusiasmando la sala e meritando delle clamorose ovazioni alla conclusione di ogni concerto. Ogni concorrente era tenuto a mettere in programma due concerti per pianoforte e orchestra, dai quali la giuria ha scelto la Rapsodia su un tema di Paganini op. 43 di Sergeij Rachmaninov per Arsenii Mun, il Concerto n. 3 op. 26 di Sergeij Prokof’ev per Anthony Ratinov, il Concerto n. 1 op. 23 di Pëtr Il’ič Čajkovskij per Ryota Yamazaki, una decisione consona alle diverse personalità artistiche espresse dai tre finalisti in tutto il percorso, durante il quale Mun ha espresso grande originalità e capacità di sorprendere, Ratinov si distingueva per precisione, nitidezza cristallina e grande energia interiore, mentre Yamazaki si faceva ammirare per la bellezza del timbro e l’intensità dell’interpretazione. L’orchestra ha provato per tre giorni con i finalisti, un lavoro particolarmente impegnativo a detta del direttore estone, che si è trovato avvantaggiato dall’esperienza maturata nelle passate edizioni. Ratinov, che ha suonato per primo, sfoggiava un pianismo ai massimi livelli, in una partitura di impervia difficoltà svolta con destrezza ammirevole e con precisione inossidabile; dal canto suo Mun sapeva ben sfruttare gli aspetti spettacolari della Rapsodia di Rachmaninov, che a fianco di episodi virtuosistici offre effetti e soluzioni piacenti, anche nella tessitura orchestrale. Concludeva il magniloquente concerto di Čajkovskij nella solida interpretazione di Yamazaki, che si faceva valere onorevolmente a fronte delle formidabili masse sonore dell’orchestra. Ad Arsenii Mun è andato anche il premio del pubblico (determinato da una votazione online) e il premio Arturo Benedetti Michelangeli, assegnato solo in caso di verdetto unanime della giuria, che da oltre un decennio non veniva assegnato; Antonio Chen Huang si è aggiudicato il premio per la migliore interpretazione di un brano di Busoni e a Zitong Wang è toccato il premio per la migliore interpretazione del brano di musica contemporanea. Il vincitore del Premio Busoni 2023, oltre ad aggiudicarsi il premio in denaro di 30.000 euro offerto dalla Città di Bolzano, avrà diritto a due anni di management artistico gestito dalla Fondazione Busoni-Mahler, con la possibilità di esibirsi in molte istituzioni concertistiche conosciute a livello mondiale. Quest’anno, inoltre, in collaborazione con la piattaforma Amadeus.TV, la consulenza del direttore d'orchestra Zhang Yi e la Schönfeld International String Competition, verrà offerto al vincitore anche un programma di mentoring su un lasso di tempo da definire, che includerà concerti e incontri con partner del mondo musicale cinese, un orizzonte in costante sviluppo per chi si occupa di musica classica in campo imprenditoriale. Assieme a Renzo Caramaschi, primo cittadino di Bolzano e ai rappresentanti degli sponsor, sul palco a fianco dei vincitori erano i membri della giuria Ingrid Fliter (presidente), Iain Burnside, Imogen Cooper, Fulvia de Colle, François-Frédéric Guy, Chen Jiang, Aleksandar Madžar e Clemens Trautmann; il nono giurato Nicolas Namoradze è stato impossibilitato dal contagio da Covid a prendere parte a tutte le sessioni. Breve la conclusione della presidente della giuria, che ha rivolto un generale invito ad ascoltare più musica classica, che può far capire a ognuno molte cose su sé stesso, senza avere paura di inoltrarsi in un genere troppo difficile. Ringraziando per il grande onore offertole, Fliter evidenziava come il “Busoni” non si riduca alla mera ricerca di vincitori, ma abbia anche l’obiettivo di diffondere la musica dei grandi maestri in tutto il mondo.

I PRIMI TRE CLASSIFICATI

Arsenii Mun, nato nel 1999 a San Pietroburgo, formatosi a New York, attualmente residente a New York. Nell’estate del 2019 ha ricevuto il titolo di “Yamaha Artist”; dal 2010 al 2019 ha studiato al Conservatorio di Stato di San Pietroburgo con Alexander Sandler. Attualmente è iscritto alla Juilliard School of Music di New York, dove prosegue la sua formazione con Sergei Babayan. Ha ottenuto riconoscimenti in numerosi importanti concorsi, tra cui il primo premio all’Horowitz Competition in Ucraina, all’Arthur Rubinstein in Memoriam Competition in Polonia e al St. Priest Competition in Francia, il secondo premio al Cliburn Junior Competition negli USA e il premio Tabor per Pianoforte al festival di Verbier. Si è esibito con direttori quali Valery Gergiev, Mei-Ann Chen, Stanislav Kochanovsky, Mark Russell Smith e Ian Hobson.

Anthony Ratinov, nato nel 1997 a South Bend, formatosi a New Haven, attualmente residente a New York. Ha iniziato a suonare il pianoforte all’età di quattro anni assieme alla nonna, Edit Ratinova, che ha insegnato alla Gnessin Music School di Mosca per quarantacinque anni. Tra i numerosi riconoscimenti ottenuti spiccano il premio speciale della giuria all’Hilton Head Piano Competition nel 2022, i primi piazzamenti al Concorso internazionale in Canada nel 2021 e all’Internationale Sommerakademie in Austria. Anthony Ratinov si è esibito in numerose occasioni sia negli Stati Uniti che in Europa, suonando in sedi quali il Royal Concertgebouw di Amsterdam, l’ORF Radio Kulturhaus di Vienna e il Kennedy Center di Washington DC. Dopo essersi laureato con lode in Ingegneria Chimica all’Università di Yale, si è iscritto alla Yale School of Music, dove attualmente studia con Boris Berman.

Ryota Yamazaki, nato a Fukushima, formatosi a Tokyo, attualmente residente a Los Angeles. Ha iniziato lo studio del pianoforte all’età di sette anni; numerosi i suoi riconoscimenti, tra cui il primo premio al Thomas & Evon Cooper (2016), il Grand Prize e il premio del pubblico al PTNA Piano Competition (2014) e il primo premio alla Yasuko Fukuda Scholarship Audition (2013) e al Gina Bachauer International Junior Piano Competition (2012). Yamazaki ha suonato con orchestre quali Cleveland Orchestra, Japan Philharmonic Orchestra, Tokyo City Philharmonic Orchestra e VYO Youth Orchestra. Ha ottenuto una borsa di studio alla Toho Gakuen School of Music, dove è stato seguito da Yuko Ninomiya; attualmente prosegue la sua formazione al Colburn Conservatory of Music di Los Angeles con Fabio Bidini.


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