Il ratto dal serraglio di Strehler alla Scala e su Rai5
A vent’anni dalla scomparsa del grande regista e a dieci da quella del geniale scenografo
Luciano Damiani, la Scala riporta in scena il capolavoro mozartiano nella storica edizione del 1965 con Zubin Mehta, il direttore che la tenne a battesimo. Cantano Lenneke Ruiten, Sabine Devieilhe, Mauro Peter, Maximilian Schmitt e Tobias Kehrer.
Nella parte parlata di Selim il grande attore e regista austriaco Cornelius Obonya.
Diretta Radio Rai il 17 giugno e diretta tv su Rai5 e nei cinema il 19 giugno.
Giorgio Strehler si spegneva a Lugano il 25 dicembre 1997; Luciano Damiani a Roma il 20 giugno 2007. Il Teatro alla Scala ricorda una delle coppie regista/scenografo più straordinarie del teatro italiano riportando in scena il leggendario allestimento di Die Entführung aus dem Serail presentato nel 1965 al Festival di Salisburgo con la direzione di Zubin Mehta, che aveva allora 29 anni, e ripreso nello stesso Festival per otto volte e alla Scala nel 1972, 1978 e per l’ultima volta nel 1994 con Wolfgang Sawallisch sul podio. Lo spettacolo, celebre per il magistrale uso delle luci e delle silhouettes, è oggi riproposto al Piermarini dal direttore che lo vide nascere e si avvale di un cast che comprende alcune delle migliori voci mozartiane del nostro tempo: Konstanze è Lenneke Ruiten, applaudita come Giunia in Lucio Silla nel 2015, Blonde Sabine Devieilhe, al debutto scaligero, che è rapidamente emersa tra i più straordinari soprano di coloratura dei nostri anni, Belmonte il giovane tenore Mauro Peter, Osmin il basso Tobias Kehrer che ha ricoperto lo stesso ruolo a Glyndebourne, Monaco e Berlino, e Pedrillo Maximilian Schmitt. Nella parte parlata del saggio Bassa Selim è in scena Cornelius Obonya, continuatore della tradizione della più prestigiosa famiglia di attori del teatro austriaco, che in veste di regista sarà nuovamente alla Scala nel 2018 per Die Fledermaus. Così il Maestro Mehta ricorda quella collaborazione: “Rammento con gioia il lavoro di Strehler, con le scene di Luciano Damiani. Era geniale l’idea di mettere i dialoghi in piena luce, mentre le arie venivano eseguite in silhouette. Quel gioco di contrasti fu uno dei più fantastici colpi di teatro inventati da Strehler”.
Lo spettacolo sarà trasmesso in diretta da Rai Radio Tre il 17 giugno, e in diretta televisiva su Rai5 e nei cinema il 19 giugno.
Giorgio Strehler e la Scala
Settanta anni fa la Scala affidava a un ventiseienne Giorgio Strehler la regia di una nuova produzione de La traviata con Margherita Carosio e la direzione di Tullio Serafin. La prima ebbe luogo il 6 marzo del 1947; il 14 maggio con L’albergo dei poveri di Gorkij si sarebbe inaugurato il Piccolo Teatro. Opera e prosa, Scala e Piccolo sarebbero stati i due volti di una rivoluzione teatrale che avrebbe ridisegnato l’identità culturale della città di Milano collocandola tra le capitali delle scene europee. Alla Scala Strehler realizza tra il 1947 e il 1990 35 regie di 33 titoli per oltre 480 repliche complessive. Tra gli autori proposti Cimarosa, Petrassi, Malipiero, Perosi, Ghedini, Rota, Stravinskij, Weill, Dessau e Wagner, ma sopra a tutti Mozart e Verdi. Del primo Strehler porta in scena Die Entführung aus dem Serail (da Salisburgo), Le nozze di Figaro (da Parigi) e Don Giovanni (scene di Frigerio, diretto da Muti per l’Inaugurazione ‘87/’88); del secondo, oltre alla citata Traviata e al Falstaff diretto da Lorin Maazel nel 1980 e poi più volte ripreso da Muti, due titoli che hanno fatto la storia del teatro musicale per la sinergia perfetta tra la regia, la direzione di Claudio Abbado e interpreti vocali leggendari: Simon Boccanegra (Inaugurazione ‘71/’72) e Macbeth (Inaugurazione ‘75/’76).
Luciano Damiani e la Scala
Tra i maggiori scenografi del ‘900, Luciano Damiani nasce e studia a Bologna. A Milano debutta nel 1952 con Il cammino sulle acque di Orio Vergani al Piccolo Teatro con la regia di Strehler. E con Strehler realizza per la Scala numerosi spettacoli di riferimento, a partire da Il matrimonio segreto nel 1955 fino a Die Entführung e Macbeth, passando per L’angelo di fuoco, Mahagonny e Cavalleria rusticana. Alla Scala Damiani collabora anche con Puecher, Bacchelli, Wallmann, Benois e Ronconi (Don Carlo, 1977). Nel 1984 Damiani firma la regia di Idomeneo con la direzione di Gianandrea Gavazzeni. Negli stessi anni la collaborazione con Strehler prosegue al Piccolo con spettacoli storici come El nost Milan (1955), Vita di Galileo (1963), Il giardino dei ciliegi (1974), La tempesta (1977).
Il direttore
Zubin Mehta conclude con questa produzione una serie di importanti impegni in occasione dei suoi 55 anni di collaborazione con il Teatro alla Scala: oltre ai tre concerti per la Stagione Sinfonica diretti il 23, 24 e 25 gennaio e a Falstaff, è stato impegnato per la prima volta nel balletto (Serata Stravinskij, dall’11 febbraio al 1° marzo). Dal debutto nel 1962, il Maestro indiano ha diretto Salome (1974), Il trovatore (1978), Turandot (1976), Jérusalem (2001, con i complessi della Wiener Staatsoper), Tannhäuser (2010), Aida (2015), Der Rosenkavalier (2016) e innumerevoli concerti con la Los Angeles Philharmonic, la New York Philharmonic, la Israel Philharmonic, i Wiener Philharmoniker e la Filarmonica della Scala. L’anno scorso ha guidato i complessi scaligeri nella Messa da Requiem di Verdi. Il prossimo 7 ottobre Zubin Mehta tornerà alla Scala con i Wiener Philharmonker, mentre nel 2018 dirigerà Die Fledermaus e un concerto di valzer con Krassimira Stoyanova per la Stagione Sinfonica.