Il testamento del Belcanto
I Puritani di Vincenzo Bellini
nel nuovo allestimento della
Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste
“I Puritani di Vincenzo Bellini è opera d’avanguardia per il suo tempo, un testamento di ampio respiro romantico, ricca di spunti avveniristici affidati spesso all’orchestra, con soli di ampia importanza (quali la quadriglia di corni iniziale in buca d’orchestra e in palcoscenico di profumo wagneriano) e soli strumentali di grande difficoltà, quali il primo corno e la prima tromba, quest’ultimo evocante ideali risorgimentali come si evince dal testo “libertà, vittoria, patria”. I Puritani è l’espressione più alta del cosiddetto Belcanto italiano, l’opera è un assunto di puro canto infinito.”
Con queste parole, il Maestro Concertatore e Direttore Fabrizio Maria Carminati introduce I Puritani, il melodramma serio in tre parti scelto dalla Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste per aprire la Stagione Lirica e di Balletto, venerdì 16 novembre 2018 (con repliche fino al 24 novembre).
“Un nuovo allestimento della Fondazione che afferma ancora una volta la grande vitalità produttiva del nostro Teatro” – sottolinea il Sovrintendente Stefano Pace. “Un importante progetto che ne coinvolge tutte le forze vive, Orchestra, Coro, Tecnici e Amministrativi. La regia a quattro mani e con due spiriti guida uniti per la prima volta insieme, sotto la sapiente conduzione del Maestro Carminati” – aggiunge Pace – sapranno esprimere al meglio le due sfere, quella teatrale e quella della grandiosa musica belliniana: grazie a Katia Ricciarelli, artista straordinaria, che ha calcato i più importanti palcoscenici del mondo collaborando con tutti i grandi, e a Davide Garattini Raimondi, esperto e confermato regista d'opera, che stanno dando vita a una regia elegante e rispettosa delle tradizioni, nelle scenografie firmate da Paolo Vitale, realizzate grazie alle eccellenti competenze degli addetti ai laboratori scenografici della Fondazione, con i costumi di Giada Masi”.
Da rilevare inoltre che nella versione triestina, il Maestro Fabrizio Maria Carminati ho voluto inserire nell’opera due specifici momenti musicali non previsti dalla versione “cosiddetta tradizionale” adottata in questo caso. Il primo è il duetto del terzo atto “Da quel dì ch’io ti mirai” che si va a collocare appena prima del celeberrimo “Vieni fra queste braccia” per voce di Elvira e Arturo, il secondo è nella stretta finale dell’atto terzo, un piccolo duetto di Elvira e Arturo seguito da un altrettanto piccolo frammento di variazione di Elvira “Ah sento o mio bell’angelo”, che conducono per mano la chiusa del finale atto terzo. Questi due frammenti musicali sono stati estrapolati dalla partitura manoscritta de I Puritani conservata alla Biblioteca Cherubini di Firenze, nel Fondo Abramo Basevi.
Un omaggio al raffinato pubblico del Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste e alla città tutta, un cantabile rarissimo dal punto di vista drammaturgico per spiegare il motivo della felicità che porta al finale e per rendere così più reale l’intero melodramma.
I Puritani venne commissionata a Vincenzo Bellini, durante un soggiorno nella capitale francese, dal Théâtre Italien, e l’opera fu rappresentata con un cast di celebrità e accolta trionfalmente.
Per la rappresentazione a Trieste, la Direzione artistica della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste ha voluto un cast altrettanto importante: fra gli interpreti principali, Elena Moşuc e Ruth Iniesta, Antonino Siragusa e Shalva Mukeria, Mario Cassi e Stephen Gaertner, Alexey Birkus e Abramo Rosalen, Albane Carrère, Andrea Binetti, Giuliano Pelizon.
Foto di Fabio Parenzan