L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Indice articoli

OPERA

Teatro Carlo Felice di Genova
Venerdì 28 gennaio 2022 ore 20.00 Abb. Opera A
Sabato 29 gennaio 2022 ore 15.00 Abb. Opera F
Domenica 30 gennaio 2022 ore 15.00 Abb. Opera C
Venerdì 4 febbraio2022 ore 20.00 Abb. Opera B
Sabato 5 febbraio 2022 ore 20.00 Abb. Opera L
Domenica 6 Febbraio2022 ore 15.00 Abb. Opera R

La serva padrona | Trouble in Tahiti

La serva padrona
di Giovanni Battista Pergolesi
Intermezzo buffo in due parti su libretto di Gennarantonio Federico
Maestro concertatore e direttore Alessandro Cadario
Regia Luca Micheletti
Scene e costumi Leila Fteita
Luci Luciano Novelli
Personaggi e interpreti principali:
Uberto Luca Micheletti
SerpinaElisa Balbo
VesponeGiorgio Bongiovanni
Trouble in Tahiti
di Leonard Bernstein
Maestro concertatore e direttore Alessandro Cadario
Regia Luca Micheletti
Scene e costumi Leila Fteita
Luci Luciano Novelli
Personaggi e interpreti principali:
Sam Luca Micheletti
Dinah Elisa Balbo
Trio Jazz
Soprano Melania Maggiore
Tenore Manuel Pierattelli
Baritono Andrea Porta
Orchestra e Tecnici del Teatro Carlo Felice
Nuovo allestimento della Fondazione Teatro Carlo Felice
L'intermezzo musicale in due parti di Giovanni Battista Pergolesi La serva padrona, su libretto di Gennarantonio Federico ispirato all’omonima commedia di Iacopo Angelo Nelli, del 1731, fu rappresentato per la prima volta al teatro S. Bartolomeo di Napoli nel 1733 tra gli atti dell'opera Il prigioniero superbo. Universalmente riconosciuto quale capolavoro operistico pergolesiano, l’intermezzo fu destinato a rivoluzionare l'intera tradizione del teatro in musica diventando ben presto un simbolo stesso dell'opera comica italiana, il cui potere deflagrò sull’intera tradizione lirica europea a seguito della celebre Querelles des bouffons. La sua composizione risale al periodo dell’ingaggio di Pergolesi quale maestro di cappella (1732-34) del principe Ferdinando Colonna di Stigliano, e segui quella della commedia musicale in dialetto napoletano, Lo frate 'nnammorato (1732). Ne La serva padrona, la delicata e briosa struttura del disegno melodico, con motivi brevi ed immediati, la sorprendente varietà ritmica in equilibrio tra musica e parola, di apparente semplicità, sostiene il gioco sentimentale dei personaggi inseriti in una cornice lieve e sottilmente delineata, e rappresentati dall'autore con una caratterizzazione psicologica di ineguagliata varietà di espressione.
Leonard Bernstein era in luna di miele nel 1951 quando iniziò a comporre Trouble in Tahiti, candido ritratto del travagliato matrimonio di una giovane coppia di periferia. Scritto tra i suoi più grandi successi di Broadway, On the Town del 1944, e Candide e West Side Story rispettivamente del 1956 e del 1957, Trouble in Tahiti attinge alla tradizione delle canzoni popolari americane del dopoguerra per offrire una critica senza compromessi del materialismo imperante. Dietro la discordia coniugale della coppia si cela un profondo desiderio di amore e intimità, assieme a un vuoto spirituale, a contrasto con l’esibita patina di felicità. Il cuore del dramma è enfatizzato da improvvisi cambiamenti stilistici nella musica, sottolineati in particolare dall’intervengo del trio vocale jazz che, come una sorta di coro greco contemporaneo, contrappunta con i suoi commenti dissacranti l’idillio borghese in corso. L’opera, della durata di 45 minuti, porta la dedica all’amico Marc Blitzstein, che aveva guidato Bernstein alla scoperta del teatro musicale.
L’incontro-scontro tra ontologie settecentesche aristocratica e popolare, da una parte, la rappresentazione di stampo iperrealista, pop, dall’altra - in entrambi i casi “giuoco delle parti” in costume - sono composti in un unicum da una stessa mano registica di Luca Micheletti che dipinge mondi apparentemente lontani, in grado di parlare senza troppi giri di parole, e di parlarci, di noi.
«Si tratta di un bel gioco di specchi, spiega Luca Micheletti, sia per la natura “giocosa” delle opere sia perché in questo spettacolo che affianca due coppie lontane nel tempo ma vicine nello spirito abbiamo per protagonista una terza coppia che si presta a rappresentarle entrambe. Essere in scena con mia moglie - e aver ideato il progetto insieme a lei in tempo di lockdown - è sicuramente un valore aggiunto di questa operazione che finalmente incontra il pubblico dal vivo.
L’idea alla base della mia regia è quella di assistere ad un viaggio nel tempo. E la macchina che lo consente è il teatro stesso.
Dopo le schermaglie con apparente lieto fine nella Serva padrona, i due protagonisti si ritrovano nell’America di due secoli dopo, nel pieno di un’ennesima crisi di coppia. Una vicenda che Bernstein racconta da par suo, ispirandosi alla sua storia familiare. In Trouble in Tahiti, anche se Bernstein allude al genere dell’intermezzo, ne fa una citazione ironica e di fatto se ne distacca, soprattutto per il doppio fondo amaro che ci mette. Niente di troppo serio, diciamo uno spolvero di malinconia.
Due capolavori che messi al fianco l’uno dell’altro brillano di una luce inedita: tante le somiglianze, ma anche le preziose differenze, che in questo allestimento vengono valorizzate dalla continua metamorfosi degli spazi, ma anche attraverso l’affiancamento di due diverse modalità di fruire del fatto musicale».

Teatro Carlo Felice di Genova
Venerdì 18 febbraio 2022 ore 20.00 Abb. Opera A
Sabato 19 febbraio 2022 ore 15.00 Abb. Opera F
Domenica 20 febbraio 2022 ore 15.00 Abb. Opera C
Martedì 22 febbraio 2022 ore 20.00 Abb. Opera L
Venerdì 25 febbraio 2022 ore 20.00 Abb. Opera B
Domenica 27 febbraio 2022 ore 15.00 Abb. Opera R

Anna Bolena

di Gaetano Donizetti
Tragedia lirica in due atti su libretto di Felice Romani
Maestro concertatore e direttore Sesto Quatrini
Regia Alfonso Antoniozzi
Scene e videodesign Monica Manganelli
Costumi Gianluca Falaschi
Luci Luciano Novelli
Personaggi e interpreti principali:
Anna BolenaAngela Meade /Desirée Rancatore (19/22)
Enrico VIII Nicola Ulivieri /Alessio Cacciamani (19/22)
Giovanna Seymour Sonia Ganassi/Paola Gardina (19/22)
Lord Riccardo Percy John Osborn/Giorgio Misseri (19/22)
Smeton Marina Comparato/Sofia Koberidze (19/22)
Lord Rochefort Roberto Maietta
Sir Hervey Manuel Pierattelli
Orchestra, Coro e Tecnici del Teatro Carlo Felice
Allestimento in coproduzione Fondazione Teatro Carlo Felice e Teatro Regio di Parma
Anna Bolena di Gaetano Donizetti viene presentata nell'allestimento realizzato in coproduzione tra la Fondazione Teatro Carlo Felice e il Teatro Regio di Parma con la direzione di Sesto Quatrini, per la regia di Alfonso Antoniozzi, con scene e video design di Monica Manganelli, i costumi di Gianluca Falaschi, le luci di Luciano Novelli. Nel cast spiccano le presenze di Angela Meade/Desirée Rancatore (Anna Bolena), John Osborn/Giorgio Misseri (Lord Riccardo Percy), Sonia Ganassi/Alessandra Volpe (Giovanna Seymour). Prima opera della cosiddetta trilogia Tudor - insieme a Maria Stuarda e Roberto de Devereux - Anna Bolena rappresenta una delle vette più alte della produzione operistica di Donizetti e dell’opera romantica in generale. Composta su libretto di Felice Romani, ispirato al dramma Henri VIII di Marie-Joseph Blaise de Chénier, debuttò al Teatro Carcano di Milano il 26 dicembre 1830 con un successo straordinario, oscurando persino la contemporanea proposta scaligera, dovuto anche a un cast d’eccezione, con il soprano Giuditta Pasta e il tenore Giovanni Battista Rubini, veri divi dell’epoca. Nonostante il successo iniziale, l’opera uscì gradualmente dal repertorio, fino a quando, nel 1957, Maria Callas le donò una seconda vita con una memorabile interpretazione dopo la quale l’opera tornò ad essere rappresentata nei maggiori teatri del mondo.
«Anna Bolena - racconta il regista Alfonso Antoniozzi - è la storia di un potere sognato, fortemente desiderato e infine raggiunto da una donna che, realizzato il proprio sogno e consumate le proprie vendette, si ritrova senza l’amore. Ci sforzeremo di teatralizzare le sue paure e le sue ossessioni, e di rendere verosimili i personaggi creati da Romani e Donizetti, restituendo umanità a figure storiche alle quali è stato già applicato un giudizio definitivo nella nostra memoria collettiva. La scena e i costumi sono stati spogliati da ogni orpello pre-elisabettiano avvicinando la narrazione al nostro tempo, pur mantenendola il più possibile distaccata da noi, in un ambiente di difficile collocazione temporale, che ha tuttavia dei precisi richiami agli anni Quaranta».

Teatro Carlo Felice di Genova
Venerdì 25 marzo 2022 ore 20.00 Abb. Opera A
Sabato 26 marzo 2022 ore 15.00 Abb. Opera F
Domenica 27 marzo 2022 ore 15.00 Abb. Opera C
Venerdì 1 aprile 2022 ore 20.00 Abb. Opera B
Sabato 2 aprile 2022 ore 20.00 Abb. Opera L
Domenica 3 aprile 2022 ore 15.00 Abb. Opera R

Manon Lescaut

di Giacomo Puccini
Dramma lirico in quattro atti su libretto di Domenico Oliva e Luigi Illica, con interventi di Marco Praga, Ruggero Leoncavallo, Giacomo Puccini, Giulio Ricordi e Giuseppe Adami
Dal romanzo Histoire du chevalier des Grieux et de ManonLescaut di Antoine François Prévost
Maestro concertatore e direttore Donato Renzetti
Regia Davide Livermore
Scene Giò Forma e Davide Livermore
Costumi Giusi Giustino
Video Design D-Wok
Personaggi e interpreti principali:
Manon Lescaut Maria Josè Siri /Monica Zanettin (26/3, 2/4)
Renato De Grieux Marcelo Álvarez/ Riccardo Massi (27/3, 3/4) /Francesco Pio Galasso (26/3, 2/4)
Lescaut Stefano Antonucci /Enrico Marabelli (26/3, 3/4)
Geronte di Ravoir Matteo Peirone
L'oste Claudio Ottino
Edmondo Matteo Mezzaro
Il maestro di ballo Didier Pieri
Un musico Sandra Pastrana
Un Sergente degli arcieri Matteo Armanino
Il lampionaio Didier Pieri
Un Comandante di marinaLoris Purpura
Orchestra, Coro e Tecnici del Teatro Carlo Felice
Allestimento in coproduzione Fondazione Teatro Carlo Felice - Fondazione Teatro San Carlo di Napoli - Teatro Liceu di Barcellona - Palau de les Arts di Valencia
Al Teatro Regio di Torino, il 1 febbraio 1893, otto giorni prima del debutto di Falstaff alla Scala, Puccini raggiungeva il suo primo successo con Manon Lescaut. La scelta del tema era un rischio, dato che il fortunato romanzo dell’abate Prévost era già stato trasformato in opera da Massenet, con successo, nove anni prima. Ma il trentacinquenne Puccini era già un compositore consapevole e non temeva il confronto: «Massenet lo sente da francese – disse a proposito del soggetto –, con la cipria e i minuetti, io lo sento da italiano, con passione disperata». E i fatti gli diedero ragione. L’anno dopo Manon trionfò anche al Covent Garden di Londra e, recensendola, George Bernard Shaw scrisse: «Puccini mi sembra che, più di qualsiasi altro suo rivale, sia il più probabile erede di Verdi». Giudizio profetico, perché Puccini, da Manon in poi, sarà appunto il compositore più rappresentativo dell’opera italiana, ed europea dopo Verdi. Questa Manon, per la regia di Davide Livermore, parlerà soprattutto al pubblico di oggi, come se fosse un film, spingendoci a pensare e a riflettere sulla contemporaneità: qui Manon infatti, è un’emarginata, una migrante che non ce l’ha fatta.

Teatro Carlo Felice di Genova
Venerdì 13 maggio 2022 ore 20.00 Abb. Opera A
Sabato 14 maggio 2022 ore 15.00 Abb. Opera F
Domenica 15 maggio 2022 ore 15.00 Abb. Opera C
Venerdì 20 maggio 2022 ore 20.00 Abb. Opera B
Sabato 21 maggio 2022 ore 20.00 Abb. Opera L
Domenica 22 maggio 2022 ore 15.00 Abb. Opera R

Rigoletto

di Giuseppe Verdi
Opera in tre atti su libretto di Francesco Maria Piave
Dal dramma Le Roi s’amuse di Victor Hugo
Maestro concertatore e direttore Jordi Bernàcer
Regia Rolando Panerai ripresa da Vivien Hewitt
Scene FondazioneTeatro Carlo Felice da un’idea di Rolando Panerai
Costumi Regina Schrecker
Luci Luciano Novelli
Personaggi e interpreti principali:
Rigoletto Amartuvshin Enkhbat /Ivan Inverardi (14, 21), da definire (20)
Gilda Enkeleda Kamani/Lucrezia Drei (14, 21)
Duca di Mantova Giovanni Sala/Matteo Falcier (14, 21)
Sparafucile Giorgio Giuseppini/Mariano Buccino (14, 21)
Maddalena Caterina Piva/Valeria Girardello (14, 21)
Monterone Gianfranco Montresor
Marullo Marco Camastra
Matteo Borsa Cristiano Olivieri
Orchestra, Coro e Tecnici del Teatro Carlo Felice
Allestimento Fondazione Teatro Carlo Felice
L’opera rivelatrice del carisma popolare di Giuseppe Verdi, e al tempo stesso una delle sue scelte più radicali: Rigoletto è stato rappresentato per la prima volta l’11 marzo 1851 al Teatro la Fenice di Venezia, dopo aver superato il duplice esame della censura asburgica, che contestava a Verdi la scelta di metter in musica un soggetto dal dramma Le Roi s’amuse di Victor Hugo, violando il decreto del Governatore Militare di Venezia. A sua volta, il dramma originale di Hugo dovette attendere cinquant’anni per ritornare sulle scene parigine dov’era nato, nel 1832, ed era stato messo al bando per gli evidenti riferimenti alla vita privata di Francesco I. Originale e innovativa per i tempi l’opera di Verdi, acclamata sin dal debutto dal pubblico, non fu compresa subito da tutta la critica, né per il suo libretto, che condensa con grande maestria in poco più di due ore un’opera teatrale in cinque atti, mantenendone intatto il potere di suggestione, che unisce al senso dell’inevitabilità drammatica una riflessione sull’eterna attualità del destino di Rigoletto, nelle parole di Rolando Panerai: «ciascuno è vittima e, nello stesso tempo, artefice del proprio destino». La regista irlandese Vivien Hewitt ricompone per la prima volta l’impianto registico e scenografico ricevuto in eredita dall’interprete e regista toscano, che in occasione del suo ultimo allestimento a Genova nel 2017 affermava «il mio punto di riferimento è lo spartito, dove ci sono le parole del librettista e la musica di Giuseppe Verdi: più di questo non si può volere». Di quell’allestimento sono riproposti anche i sontuosi costumi senza tempo della stilista prestata al Teatro Regina Schrecker, realizzati con tessuti di recupero e interamente prodotti per l'occasione.

Teatro Carlo Felice di Genova
Venerdì 10 giugno 2022 ore 20.00 Abb. Opera A
Sabato 11 giugno 2022 ore 15.00 Abb. Opera F
Domenica 12 giugno 2022 ore 15.00 Abb. Opera C
Martedì 14 giugno 2022 ore 20.00 Abb. Opera B
Mercoledì 15 giugno 2022 ore 20.00 Abb. Opera L
Giovedì 16 giugno 2022 ore 20.00 Fuori Abbonamento

Il Turco in Italia

di Gioachino Rossini
Dramma buffo su libretto di Felice Romani
Direttore d’orchestra Christopher Franklin
Regia Italo Nunziata
Scene Emanuele Luzzati
Costumi Santuzza Calì
Luci Luciano Novelli
Personaggi:
Selim
Donna Fiorilla
Don Geronio
Don Narciso
Prosdocimo
Zaida
Albazar
Zingare
Amiche di Fiorilla
Interpreti: Solisti dell’Accademia di alto perfezionamento vocale e inserimento professionale della Fondazione Teatro Carlo Felice edizione 2022.
Orchestra, Coro e Tecnici del Teatro Carlo Felice
Allestimento della Fondazione Teatro Carlo Felice
Il Turco in Italia, dramma buffo in due atti su libretto di Felice Romani fu rappresentato per la prima volta al Teatro alla Scala il 14 agosto 1814, nel cast Filippo Galli, Francesca Maffei Festa, Luigi Paccini, Giovanni David, Pietro Vasoli, Adelaide Carpano, Gaetano Pozzi, e con la direzione di Alessandro Rolla. In equilibrio tra comicità e raffinatezza, la più mozartiana delle opere di Rossini condivide con l’Italiana in Algeri, debuttata l’anno prima, il gusto della “turcheria”, più nell’aspetto formale che drammaturgico, mentre la musica è del tutto nuova (a dispetto di quanto scrissero i critici dell’epoca) così come è abbastanza unica - e fu additata per la sua ferocia - la sua capacità di dileggiare i costumi italiani. È nel XX secolo che l’opera entra in repertorio, grazie alle magistrali interpretazioni nella parte di Fiorilla offerte da Maria Callas. Protagonisti dell’allestimento con le storiche scene realizzate da Emanuele Luzzati assieme ai costumi di Santuzza Calì, al termine dell’edizione 2022 del corso, saranno i Solisti dell’Accademia di alto perfezionamento vocale e inserimento professionale per cantanti lirici della Fondazione Teatro Carlo Felice, la cui direzione artistica è stata affidata dalla Fondazione Teatro Carlo Felice a Francesco Meli.


 

 

 
 
 

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