L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Ricordare Lucio Dalla e la Giornata della Donna

DOMENICA 06/03/2022

Ron: una “Domenica Con” per ricordare Lucio Dalla
Su Rai Storia cinquant’anni di amicizia e canzoni

“Lucio era un uomo semplice, era matto, ma semplice, come matto può essere un contadino, che tutti i giorni zappa la terra ed è contento di quello che fa, di quello che ha intorno, dei suoi animali, delle sue cose, della sua famiglia. Lucio era un uomo importante, non perché era famoso, ma perché era importante dentro”. Lucio Dalla nella “fotografia” delle parole di Ron. Cinquant’anni di amicizia e di canzoni condivise che Ron fa rivivere scegliendo e commentando per i telespettatori il palinsesto della sua “Domenica Con”, lo spazio curato da Enrico Salvatori e Giovanni Paolo Fontana, in onda domenica 6 marzo dalle 14.00 alle 24 su Rai Storia. Un’occasione per rivedere il Dalla delle origini, sospeso tra beat e jazz o accompagnato dalla madre Jole a una “Festa della mamma” all’Antoniano di Bologna, nel 1967. Dagli esordi agli anni Settanta e al grande successo popolare che passa anche per il Festival di Sanremo del ’71 e del ‘72 o programmi come “Automobili”, del 1977. E ancora, le sue tante canzoni e programmi come “La Bella e la Besthia” del 2002 con Sabrina Ferilli. In prima serata, infine, Ron propone il documentario “Italiani. Lucio Dalla”, una biografia dell’amico, seguita dall’ultima apparizione sanremese del cantautore bolognese, nel 2012, quindici giorni prima della sua improvvisa scomparsa.

LUNEDI’ 07/03/2022

Passato e Presente
Tiberio le due facce dell’imperatore

Tiberio è il secondo imperatore di Roma. Succede ad Augusto nel 14 d.C. e il suo principato si propone come obiettivo primario quello di proseguire l’opera del predecessore, sia in politica interna, rispettando le forme di governo, sia in quella estera, compiendo un’opera di pacificazione e di stabilizzazione dei confini. Un personaggio raccontato da Paolo Mieli e dal professor Livio Zerbini a “Passato e Presente”, in onda lunedì 7 marzo alle 13.15 su Rai 3 e alle 20.30 su Rai Storia. Velleio Patercolo ne ha sottolineato l’accorta gestione dello Stato e la capacità di fronteggiare efficacemente anche delicate congiunture economiche; Tacito e Svetonio, però, lo hanno dipinto come un uomo abietto, orgoglioso, introverso, diffidente e invidioso. Un uomo che sotto l’apparenza della moderazione celava un carattere perverso. Se gli storici latini hanno contribuito ad alimentare la leggenda nera che avvolge la figura di Tiberio, ripercorrendo i ventitre anni del suo principato emergono luci e non solo ombre.

Storia delle nostre città
BARI – La porta d’Oriente

Città di mare e di fede, approdo, porto, luogo di commercio e incontro di culture. È Bari la protagonista di “Storia delle nostre città”, in onda in prima visione lunedì 7 marzo alle 21.10 su Rai Storia.

Bari è una città di origine antichissima. Infatti, l'insediamento più antico nella penisola su cui sorge la città vecchia, risale all'Età del Bronzo. Nel terzo secolo a.C. la città era già un fiorente ed attivo porto delle popolazioni della peucezia, che occupavano un territorio centrale dell'antica Puglia. I pericoli, in quel periodo giungono dal mare e Bari resiste a lungo alle invasioni dei greci, ma poi viene conquistata dai romani che la qualificano come municipium. Con i romani diventa un importante centro commerciale.

Alla caduta dell’Impero Romano, Bari si trova coinvolta nelle lotte fra Bizantini e Longobardi nel 879 la città cade sotto il dominio dei saraceni venendo in seguito riconquistata dai bizantini.

In quel periodo divenne il maggior centro politico militare ed economico dell'impero d'oriente e sede del catapano che governava tutti i territori di Bisanzio in Occidente.

Attorno all'anno 1000, Bari subisce nuovi tremendi assalti da parte dei pirati saraceni il più grave di questi nel 1002 si protrae con un lungo assedio dal quale viene salvata grazie all'intervento della flotta veneziana guidata dal doge Orseolo II. Il dominio bizantino termina nel 1071 quando il normanno Roberto il guiscardo conquista la città.

Sotto la dominazione normanna il porto di Bari assume grande notorietà e insieme a Brindisi diviene uno dei principali porti d'imbarco per le crociate. Con l'arrivo, nel 1087, delle reliquie di san Nicola di Mira, Bari divenne un importante centro religioso.

Infatti, nel 1096 dopo la predicazione di Pietro l'eremita, guerrieri provenienti da ogni parte d'Europa affluiscono a Bari per recarsi alla prima Crociata.

Il dominio normanno caratterizzato inizialmente da una certa tranquillità termina nel 1156 quando Guglielmo I, detto il Malo, assalta la città e la rade al suolo salvando solo la basilica di San Nicola. La città viene ricostruita dagli svevi che danno inizio ad uno dei periodi più fiorenti. Federico II, il sovrano illuminato, da nuovo impulso alle attività portuali e industriali, restaura il Castello e alla sua Corte fiorirono le arti e la cultura nel tredicesimo e quattordicesimo secolo.

Con gli angioini la situazione cambia nuovamente la città fu prostata da dure tasse imposte da Carlo I d'Angiò. Bari decade ma si risolleva nel sedicesimo secolo con Isabella d'Aragona che raggiunge Bari nel 1501.

Sotto Isabella la città vive un periodo di notevole prosperità. Alla morte gli succede la figlia Bona che si trasferisce a Bari e regna con tanta saggezza che i baresi la seppelliscono in San Nicola nel 1557. La dominazione spagnola e quella borbonica sono periodi bui, non solo per la città di Bari ma per tutta la penisola. Per riparare per riparlare di storia della città dobbiamo aggiungere al 1813 quando col decreto di Gioacchino Murat, cognato di Napoleone, e re del Regno delle due Sicilie, si inizia la costruzione della città nuova.

Potere e bellezza 
I Borbone

I Borbone e i Savoia, gli Altavilla e gli Asburgo, i Farnese e gli Angioini. Ma anche lo Stato Pontificio e la Repubblica di Venezia. Sono le dinastie europee che hanno regnato in diverse regioni della penisola italiana e hanno lasciare un segno, anche culturale e artistico, del proprio potere. Le racconta la serie “Potere e Bellezza”, in onda da lunedì 7 marzo alle 22.10 Rai Storia. Si comincia con i Borbone, partendo da Carlo di Borbone, re di Spagna nel 1759 con il nome di Carlo III, ma il protagonista è il figlio Ferdinando IV, che unifica i Regni di Napoli e di Sicilia, assumendo il nome di Ferdinando I delle Due Sicilie. Dal punto di vista artistico, significa incontrare la grande pittura del Barocco, con Caravaggio, Battistello Caracciolo, Luca Giordano e Mattia Preti, ma si analizzano anche monumenti del Settecento napoletano legati ai Borbone: Palazzo Reale, Piazza del Plebiscito, la Reggia di Caserta. La puntata è arricchita dagli interventi della professoressa Renata de Lorenzo, docente di Storia moderna all'Università Federico II di Napoli, specializzata sugli aspetti economici e sociali del Mezzogiorno nel periodo preunitario. “Potere e bellezza” è una produzione Ballandi/Arts, un programma di Mario Paloschi, scritto da Andrea Cedrola, diretto da Emanuele Flangini.

MARTEDI’ 08/03/2022

Passato e Presente
Adele Faccio femminista disobbediente

Ribelle e disobbediente civile, Adele Faccio incarna con le sue battaglie e le sue scelte di vita diversi momenti della lotta di liberazione delle donne in Italia - dal dopoguerra all’alba del XXI secolo. Lo raccontano Paolo Mieli e la professoressa Silvia Salvaticia “Passato e Presente”, in onda martedì 8 marzo alle 13.15 su Rai 3 e alle 20.30 su Rai Storia. Sostenitrice della libertà di scelta e dell’autodeterminazione per tutti gli individui, era convinta che il movimento femminista potesse portare una trasformazione radicale nella società: l’unico movimento che avrebbe potuto cambiarla nel profondo, in senso pacifista, scardinandone il modello patriarcale. Fondatrice e Presidente del Cisa (centro informazione sterilizzazione e aborto), a metà degli anni ’70 presiede il Movimento di Liberazione delle Donne e guida - dall’interno del partito Radicale – la battaglia contro l’aborto clandestino. Molte delle sue battaglie successive non riguardano direttamente le donne - come quella per l’obiezione di coscienza alla leva obbligatoria; quella per i diritti degli omosessuali; quella per la riforma carceraria e, soprattutto, la battaglia ecologista - ma precorrono i grandi temi sui quali concentreranno i gruppi femministi negli anni ‘80 e ‘90, nel periodo cosiddetto del “femminismo diffuso”.

Speciali Storia - Giovani donne
GIOVANI DONNE PER IL FUTURO

Cosa sognano di diventare le giovani donne? Cosa mettono in cima alle loro priorità? Cosa le fa arrabbiare? Le voci delle protagoniste del doc - in onda martedì 8 marzo alle 21.10 in prima visione su Rai Storia - si incrociano raccontando i sogni, le paure, gli ostacoli e i progetti con cui ognuna di loro si appresta ad andare incontro al futuro.

Recenti studi internazionali dimostrano che dalla fine del ‘900 questo è il momento più bello per essere giovani donne. Sono brave negli studi e hanno accesso a tutte le carriere, sono nate avendo a disposizione tutta la tecnologia contemporanea, nelle loro famiglie hanno trovato dei forti alleati. Eppure si scontrano con delle rappresentazioni stereotipate che i media fanno di loro o con dei datori di lavoro che le considerano più inaffidabili degli uomini perché sanno che su di loro graverà la gestione delle famiglie.

Di nuovo c’è che fanno affidamento principalmente e su loro stesse, non hanno paura di dire cosa vogliono e cosa vorrebbero cambiare.

Italiani – Gae Aulenti

La nuova puntata di Italiani, in onda martedì 8 marzo alle 21.40, sarà dedicata all’architetto Gae Aulenti. Nata a Palazzolo dello Stella in provincia di Udine nel 1927, diviene milanese di adozione. E’ a Milano che si laurea in architettura al politecnico nel 1953 ed è a Milano che si stabilirà aprendo uno studio da architetto, ancora giovanissima ed incurante del fatto che la professione di architetto non trova spazio per il sesso femminile. E’ assistente del professor Giuseppe Samonà all’università di Venezia e poi, al politecnico di Milano, del suo mentore Ernesto Nathan Rogers col quale partecipa all’esperienza di Casabella, rivista di architettura della quale Rogers è direttore.

Acquisisce una cultura a 180 gradi che la porterà a spaziare tra architettura e design, arredamento, paesaggio, illuminazione, scenografia, progettazione di spazi pubblici, ristrutturazione ed allestimento di musei.

Olivetti la chiama per allestire gli Show room di Parigi e Buenos Aires tra il 1966 e il 1968 e gli Agnelli la designano architetto di famiglia.

Progetterà oggetti di design ancora in produzione e venduti in tutto il mondo, tra i più celebri la lampada pipistrello, il tavolo con le ruote, la poltrona Sgarzul.

Negli anni Settantanta intraprende l’esperienza a teatro con Luca Ronconi al fabbricone di Prato, realizzando imponenti scenografie, tra tutte, il Calderon di Pier Paolo Pasolini, La torre di Hugo Hofmannstahl, ma anche per la Scala di Milano, l’Hopera di Parigi, e teatri di tutto il mondo.

Nel 1980 le viene affidata la ristrutturazione del museo d’Horsey di Parigi, opera che le permetterà di consolidare la sua fama internazionale anche nell’ambito museale, lavorando a Barcellona, Siviglia, San Francisco, New York.

Tra le opere architettoniche più importanti ricordiamo l’istituto italiano di cultura a Tokyo, il palavela di Torino, l’aeroporto San Francesco d’Assisi in Umbria, solo per citarne alcune.

E’ stata insignita di premi che ne hanno sigillato la fama in tutto il mondo tra cui la legione d’onore della Repubblica francese, il titolo di commandeurs dans l’ordre des artes et des lettres, il premio speciale della cultura della Repubblica italiana, il premio alla carriera della triennale di Milano, il Praemium imperiale del Giappone. Muore a Ottantacinque anni il 31 ottobre 2012 a Milano.

La città di Milano le ha dedicato una piazza che porta il suo nome.

MERCOLEDI’ 09/03/2022

Passato e Presente
Albert Camus tra scrittura e attivismo

Narratore, filosofo, uomo di teatro, giornalista, militante politico, Albert Camus ha segnato il suo tempo in modo originale legando la riflessione filosofica alle concrete battaglie politiche. A “Passato e Presente” - in onda mercoledì 9 marzo alle 13.15 su Rai 3 e alle 20.30 su Rai Storia - lo storico Gilles Pécout, con Paolo Mieli, traccia un ritratto di uno dei più grandi intellettuali francesi del Novecento. Considerato un esistenzialista anomalo, un spirito indipendente, autore di capolavori della letteratura mondiale come Lo Straniero e La Peste, Camus non lascia mai l’impegno politico. Militante del partito comunista in Algeria, giornalista e partigiano nella Resistenza francese, non esita a schierarsi, sempre, in difesa della libertà degli individui. Nel 1957 riceve il riconoscimento più alto: il Nobel per la letteratura.

Soffitto di cristallo
Antonella Polimeni

L’Università La Sapienza di Roma è tra gli atenei più antichi al mondo. Qui il 13 Novembre 2020, accade un evento che in 700 anni di storia segna una rottura: per la prima volta una donna viene eletta Rettrice. Questa donna è Antonella Polimeni. La incontra Stefania Battistini nell’appuntamento con “Soffitto di cristallo”, in onda in prima visione mercoledì 9 marzo alle 21.10 su Rai Storia

Roma è da sempre la sua città: qui alla Sapienza ha studiato medicina ed è diventata docente.

Italiani: Donne scienziate tra '800 e '900"
La "rivoluzione" di Giuseppina Cattani e Anna Kuliscioff

Le scienziate italiane dalla fine dell'Ottocento al periodo immediatamente successivo al secondo conflitto mondiale: una serie di ritratti tratteggiati dalla nuova serie di “Italiani”, con Paolo Mieli, in onda da mercoledì 9 marzo alle 21.40 su Rai Storia. Ogni puntata racconta la vita di due studiose che, pur tra enormi difficoltà legate alle contingenze storiche e alla condizione della donna, hanno raggiunto risultati scientifici eccellenti. Il primo appuntamento, firmato da Guendalina Biuso, è dedicato a due donne tanto coraggiose e rivoluzionare da imporsi nel difficile e ristretto mondo accademico della medicina: Anna Kuliscioff e Giuseppina Cattani. Entrambe condivisero un primato importante: Anna Kuliscioff fu la prima donna laureata in medicina all’università di Napoli nel 1885, allo stesso modo Giuseppina Cattani fu la prima donna laureata in medicina all’università di Bologna nel 1884. Le loro vite - legate da importanti e comuni amicizie - si sono spesso intrecciate, condividendo gli ideali rivoluzionari attraverso l’impegno politico e sociale. Col tempo seguiranno strade diverse. Mentre Anna non rinuncerà mai ai suoi impegni politici in difesa delle classi più deboli, Giuseppina lascerà molto presto l’impegno politico per abbracciare totalmente la ricerca scientifica e l’insegnamento.

Cercasi Talento
Scandicci, Firenze

Alla scoperta del MITA Academy, l’ITS del prezioso distretto della pelle toscana in cui operano i grandi marchi della moda. Gli studenti imparano le nuove tecnologie per creare prototipi di accessori di alta moda, borse, oggetti in pelle, minuterie metalliche e le nuove strategie di marketing per la vendita dei prodotti. In Prima visione mercoledì 9 marzo alle 22.40 su Rai Storia

GIOVEDI’ 10/03/2022

Passato e Presente
Giuseppe Mazzini l’apostolo del Risorgimento

Giuseppe Mazzini fonda la Giovine Italia nel 1831, affermando che l’Italia deve essere “una, indipendente e repubblicana”. Insieme alla prospettiva politica, Mazzini propone una dimensione spirituale del suo impegno che conquista molti giovani patrioti, in Italia e in Europa. Per tutta la prima fase del Risorgimento è il leader indiscusso del movimento indipendentista, ma il fallimento continuo dei moti insurrezionali da lui ispirati lo costringe a una vita da esule. Ne parlano Paolo Mieli e il professor Luigi Mascilli Migliorini a “Passato e Presente”, in onda giovedì 10 marzo alle 13.15 su Rai 3 e alle 20.30 su Rai Storia

Mazzini trascorre molti anni a Londra dove riflette sulla “questione sociale” e matura un pensiero molto avanzato, anche se sarà sempre distante dalle idee materialiste del nascente socialismo e sarà spesso in polemica con Karl Marx. Le continue sconfitte dei moti mazziniani lo isolano progressivamente dal contesto politico italiano, dove intanto sta prevalendo la linea moderata, con l’alleanza tra i liberali e la monarchia sabauda, sotto la cui bandiera si compie l’unità nazionale.

Mazzini muore in Italia, ma da esule in patria. Per molti anni sarà un corpo estraneo alla retorica risorgimentale e al sistema di valori del nuovo Stato, anche se nel Novecento saranno in molti a contendersene l’eredità politica e culturale.

"a.C.d.C" Langobardi. Alboino e Romans

La storia del Re Alboino e le imprese che lo resero leggendario, dalla vittoria contro i Gepidi nel 551 all’assassinio nel 572, con l’arrivo dei Longobardi in Italia, la nascita del villaggio di Romans, in Friuli. Le racconta il film-documentario, tra cinema e divulgazione storica e archeologica, proposto per a.C.d.C. in prima visione giovedì 10 marzo alle 21.10 su Rai Storia, con l’introduzione del professor Alessandro Barbero. In primo piano i passaggi cruciali della storia dei Longobardi e la loro vita a Romans, un importante villaggio oltre che presidio militare divenuto oggi una delle più grandi necropoli longobarde italiane.  Il tutto alternando fiction ad approfondimenti storici, con la partecipazione di studiosi, ricercatori e gruppi di rievocazione storica italiani ed europei.

"a.C.d.C." e la vera storia dei Cavalieri Templari 
Su Rai Storia la nascita di una fratellanza

Un ordine religioso e militare nato per difendere i pellegrini in Terrasanta, che in breve tempo diventa una potenza economica internazionale, per poi scomparire improvvisamente dopo due secoli di vita, all’inizio del XIV secolo, lasciando in eredità fantasiose leggende. “a.C.d.C.” - in onda giovedì 10 marzo alle 22.10 su Rai Storia, con l’introduzione del professor Alessandro Barbero - racconta “La vera storia dei Cavalieri Templari”, una serie in tre episodi che sulla base di documenti inediti ricostruisce il percorso dell’Ordine del Tempio: la nascita rivoluzionaria di un esercito di monaci-guerrieri, autorizzati ad uccidere in nome di Dio; la creazione di un impero economico e finanziario che precorre le moderne ‘Corporations’; le false accuse della machiavellica cospirazione che ha condotto alla loro cattura, nella più grande operazione di polizia della storia. Nel primo episodio, vengono ricostruite le origini. L’Ordine dei Cavalieri Templari nasce come un ordine religioso e insieme militare, in difesa dei regni cristiani in Terrasanta. Sono monaci e allo stesso tempo professionisti della guerra. Le forze speciali del Tredicesimo secolo, sottoposti esclusivamente al Papa. Per la prima volta nella storia i religiosi sono autorizzati a uccidere in nome di Dio. 

VENERDI’ 11/03/2022

Passato e Presente
La rivoluzione surrealista tra Marx e Freud

Nasce nei tempestosi anni del primo dopoguerra il movimento surrealista, che ha nel poeta e psichiatra Andrè Breton l’ispiratore e la guida e in Luis Aragon, Paul Eluard e Salvador Dalì alcuni dei suoi primi compagni d’avventura. Nel suo periodo d’oro tra il 1920 e il 1940, il Surrealismo, sospeso tra psicanalisi e marxismo, produce una vera e propria rivoluzione: non solo sul terreno dell’arte, dei suoi linguaggi e dei suoi codici, ma nella storia del pensiero nel senso più ampio. Lo raccontano Paolo Mieli e il professor Emilio Gentile a “Passato e Presente”, in 0nda venerdì 11 marzo alle 13.15 su Rai 3 e alle 20.30 su Rai Storia. Continuatore del discorso delle avanguardie artistiche che si affermano nel primo 900, e in particolare del dadaismo, il movimento surrealista lancia una sfida sul piano culturale e politico al mondo che si sta avviando, con l’affermarsi dei totalitarismi, verso il secondo conflitto mondiale.

Speciali Storia '21-'22

Storie Contemporanee è una serie di 6 puntate della durata di 30 minuti l’una in cui si esplora la ricerca storica italiana contemporanea. Michela Ponzani incontra storici e ricercatori negli Archivi o negli Istituti di ricerca storica per affrontare, di volta in volta, i temi e i percorsi dei progetti di ricerca. A Marco Mondini, invece, viene affidato il compito di andare nei luoghi esterni per raccontare piccole storie legate al tema principale della puntata. In onda in prima visione venerdì 11 marzo alle 21.10 su Rai Storia

Speciali Storia '21-'22
Antoine il fortunato, una vita tra due Imperi

È la storia del tramonto di due imperi, l'impero ottomano e quello asburgico (accelerato dalla Prima guerra mondiale), testimoniato e "registrato" da un loro cittadino (Antoine), un cineasta che aveva un punto d'appoggio in entrambi gli imperi e che ha raccolto un tesoro di materiale (foto, filmati amatoriali, scritti, disegni ecc.) dell'epoca. La sua storia personale è il veicolo che racconta la “grande Storia” del tempo. Di famiglia franco-ungherese, vive nell'impero Ottomano (Costantinopoli, Salonicco) durante il periodo più turbolento della sua storia, che finì con la sua dissoluzione e la creazione della Turchia moderna.

Il documentario ripercorre le tappe dell'ascesa e della caduta di questo uomo comune e della sua famiglia, che hanno assistito e sono sopravvissuti a quei drammatici eventi. Il prezioso e unico materiale d'archivio che ha raccolto nella sua vita, offre uno sguardo sulla realtà della vita dei primi due decenni del secolo scorso. Anniversario (100 anni) della dissoluzione dell’Impero Ottomano nel 2022.

Con un’introduzione del prof. Giorgio Del Zanna in prima visione venerdì 11 marzo alle 21.40 su Rai Storia

MAXI
Il grande processo alla mafia
Il boss dei due mondi

Dopo l'arresto di Michele Greco, cominciano a sfilare sul pretorio dell'aula bunker del Maxiprocesso alla mafia i grandi boss che per anni hanno controllato Palermo. Tra questi Pippo Calò, detto “il cassiere della mafia”: è lui il primo a difendersi, contestando le accuse di Tommaso Buscetta, “il boss dei due mondi”, che tutti stanno aspettando. La deposizione di Buscetta, il 3 aprile 1986, è il momento chiave del processo, e viene vissuta da tutti i protagonisti con il fiato sospeso, a cominciare dai giudici popolari, tra i quali c'è anche Filomena, una donna di 60 anni che vive il processo con particolare apprensione. Le dichiarazioni di Tommaso Buscetta aprono uno squarcio nei segreti di Cosa Nostra, e il processo sembra prendere una piega favorevole all'accusa. Storie che si incrociano nel secondo appuntamento con “Maxi. Il grande processo alla Mafia”, in onda su Rai Storia venerdì 11 marzo alle 22.40. Nell’episodio “Il boss dei due mondi” anche la vicenda del giovane operatore Gianni che si sta lentamente ambientando a Palermo, contento del suo lavoro, mentre Teresa sembra sempre preoccupata e con la testa altrove. Per raccontare gli orrori di cui la mafia è stata capace, Franco Licitra porta Gianni a Corleone, il feudo dei due grandi boss latitanti, Totò Riina e Bernardo Provenzano, e da lì realizza un servizio. Come tutti, gli avvocati, Federico Marsalis studia la strategia per arginare il boss Buscetta e annuncia a Franco che molti imputati chiederanno il confronto: ma il giornalista ha anche altro a cui pensare, perché trova una sorpresa inattesa nella sua auto.

SABATO 12/03/2022

IL NEMICO DI MIA MOGLIE - IL MARITO BELLO
Regia di Gianni Puccini. Con Marcello Mastroianni, Giovanna Ralli, Memmo Carotenuto

Commedia (1959) La vita coniugale di Luciana e di Marco è turbata da continui litigi, causati dai gusti e delle inclinazioni diverse dei due. Marco si assenta ogni domenica per fungere da arbitro in qualche partita di calcio: questa è la sua passione, mentre Luciana ha la mania del vivere all'americana. Luciana, che è impiegata presso una casa di dischi, vorrebbe che suo marito si dedicasse ad un'attività positiva. Ella gli trova un impiego presso una società aerea ma Marco, sempre distratto, combina dei pasticci ed è licenziato. Luciana allora, traendo profitto dalla benevolenza che le dimostra il suo direttore, riesce a procurare a suo marito un posto presso la stessa ditta. Ma anche qui Marco combina dei guai e quando a complicare le cose s'aggiunge anche la gelosia di Luciana, egli abbandona impiego e moglie, e torna ad abitare col padre, rigido ed austero bibliotecario, che non gli ha mai perdonato di aver lasciato gli studi. Marco comincia a lavorare in biblioteca, ma la domenica scappa di casa con un pretesto per fare l'arbitro. In una di queste scappate incontra Giulia, una ragazza della quale s'innamora, ma ben presto s'accorge ch'ella tenta di circuirlo per indurlo a favorire, nella sua qualità di arbitro, una squadra che le sta a cuore. Amareggiato e deluso, Marco vorrebbe ritornare dalla moglie. Anche Luciana, che in un primo momento ha accettato la corte del suo direttore, vorrebbe riunirsi al marito. L'occasione per quella riconciliazione che entrambi desiderano è offerta da un incidente toccato a Marco, che avendo arbitrato una partita è stato malmenato dai tifosi. Informata dell'incidente, Luciana corre da lui e la pace è fatta. In onda sabato 12 marzo alle 21.10 su Rai Storia

Documentari d'autore
In nome del popolo italiano. Marco Biagi 

La storia di Marco Biagi, il giuslavorista, che come consulente del ministero del Lavoro, contribuì alla riforma del mercato del lavoro, elaborando il “Libro bianco sul mercato del lavoro in Italia” presentato nel 2001 e che costituì la base della progettazione governativa della riforma stessa. La racconta, tra pubblico e privato, il documentario di Gianfranco Giagni con Massimo Poggio “In nome del popolo italiano. Marco Biagi” in onda sabato 12 marzo alle 23.00 su Rai Storia. per il ciclo “Documentari d’autore”. A interrompere la sua esistenza e il suo impegno professionale furono le nuove Brigate Rosse che lo uccisero barbaramente sotto la sua abitazione il 19 marzo 2002.


 

 

 
 
 

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