Il teatro della tastiera
di Roberta Pedrotti
C. Gounod
Piano works
Roberto Prosseda, pianoforte
Enrico Pompili, pianoforte nella Sonata a quattro mani
CD Decca 481 6956, 2018
Nel bicentenario dalla nascita di Charles Gounod l'attenzione discografica si concentra felicemente sulla produzione meno nota del compositore, sotto l'egida raffinata del Palazzetto Bru Zane, che collabora anche a questa incisione Decca. Solista è Roberto Prosseda, vale a dire un pianista intellettuale, intelligente, curioso e di spirito, un interprete e uno sperimentatore e divulgatore.
Un pianista perfetto, quindi, per dar vita a pezzi a grave rischio d'usura come la Marche funèbre d'une marionette (meglio nota per esser stata usata come sigla per la serie Alfred Hitchcock presenta) e la Méditation sur le 1er prélude de J. S. Bach (più conosciuta come Ave Maria). Infatti l'ironica marcia suona priva di manierismi, e iscrive il lirico, religiosissimo Charles in una linea che da certi peccatucci rossiniani arriva dritta a Satie. Senza forzature o ammiccamenti, ma con lucida misura e ben ponderata ironia. Parimenti il lirismo della rivisitazione bachiana evita smancerie e melensaggini per ancorarsi più solidamente alla fonte d'ispirazione, ben nitida in filigrana nel sincero afflato melodico tipico di Gounod e non privo di alcune interessanti arditezze armoniche.
L'autore di Faust e Romèo et Juliette non era un virtuoso della tastiera, la sua ispirazione meglio si dispiegava nel canto, teatrale o sacro che fosse, e nell'esprimere l'amore umano o divino, tuttavia la sua non vastissima produzione pianistica sa rivelare sapori anche inaspettati per varietà espressiva e ricerca di soluzioni non scontate, pur in una veste sempre garbata e accattivante.
Il tocco intelligente di Prosseda si soppesa a dovere nell'ispirazione dotta dei Six Préludes et Fugues, tributo dovuto alla devozione bachiana di Gounod, come in quella suadente delle Six Romances sans paroles, fra ironia, sentimento, gusto pittoresco, respiro più ambizioso, sempre con amabilissima intelligenza salottiera. Insieme con Enrico Pompili interpreta la Sonate pour piano à quatre mains, uno dei brani in prima registrazione assoluta di questo CD, pezzo in cui l'amplificazione da due a quattro mani del discorso pianistico rivela già nel ventunenne Charles la propensione teatrale e, in senso più generale, per un'architettura musicale non solistica. L'eleganza non viene mai meno anche in un piacevole gioco di chiaroscuri, a riprova e della cultura musicale di Gounod (non solo rivolta a Bach, ma anche ad autori più vicini nel tempo) e del suo genuino talento per l'invenzione melodica, nonché di una chiarezza d'idee che traspare anche da un manoscritto steso direttamente in bella copia e quasi senza cancellature. Così, mentre apprezziamo l'ascolto, apprendiamo dalle dettagliate e fluenti note di copertina di Gérard Condé (incredibile dictu: anche in italiano!), perfetto suggello di un'incisione curata con passione e intelligenza.