Renata canta in russo
di Gustavo Gabriel Otero
Per la prima volta in Argentina il capolavoro di Prokof'ev presentato in lingua originale. La produzione appaga le aspettative, anche senza prendere il volo verso esiti memorabili.
BUENOS AIRES 3 novembre 2015 - L'angelo di fuoco di Prokof'ev è giunto a Buenos Aires nella stagione del 1966 in una “versione ritmica italiana” di Mario Nordio; l'opera è tornata nel 1971 e ora, dopo oltre quarant'anni di silenzio, riappare sulle scene del Teatro Colón nella sua versione originale in russo, quindi quale debutto argentino.
La produzione, senza esser memorabile, è parsa solida, di buon livello musicale, con un cast adeguato e una messa in scena ragionata.
Ira Levin a capo dell'Orquesta Estable ha offerto una lettura minuziosa, senza grandi slanci ma con buon equilibrio fra buca e scena. Alcune sonorità eccessive si devono alla scrittura dello stesso Prokof'ev più che alla direzione del maestro. Il momento più complesso – il finale del secondo atto – è stato salvato con una lieve amplificazione del cantante che interpretava Agrippa, il che ha conferito alla voce un carattere ultraterreno assai appropriato. Naturalmente questa decisione di Ira Levin è discutibile e controversa, ma non è stata contestata né nell'ambiente musicale né dal pubblico.
Non si può allestire L'angelo di fuoco senza una grande protagonista, e il Colón si è rivolto a Elena Popovskaya, che, come Renata, ha esibito profondità d'interprete, volume adeguato e buona linea di canto.
Il tenore Román Sadnik è stato impeccabile nel doppio ruolo del mago Agrippa von Nettelsheim e di Mefistofele, mentre Vladimir Baykovè stato un tormentato e convincente Ruprecht.
Iván García come Inquisitore ha assolto al suo compito senza spiccare il volo, mancando dell'autorità d'accento e del peso vocale che la perte richiede.
Nei ruoli di contorno si sono distinti Hernán Iturralde (Faust), Guadalupe Barrientos (locandiera), Alejandra Malvino (indovina) y Cecilia Díaz (madre superiora). Anche il resto del cast ha ben assolto al suo compito, disimpegnandosi alla perfezione a conferma della cura posta della dirigenza del Colón nella scelta degli artisti argentini per le parti di fianco.
Preparato da Miguel Martínez, il Coro Estable ha soddisfatto tutte le esigenze della partitura.
Forse la parte scenica è stata quella che ha destato minor entusiasmo. La soluzione visiva adottata da Florencia Sanguinetti non ha disturbato ma non ha nemmeno suscitato nulla di più. I movimenti erano accurati, ma per un'opera come questa ci si aspetta altro. Forse c'erano troppe idee, ma non sempre coerenti fra loro.
Interessante la soluzione di “duplicare” la protagonista in alcuni momenti dell'opera così come l'idea di dar inizio all'azione utilizzando una parte minima a destra della scena per allargarsi man mano fino a occupare l'intero palco nell'ultimo quadro.
Puerile, invece, l'uso ricorrente di una giostra e assolutamente mal realizzato il trucco di Mefistofele che divora lo sguattero della locanda.
L'ambientazione vagamente contempranea non ha aiutato – impossibile pensare a stregoneria, possessioni demoniache, inquisitori e roghi cristiani in questo contesto – e il finale, in cui l'Inquisitore prendeva per mano Renata bambina, era poco comprensibile.
La scenografia disegnata da Enrique Bordolini consisteva in strutture essenziali tendenzialmente gotiche uguali nei cinque atti, ma mutevoli nell'aspetto grazie a luci e proiezioni pure opera di Bordolini. Corretti i costumi, vagamente attuali, di Imme Möller.
foto Arnaldo Colombaroli (campi lunghi) e Massimo Parpagnoli (campi corti)/ Cortesìa Teatro Colon
Buenos Aires, 3/11/2015. Teatro Colón. S. Prokof'ev: Ognennyi angel. Opera in cinque atti. Libretto di S. Prokof'ev, dal romanzo omonimo di Valery Briusov. Debutto argentino della versione originale in lingua russa. Florencia Sanguinetti, regia. Enrique Bordolini, scene e luci. Imme Möller, costumi. Elena Popovskaya (Renata), Vladimir Baykov (Ruprecht), Román Sadnik (Agrippa von Nettelsheim / Mefistofele), Cecelia Díaz (Madre superiora), Iván García (Inquisitore), Guadalupoe Barrientos (Locandiera), Alejandra malvino (Indovina), Hernán Iturralde (Faust), Duilio Smiriglia (Jakob Glock), Mario De salvo (Oste), Víctor Castells (Mathias), Iván Maier (Dottore), Gustavo Gibert (Garzone), Rocío Giordano e Victoria Gaeta (Novizie), Cristian De Marco, Víctor Castells e Christian Maldonado (Clienti), Patricio Oliveira, Román Modzelewski e Cristian De Marco (Scheletri), Marisú Pavón, Oriana Favaro, Marina Silva, Cecilia Pastawski, Adriana Mastrángelo e Cecilia Aguirre Paz (Monache). Orquesta e Coro Estables del Teatro Colón. Maestro del Coro: Miguel Martínez. Maestro concertatore e direttore: Ira Levin.