Danzando con Martha
di Rossella Rossi
Martha Argerich, la leggenda vivente del pianoforte, si esibisce a Firenze con i giovanissimi strumentisti brasiliani della NEOJIBA, diretti dal connazionale Ricardo Castro. Oltre a Ravel e Stravinskij, in programma anche omaggi ai paesi della solista, con l'argentino Ginastera, e dell'orchestra, con Villa-Lobos.
FIRENZE, 6 settembre 2016 - Il grande palcoscenico del Teatro dell'Opera di Firenze traboccante degli oltre cento giovani strumentisti della NEOJIBA, l'Orchestra Juvenil da Bahia, era un effetto visivo che comunicava energia e vitalità al concerto che ha segnato ieri sera, 6 settembre, il debutto in città della compagine brasiliana.
Un'atmosfera che empaticamente ha contagiato tutti i presenti in sala, creando un clima da festa della musica con la platea e le gallerie di ogni ordine e grado stracolme di un pubblico festante richiamato dall’orchestra brasiliana ma ancor più dalla presenza di Martha Argerich in qualità di solista del Concerto in sol per pianoforte e orchestra di Maurice Ravel, clou del programma della serata.
La Argerich è una leggenda vivente del pianismo internazionale e dall'altezza dei suoi venerabili settantacinque anni - dagli inizi come enfant prodige, quasi interamente trascorsi sui palcoscenici di tutto il mondo - può permettersi qualsiasi cosa al cospetto di una tastiera. La scelta di esibirsi con un'orchestra giovanile fa onore al suo talento e alla sua carriera e fa capire come, una volta raggiunti tutti i traguardi, la generosità e l'attenzione verso le nuove generazioni siano l'esito naturale e più adeguato, il perfetto coronamento di un percorso artistico.
Il programma della serata si snodava fra brani di due eminenti compositori sudamericani: la Suite dal balletto Estancia op. 8 di Alberto Ginastera e i Choros n. 6 per orchestra di Heitor Villa-Lobos, nei quali i colori e i canti popolari, rispettivamente, dei gauchos argentini e dei musicisti di strada brasiliani sono sapientemente trasfigurati nel linguaggio sinfonico della tradizione classica occidentale.
Il direttore Ricardo Castro, brasiliano d’origine e di solidissima esperienza internazionale, misurato nel gesto e accurato nella disposizione dei diversi piani sonori, ha condotto in porto un’esecuzione nella quale i colori strumentali e la buona volontà degli esecutori sopperivano alle inevitabili incertezze di un’orchestra giovanile. Questa ha, tuttavia, saputo dare il meglio di sé proprio nel Concerto in sol di Ravel, siglato dalla maestria e dall’inconfondibile tocco ugualmente morbido ed energico di Martha Argerich.
Concludeva il programma la suite da L’oiseau de feu di Igor Stravinskij anch’esso condotto con padronanza di mezzi dall’orchestra.
L’ovazione prolungata ed entusiasta del pubblico ha, poi, dato il via ai fuori programma, introdotti – in italiano - dalle parole del Maestro Castro.
"Sono felicissimo di essere qui - ha esordito il direttore brasiliano - e di sapere che tra il pubblico è presente la mia insegnante di pianoforte, Maria Tipo. Il nostro sistema musicale non forma solo strumentisti ma anche direttori d’orchestra. Volete ancora ascoltare musica brasiliana?” E, in un coup de théâtre, è salito sul palco un giovane allievo (di cui purtroppo non abbiamo percepito il nome) sotto la cui direzione i ragazzi, al suono della trascinanteAquarela do Brasil, hanno iniziato a ballare, dondolarsi, alzarsi, suonare girando intorno agli strumenti.
Che la musica danzante si trovi proprio nell’emisfero meridionale del nostro globo terracqueo?
foto © Michele Borzoni/TerraProject/contrasto