Io son ricco, e tu sei bella
di Luis Gutierrez
Torna al Met L'elisir d'amore nell'allestimento di Bartlett Sher. Nel cast Aleksandra Kurzak, Vittorio Grigolo, Adam Plachetka e Alessandro Corbelli, diretti da Enrique Mazzola.
NEW YORK, 13 marzo 2016 - La produzione dell’Elisir d’amore attualmente proposta al Met ha debuttato nel 2012 a firma del "regista di casa" Bartlett Sher, con scene disegnate da Michael Yeargan, costumi Catherine Zuber e luci di Jennifer Tipton. Si tratta di una messa in scena letterale dell'opera di Donizetti, con una sola modifica che contraddice radicalmente la personalità di Nemorino, il quale, ad un tratto, mette da parte la sua timidezza e affibbia una sculacciata alla sua amata, che finora risulterebbe la padrona del luogo. Nemorino è timido e fa onore al suo nome - Nemo in latino significa nessuno - che si potrebbe tradurre come "Signorino Meno di Niente" nel contesto dell'opera; seriamente, lo sculaccione mi ha sorpreso. Naturalmente, questo gesto fa sè che Belcore e i suoi soldati lo punicano colpendolo.
La recita è stata dominata di gran lunga da Aleksandra Kurzak, che ci ha regalato un'Adina brillante e impeccabile nel canto e nella recitazione. Vittorio Grigolo è stato un buon Nemorino, benché, a dire il vero, non l'abbia trovato così stupendo come celebrato da alcuni colleghi. Adam Plachetka ha incarnato assai bene l'arrogante sergent Belcore e Alessandro Corbelli a interpretato un maraviglioso Dulcamara. A dir la verità, il momento che ho più apprezzato è stata la Barcarola, poiché Corbelli e Kurzak hanno saputo conferire una tale bellezza e un senso artistico di alta qualità a questo brano così poco "intellettuale".
Enrique Mazzola ha offerto una buona prova a capo dell'orchestra e del coro del Met. Da segnalare due episodi opposti da parte di due strumentisti: il primo fagotto è stato sublime durante “Una furtiva lagrima”, mentre la tromba all'inizio del secondo atto ha starnazzato sul glissando previsto. Io e i miei vicini siamo sobbalzati, perché la stecca è stata davvero notevole.
A margine, devo notare che erano molto evidenti i vuoti in sala, nonostante la distribuzione di una gran massa di biglietti con forti sconti, anche per posti il cui prezzo originale arriva a duecento dollari.
Alla fine, sono uscito cercando a chi cantare “Io son ricco, e tu sei bella”.