Stregati da Manon
di Gustavo Gabriel Otero
Anna Netrebko e Marcelo Alvarez, circondati da un cast eccellente e con la concertazione di prim'ordine di Marco Armiliato, sono i punti di forza della ripresa di Manon Lescaut al Met.
NEW YORK, 18 novembre 2016 - Il Metropolitan di New York ha riproposto la Manon Lescaut di Puccini che aveva debuttato nel febbraio di quest'anno: una produzione di Richard Eyre che non dice granché di nuovo ma perlomeno non disturba, mentre i punti di forza si individuano fra i cantanti e la direzione musicale.
L'azione è collocata nel 1941, nella Francia occupata dai tedeschi, per quanto la presenza nazista non abbia un reale sviluppo drammatico e non si comprenda quale sia il ruolo dell'esercito invasore nella trama. Nonostante il minuzioso lavoro di Eyre sulla recitazione, la buona gestione delle amsse e la ricchezza di particolari.
Interessante, per quanto talora complicata per i movimenti dei cantanti, la scenografia di Rob Howell. Tutti gli ambienti appaiono monumentali, con grandi spazi e scalinate immense. Molto ben caratterizzati gli abiti disegnati da Fotini Dimou, corretta la piccola coreografia di Sara Erde e assai buone le luci di Peter Munfrod.
Senza dubbio Anna Netrebko risplende e abbaglia come Manon. All'affascinante presenza scenica unisce un volume notevole, una sicurezza musicale assoluta, acuti splendenti, omogeneità fra i registri, pianissimi squisiti, fraseggio ammirevole, e un dominio drammatico sconvolgente. La sua voce è cresciuta, si è ampliata e ha potuto passare a un canto lirico-drammatico di singolare limpidezza. Il controllo delle note gravi ha aggiunto interesse nella costruzione del personaggio.
Alla sua seconda recita come Des Grieux, Des Grieux Marcelo Álvarez si è mostrato sicuro e ben immedesimato. Cesella ogni frase alla perfezione, ricorre a un fraseggio sottile che enfatizza la prima sillaba di ogni frase e si nota la cura riposta alla ricerca dell'esatta espressione. Come sempre seduce la bellezza della voce, il suo timbro omogeneo e mediterraneo. Il suo passato belcantista gli permette un'emissione duttile e delicata ma anche, quando il dramma lo richiede, di sorprendere con i colori eroici che si addicono al personaggio.
Di altissima qualità il Lescaut di Christopher Maltman e il Geronte de Ravoir di Brindley Sherratt. Molto interessante il tenore Zach Borichevsky (Edmondo) così come Avery Amereau (un Musico). Bene anche il coro e il resto del cast.
Marco Armiliato ha offerto una concertazione di primo ordine, con nerbo, stile, classe. Ha sempre sostenuto i cantanti senza mai perdere brillantezza, sottile quando necessario o energico se la situazione lo richiede.
Photo by Ken Howard/Metropolitan Opera.
New York, 18/11/2016. Metropolitan Opera House. Lincoln Center for the Performing Arts. Giacomo Puccini: Manon Lescaut. Dramma Lírico en cuatro actos. Libretto di Marco Praga, Domenico Oliva, Giuseppe Giacosa, Ruggero Leoncavallo, Giulio Ricordi e Luigi Illica, basato sul romanzo L'historie du chévalier des Grieux et de Manon Lescaut di Antoine-Françoise Prévost. Sir Richard Eyre, regia. Rob Howel, scene. Fotini Dimou, costumi. Sara Erde, coreografia. Peter Mumford, luci. Paula Williams, ripresa. Anna Netrebko (Manon Lescaut), Marcelo Álvarez (Renato Des Grieux), Christopher Maltman (Lescaut), Brindley Sherratt (Geronte de Ravoir), Zach Borichevsky (Edmondo), Scott Scully (maestro di ballo), Tony Stevenson (lampionaio), Philip Cokorinos (oste), David Crawford (sergente), Ricard Bernstein (capitano di amrina), Avery Amereau (un Musico), Maria d’Amato, Christina Thomson Anderson, Stepahanie Chigas e Rosalie Sullivan (madrigalisti). Orchestra e coro del Metropolitan Opera. Maestro del coro: Donald Palumbo. Maestro cocnertatore e direttore: Marco Armiliato.