Rigoletto c'est moi
di Silvia Campana
Leo Nucci ripropone il suo storico Rigoletto all'Arena di Verona per quella che, ha annunciato, resterà la sua ultima esibizione operistica all'aperto.
VERONA, 27 luglio 2017 - L'allestimento di Ivo Guerra con scenografie di Raffaele Del Savio basate su alcuni schizzi di Ettore Fagiuoli per la prima assoluta dell'opera in Arena (1928) [se ne è parlato più diffusamente in occasione della prima del 14 luglio 2017] può rappresentare, con innovazioni come quella della Fura dels Baus [leggi la recensione del 16 luglio 2017 e del 09 luglio 2017] una buona strada, filologica quanto storica, per ripresentare allestimenti storici piuttosto che la solita ridda di cappellini e cavalli.
La serata del 27 luglio è stata dominata dalla presenza nel ruolo del titolo di Leo Nucci, che ancora una volta non ha deluso le attese dei numerosi appassionati che gremivano l'Arena. Il suo è e resta oggi un Rigoletto di riferimento in particolare per la minuziosa cura espressiva, per l'accento scolpito, la "parola scenica" e un'interpretazione che non abbandona un momento drammaturgia musicale verdiana. Così la sua maniacale affezione alla figlia diventa specchio di una frustrazione che lo porterà alla ricerca di quella cieca vendetta che lo trascinerà nell'abisso coinvolgendo e travolgendo anche il pubblico grazie a quell'indiscutibile carisma (basti per tutti l'attacco di "Cortigiani, vil razza dannata"), al fortissimo senso del teatro e all'attenta professionalità che ne hanno da sempre contraddistinto la carriera .
Lo affiancava il soprano Jessica Nuccio nel ruolo di Gilda evidenziando una vocalità molto interessante, precisa musicalmente quanto tecnicamente e sempre attenta ad accento e fraseggio
Ben cesellato risultava anche il Duca di Mantova delineato dal tenore Gianluca Terranova. Il timbro dell'artista è molto caldo e avvolgente e, nonostante risultasse un po' calante nell'intonazione, nondimeno donava al suo ruolo giusto accento e raffinata intenzione con un risultato complessivo coerente ed espressivo.
Tonante il curato Sparafucile di Andrea Mastroni, mentre la Maddalena di Anna Malavasi convinceva poco sia per vocalità sia per espressività.
Completavano il cast Marco Camastra (Marullo), Francesco Pittari (Borsa), Alice Marini (Giovanna), Nicolò Ceriani (Monterone), Dario Giorgelè (Ceprano), Marina Ogii (Contessa di Ceprano), Lara Lagni ( un paggio) e Omar Kamata (un usciere di corte).
Privo di espressività e mordente, Julian Kovatchev dirigeva l'orchestra areniana ribadendo i problemi di coesione già evidenziati per la recita precedente.
Bene il coro della Fondazione diretto dal M. Vito Lombardi .
Pubblico caloroso per questo drammatico e, per più versi, interessante Rigoletto.
foto ENNEVI/Fondazione Arena di Verona