Il debutto perfetto
di Gustavo Gabriel Otero
A lungo rimandato a causa della pandemia, il debutto argentino di Piotr Beczała, accompagnato al piano da Camillo Radicke, è un meritato trionfo
Buenos Aires, 7 maggio 2022 - In un paese - l'Argentina- in cui le istituzioni culturali non hanno continuità, è un vero miracolo che il Mozarteum Argentino festeggi quest'anno il suo 70° anniversario con una Stagione di sette concerti ed è più che di buon auspicio. L'attività dell'istituzione prevede anche un ciclo di quattordici concerti gratuiti tra aprile e novembre a mezzogiorno, oltre al programma di borse di studio e alle attività del Mozarteum Joven.
Originariamente previsto per novembre 2020, il debutto in Argentina del tenore polacco Piotr Beczała ha dovuto essere riprogrammato a causa della pandemia in diverse occasioni fino a quando non è stato finalmente stabilito che inaugurasse la Stagione 2022 dell'Istituzione e aprisse le celebrazioni del 70° anniversario.
Beczała ha tenuto un recital di rara perfezione esibendo una gamma del suo repertorio in sei lingue diverse (italiano, polacco, russo, francese, tedesco e napoletano).
In ogni momento ha brillato per la sua impeccabile linea di canto, l'omogeneità dei registri, la voce potente e il timbro meravigliosamente tenorile. Senza dubbio una delle grandi star del momento che sul palco riconferma i suoi allori.
Ha cominciato con il Duca di Mantova di Rigoletto di Verdi, con la ballata 'Questa o quella' pronunciata con eleganza e perfetto fraseggio. La sua voce ha riempito la sala suscitando i primi applausi della serata. Ha proseguito con l'ironica "Di' tu se fedele" da Un ballo in maschera, ha affascinato nella Mattinata di Leoncavallo, con grande ardore ha affrontato 'Quando le sere al placido' di Luisa Miller e dato una lezione di buon gusto con 'Ah, si ben mio' dal Trovatore verdiano.
Sono seguiti tre brani di Tosti (L'ultima canzone, Chi sei tu che mi parli e Ideale) cantati con passione, accenti aristocratici e mezze voci perfette.
Per concludere la prima parte, Beczala ha proposto un frammento quasi sconosciuto del suo connazionale Stanislaw Moniuszko, l'aria 'z Kurantem' del tenore (Stefan) dall'opera Straszny Dwór (La casa dei fantasmi). Scena lunga, di grande difficoltà e bella, che il tenore ha eseguito con dedizione ed eleganza.
Camillo Radicke al pianoforte ha offerto in questa prima parte, oltre che nella seconda e nei bis, una vera lezione di accompagnamento: giusta diteggiatura, volume esatto e stile perfetto in ogni pezzo.
La seconda parte è iniziata con tre brani di Stefano Donaudy (Vaghissima sembianza; Freschi luoghi, prati aulenti; O del mio amato ben) per proseguire con quattro di Rachmaninov. In tutti e sei i pezzi Piotr Beczala convince dall'inizio alla fine.
Le quattro pagine che hanno concluso il recital sono state intepretate in modo così ammirevole da elettrizzare il pubblico, per l'emissione perfetta, la convinzione nel dire e la resa drammatica. Così si sono susseguite l'aria di Lenski 'Kuda, kuda' di Evgenij Onegin di Čajkovskij; l'aria di Romeo 'L'amour... Ah! Leve toi' da Roméo et Juliette di Charles Gounod e i due emblematici momenti tenorili della Tosca di Puccini: 'Recondita armonia' e 'E lucevan le stelle'.
Non restano altri aggetti per descrivere un recital memorabile; sollecitato dagli applausi del pubblico, il tenore si è prodigato con sei bis.
Così 'Pourquoi me réveiller' di Werther di Massenet, 'La fleur que tu m'avais jetée' da Carmen di Bizet, 'Catari! Catari!' (Core 'ngrato) di Salvatore Cardillo, 'Dein ist mein ganzes Herz' ("Tu che m'hai preso il cuor") dall'operetta Das Land des Lächelns (Il paese del sorriso) di Lehar, il Lied di Richard Strauss Zueignung (Dedica ), per terminare con la romanza di Mieczyslaw Karlowicz Pamietam ciche jasne zlote dnie (Ricordo quei giorni, luminosi e dorati) e un pianissimo finale di travolgente perfezione.
El debut perfecto
por Gustavo Gabriel Otero
Buenos Aires, 7 de mayo de 2022. Temporada del Mozarteum Argentino - En un país -la Argentina- en el cual las instituciones culturales no tienen continuidad es un verdadero milagro que el Mozarteum Argentino festeje este año su 70° Aniversario con una Temporada de 7 conciertos es más que auspicioso. Las actividades de la Institución también incluyen un Ciclo 14 conciertos gratuitos entre abril y noviembre en horas del mediodía, además de su programa de becas y las actividades del Mozarteum Joven.
Programado originalmente para noviembre de 2020 el debut en la Argentina del tenor polaco Piotr Beczała tuvo que ser reprogramado por la Pandemia en varias ocasiones hasta que finalmente se lo estableció para iniciar la Temporada 2022 de la Institución y abrir los festejos del 70° Aniversario.
Beczała ofreció un recital de rara perfección mostrando un abanico de su repertorio cantando en seis idiomas diferentes (italiano, polaco, ruso, francés, alemán y napolitano).
En todo momento brilló por su perfecta línea de canto, la homogeneidad en el registro y su potente timbre bellamente tenoril. Sin dudas una de las grandes estrellas del momento que revalida sus laureles dentro del escenario.
Comenzó con el Duque de Mantua de Rigoletto de Verdi con la balada ‘Questa o quella’ vertida con elegancia y perfecto fraseo. Su voz inundó la sala provocando la primera ovación de la noche.
Prosiguió con la irónica aria de Riccardo ‘Di'tu se fedele il flutto m'aspetta’ de Un ballo in maschera, cautivó con Mattinata de Leoncavallo, con gran ardor acometió ‘quando le sere al placido’ de Luisa Miller y brindó una lección de buen gusto con el ‘Ah, si ben mio’ de Il Trovatore verdiano.
Prosiguió con tres canciones de Tosti (‘L’ultima canzone’, ‘Chi sei tu che mi parli’ e ‘Ideale’) cantadas con pasión, decir aristocrático y perfectas medias voces.
Para acabar la primera parte Beczala cantó un fragmento casi desconocido de su connacional Stanislaw Moniuszko. El aria del tenor (Stefan) ‘z Kurantem’ de la ópera Straszny Dwór (la mansión encantada). Escena larga, de gran dificultad y bellísima que el tenor interpretó con entrega y elegancia.
Camillo Radicke en el piano ofreció en esta primera parte, como también en la segunda y en los bises o propias, una verdadera lección de acompañamiento. La digitación justa, el volumen exacto y el estilo perfecto en cada pieza.
La segunda parte se inició con tres canciones de Stefano Donaudy (Vaghissima sembianza; Freschi luoghi, prati aulenti; O del mio amato ben) para seguir con cuatro de Rachmaninov. En las seis obras Piotr Beczala convence de principio a fin.
Las cuatro obras que daban fina la recital fuero vertidas de manera tan admirable que electrizaron a la audiencia, por la perfecta emisión, convicción en el decir y entrega dramática. Así pasaron el aria de Lenski ‘Kuda, kuda’ de Eugenio Oneguin de Chaikovski; el aria de Romeo ‘L’amour... Ah! Leve toi’ de la Roméo et Juliette de Charles Gounod y los dos emblemáticos momentos tenoriles de Tosca de Puccini: ‘Recondita armonia’ y ‘E lucevan le stelle’.
Sin que queden demasiados adjetivos para calificar un recital memorable, a pedido de las ovaciones del público el tenor se prodigó con 6 bises o propinas.
Así pasaron ‘Pourquoi me réveiller’ de Werther de Massenet, ‘La fleur que tu m'avais jetée’ aria de Don José de Carmen de Bizet, ‘Catari! Catari!’ (Core 'ngrato) de Salvatore Cardillo, ‘Dein ist mein ganzes Herz’ (Tuyo es mi corazón) de la opereta Das Land des Lächelns (El país de las sonrisas) de Lehar, la canción de Richard Strauss ‘Zueignung’ (Dedicatoria), para terminar con la canción de Mieczyslaw Karlowicz ‘Pamietam ciche jasne zlote dnie’ (Recuerdo aquellos días, brillantes y dorados) y un pianísimo final de apabullante perfección.