Compleanno al sole
di Roberta Pedrotti
La Toscanini festeggia l'anniversario della nascita del maestro eponimo con due giorni di concerti e laboratori: giovani e giovanissimi nel pubblico e sul palco, per finire con un bel concerto cameristico di Valeriy Sokolov e Anne-Marie Petrache.
PARMA, 25 marzo 2023 - Il 24 marzo si ricorda l'eccidio delle Fosse Ardeatine, in cui i nazifascisti trucidarono trecentotrentacinque antifascisti, ebrei e alcuni detenuti per reati comuni. Il 25 marzo si ricorda la nascita di Arturo Toscanini, che nell'arte e nella vita fede dell'integrità ideale il suo vessillo, che venne schiaffeggiato dalla marmaglia squadrista e tornò in Italia solo dopo la Liberazione. Splende il sole ed è piena primavera, per festeggiare il maestro parmigiano d'Oltretorrente, quando nel Parco della Musica si gode del bel tempo fra un appuntamento e l'altro dei LaT-Day che l'orchestra Toscanini dedica al suo eponimo a cavallo del giorno natale.
Sono appuntamenti vari, ma tutti all'insegna dell'inclusione, della formazione e della comunicazione, per lo più gratuiti, con tanti laboratori per bambini e ragazzi, o a prezzi molto contenuti. Si può cominciare al mattino con la Filarmonica playlist che richiama le combinazioni di assaggi vari impostate deliberatamente o proposte dai vari youtube o spotify, ma anche – poco o nulla si crea o si distrugge nelle nostre abitudini, cambiano più che altro strumenti e tendenze – i programmi di qualche decennio fa, dei secoli passati, in cui non ci si faceva remore negli accostamenti o nel proporre, per esempio, singoli movimenti di diverse sinfonie. Mendelssohn, Bach, Mozart, Rossini, Brahms... non si può dire che non si ascolti con piacere e curiosità, anche se più di tutti piace osservare un bimbo d'età prescolare che invece di unirsi ai coetanei è venuto con la mamma ad ascoltare il concerto “per i grandi”. Educato, ma non imbalsamato, sulle note della sinfonia del Barbiere di Siviglia si lancia in una spericolata coreografia per poi tornare spontaneamente al suo posto. E, sbirciando in sala, non è l'unico giovanissimo ad accoccolarsi per terra o sulle sedie per sentire La Toscanini diretta da Antonio De Lorenzi e Giulia Bassi a introdurre brevemente ogni pagina.
Un panino sul prato, fra i gruppetti di amici e le famiglie, un caffé al chiosco e nel pomeriggio è la volta dei giovani alla ribalta: se La Toscanini Next (l'orchestra under 35 della Fondazione) si lancia in colonne sonore cinematografiche, il coro di voci bianche in residenza Chorus Cordis presenta un viaggio musicale nella vita di Toscanini, dalla prima di Turandot con “Là sui monti dell'est” ai canti popolari della sua Parma (e del quartiere Oltretorrente, noto per le barricate opposte già nel 1922 ai fascisti), all'inno di pace con i versi di Gianni Rodari. L'attore Claudio Pellerito fa da collante narrativo, Luciano D'Orazio suona il pianoforte e Gabriella Corsaro è la maestra del coro, ma i protagonisti indiscussi sono ancora una volta i bimbi, sempre più bravi e simpatici.
In serata tornano le cose “da grandi”, con il violinista Valeriy Sokolov, anche lui artista in residenza per questa stagione, e la pianista Maria Diana Petrache nell'ambito del ciclo Salotto Toscanini, vale a dire la musica da camera in Sala Gavazzeni con il pubblico sistemato in posti singoli ma anche comodi divanetti. Il programma è, ancora, multidisciplinare, preceduto dal video Proximus su disabilità e conseguenze sociali della pandemia, quindi da una breve prolusione di Cristina Casero e Giulia Bassi a proposito del dipinto Sensazioni gioiose – Bosco di faggi di Vittore Grubicy, amico di Toscanini con il quale scambiò interessanti considerazioni sul rapporto fra musica e arti figurative. Il ponte appare dunque più che naturale con il brano d'apertura, Pastoral for the night forest di Yehven Stankovych (classe 1942), nel quale il suono sembra prendere forma a poco a poco, delineandosi in gioco di luce e colori, rimbalzi di frammenti melodici e cellule ritmiche fra violino e pianoforte, sezioni liriche o sferzanti che evidenziano una continuità di scuola sulla traccia segnata da Šostakovič. La Sonata n.2 di Ravel e la n.3 di Enescu seguono in un percorso di continuità in cui il richiamo alla forma classica incontra dichiarati elementi blues o folclorici romeni, impone al solista una padronanza tecnica che talora si traduce in un suono perfin percussivo, o in articolazioni di colori aspre e dinoccolate, che Sokolov domina a meraviglia in perfetta sintonia con il tocco sensibile e incisivo di Petrache, abile nel dipanare anche liquidi esotismi. Il violino non manca di far sentire la gamma dinamica della sua cavata, ma sarà poi nei bis che un lirismo e un virtuosismo più tradizionali ribadiranno la completezza stilistica dell'artista ucraino: bis generosi, peraltro, che costituiscono quasi una seconda parte di concerto, con l'Introduzione e rondò capriccioso di Saint-Saëns e, a chiudere il cerchio, la trascrizione per pianoforte e orchestra di Ucranian poem ancora di Stankovych, pezzo di cui si apprezza la compattezza in un discorso in continuo movimento fra elementi, appunto, pulviscolari, melodie d'impronta impressionista e scatti danzanti in tempo di czarda.
Un bel successo chiude in bellezza il LaTDay del 25 marzo: pubblico giovane e giovanissimo che gioca con la musica, giovani e giovanissimi musicisti sul palco, grandi classici, nuovi linguaggi, la nostra contemporaneità e quella di Toscanini. Davvero una bella festa.