I primi musicisti
In generale, risalire alle origini di iniziative musicali a Bologna è arduo a causa della scarsità di documenti. Grazie agli statuti cittadini, però, apprendiamo che esisteva un’iniziale formazione strumentale (che col tempo avrebbe dato vita al Concerto Palatino), costituita da otto pubblici ufficiali denominati “tubatores” o “bannitores”(addetti agli annunci civici, quattro a servizio del Comune e i restanti del Popolo, rifacendosi rispettivamente al Podestà e al Capitano del popolo), le cui mansioni erano disciplinate già dal 1250. Erano obbligati a presenziare, in qualità di “testes”, ai consigli generali di propria giurisdizione; la punizione per chi trasgrediva era il pagamento di una multa di 100 scudi (pari a 500 lire). Ogni banditore riceveva un compenso mensile di 5 lire.
L’accesso alla carica era subordinato ad un concorso finalizzato alla designazione di individui idonei a “bannire et trumbare”: i prescelti dovevano prestare giuramento di fedeltà, avrebbero sempre riportato esattamente il contenuto dei bandi loro affidati, facendoli conoscere a tutti, posizionandosi nei punti della città fissati negli statuti.
L’annuncio seguiva una particolare ritualità: i banditori richiamavano l’attenzione della gente con l’ausilio di squilli di “tubas bonas et sonoras”, poi leggevano a gran voce il testo del provvedimento; al termine, affiggevano anche una copia scritta del bando e passavano alla postazione successiva. Per costoro vigevano inoltre i doveri, pena l’espulsione dal servizio, di risiedere a Bologna e indossare abiti consoni mentre lavoravano.
Sin dai primi tempi, come suggerisce anche la regolare correlazione del termine “tubator” con “banitor”, alle funzioni burocratiche si aggiungevano spesso impegni prettamente ludici, di natura musicale. Leandro Alberti, nella sua Historie di Bologna, racconta che il 6 marzo 1256 fu condotto in Piazza Maggiore il Carroccio (grande carro trasportante le insegne cittadine) a suon di tromba.
Egli parla inoltre di “piffari”, tuttavia non ci risulta che dei pifferai fossero al servizio del Comune di Bologna nel Medioevo: possiamo quindi ipotizzare che si ricorresse all’occasionale ingaggio di musicisti forestieri.