Riccardo Chailly
Direttore Principale del Teatro alla Scala dal gennaio 2015, assume la carica di Direttore Musicale dal gennaio 2017. Il suo debutto alla Scala risale al 1968 con I Masnadieri di Verdi; in seguito ha diretto opere di Rossini, Verdi, Puccini, Prokof’ev e Bartók; con Aida ha inaugurato la Stagione 2006/2007 e con Giovanna d’Arco la Stagione 2015/2016. Il suo impegno con il Teatro milanese negli anni a venire si concentrerà sul repertorio italiano con la prosecuzione del ciclo di opere di Puccini iniziato nel maggio 2015 con Turandot, evento inaugurale di Expo e nel maggio 2016 con La fanciulla del West. In programma anche titoli di Verdi, Rossini e Donizetti, con un’attenzione particolare per le opere presentate alla Scala in prima assoluta: sarà il caso de La gazza ladra, che tornerà alla Scala dal 12 aprile con la regia di Gabriele Salvatores a 200 anni dalla prima. In questi mesi Chailly ha intensificato l’attività con l’orchestra scaligera creando con i musicisti un sodalizio artistico sempre più stretto: dopo aver invitato lo scorso agosto alcune prime parti a unirsi all’Orchestra del Festival di Lucerna, di cui ha assunto la guida succedendo a Claudio Abbado, ha guidato la Filarmonica in una serie di tournée che hanno toccato con successo diverse città europee tra cui Salisburgo, Vienna e Parigi, e Orchestra e Coro della Scala nel Requiem di Verdi a Mosca; Requiem replicato con eguale esito a Milano (anche per il 15° anniversario del disastro di Linate e per la Fondazione Candia). Il 20, 21 e 22 ottobre Riccardo Chailly ha aperto la Stagione Sinfonica del Teatro con un concerto dedicato a Brahms e Liszt. Nello stesso periodo riporta la Filarmonica in sala di registrazione.
Lo spettacolo
“Io non ho uno stile; cerco per ogni titolo di trovare uno stile appropriato”. Regista di prosa e d’opera, attore, drammaturgo, Alvis Hermanis è una delle personalità più sfaccettate e imprevedibili del teatro contemporaneo. Acclamato alla Scala per la cruda efficacia della sua resa de Die Soldaten di Zimmermann, ha radicalmente cambiato impostazione con la messa in scena tradizionale e pittorica de I due Foscari: ma i milanesi hanno potuto apprezzare un volto completamente diverso del suo lavoro assistendo a Black Milk, lo spettacolo di prosa sulla Lettonia rurale andato in scena al Teatro dell’Arte. Nel frattempo a Parigi faceva scalpore una versione avveniristica de La damnation de Faust in cui il protagonista era un esplicito riferimento a Stephen Jay Hawking. Inevitabile l’attesa per questo nuovo allestimento: una versione sicuramente fedele al testo, e ampiamente ispirata al teatro giapponese.