L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Indice articoli

RESILIENZA

Teatro Coccia, Novara

Stagione autunno inverno 2020

Dal 22 Ottobre al 19 Dicembre 2020

8 titoli di cui 2 prime commissioni

e 3 nuove produzioni in prima esecuzione assoluta

29 “alzate di sipario”

1 evento extra stagione con 2 repliche e 4 giorni di prove aperte

Alienati in visione gratuita per l’Opera World Day 2020

Tra Ottobre e Novembre spettacoli

all’Arengo del Broletto e al Piccolo Coccia

E poi il ritorno al Teatro Coccia
con la platea come nuovo spazio scenico

“La capacità di un individuo di generare fattori biologici, psicologici e sociali che gli permettano di resistere, adattarsi e rafforzarsi, a fronte di una situazione di rischio, generando un risultato individuale, sociale e morale” sono le parole del poeta peruviano Oscar Chapital Colchado, sono le parole che definiscono un’attitudine dell’uomo, ma anche della natura e degli esseri umani in genere: la resilienza.

Termine che meglio di ogni altro definisce oggi la condizione del mondo dell’arte, dello spettacolo, del teatro. Di tutti i teatri del mondo. Del Teatro Coccia sicuramente. In un momento complesso come quello attraversato, e ancora in corso, il teatro di Via Rosselli si adatta alle circostanze, si aggiorna sulle misure di sicurezza e programma una prima parte di stagione che possa adeguarsi non solo alle regole dettate dal distanziamento, ma anche all’utilizzo di spazi “altri” dalla sala teatrale.

Con i lavori di ristrutturazione in corso - che presto restituiranno a Novara un teatro nuovo e ancor più sicuro - il Teatro Coccia si sposta sulla città e esporta le sue produzioni in uno dei posti più affascinanti e amati del centro storico cittadino: l’Arengo del Broletto.

È proprio dal salone di Via Rosselli, 20 che riparte il cammino del Teatro Coccia, giovedì 22 ottobre.

La stagione autunno inverno 2020, firmata dalla direzione artistica del direttore del Teatro, Corinne Baroni, si articola da ottobre a dicembre, e porta in scena 8 titoli prodotti dal Teatro Coccia che ne descrivono la missione: la musica e l’opera, ma anche la sua vocazione per l’innovazione e la contemporaneità. Spazio alle contaminazioni tra le arti, tra musica, pittura, danza, scultura, multimedialità e produzioni inedite, commissionate dal Coccia, che continua così di fatto il suo percorso di investimento nel futuro dell’opera lirica.

Contaminazioni e connessioni tra le arti già a partire dall’opera da camera che inaugurerà la stagione: giovedì 22 ottobre alle ore 21 nell’Arengo del Broletto Stabat Mater di Giovanni Battista Pergolesi. Contingentamento dei posti significa anche moltiplicazione delle recite. L’opera andrà infatti in scena poi venerdì 23 e sabato 24 ottobre alle 18 e alle 21 e domenica 25 ottobre alle 16 e alle 21.

Giovanni Battista Pergolesi, fecondo autore di musica sacra che solo nei suoi ultimi mesi di vita compose quelli che sono considerati il suo lascito più importante in questo ambito: il Salve Regina del 1736 e del coevo Stabat Mater per orchestra d'archi, soprano e contralto, che rimane senz'altro uno dei suoi componimenti più famosi, anzi probabilmente il più conosciuto, ma anche una delle opere musicali più rimarchevoli di tutto il Settecento. La tradizione, alimentata dal primo biografo del musicista, il marchese Tommaso di Villarosa, vuole che sia stata anche l'ultima composizione del Pergolesi, scritta sul letto di morte dal ventiseienne musicista. Questa composizione sacra vede come protagonista una delle orchestre più rinomate nel panorama nazionale I virtuosi italiani, diretta da Matteo Beltrami e da tre giovani direttori dell’AMO l'Accademia dei Mestieri dell’Opera del Teatro Coccia.

L’esecuzione dello Stabat Mater sarà preceduta dall’esecuzione di una Suite tratta dalla raccolta delle Antiche arie e danze per liuto di Ottorino Respighi, per la precisione la Terza, composta nel 1931, costituita da 4 movimenti che prevedono l'impiego di soli strumenti ad arco.

Sia l’esecuzione della Suite di Respighi che quella dello Stabat Mater di Pergolesi, prevedono la messa in scena a cura del regista Renato Bonajuto: un tableau vivant interpretato da sei danzatori, coreografati da Giuliano De Luca, per dare vita ai celebri dipinti appartenenti a noti pittori novaresi del Seicento, così da creare una drammaturgia strettamente connessa con il testo sacro interpretato dalle voci delle due soliste: si alternano i soprani Miriam Battistelli e Ksenia Bomarsi e i due mezzosoprani Aurora Faggioli e Sofio Janelidze.

Un secondo momento “sacro” della stagione vedrà la partecipazione straordinaria di Monsignor Franco Giulio Brambilla, Vescovo di Novara, che insieme allo storico dell’arte Professor Alberto Cottino, ci guideranno nella platea del Teatro Coccia in un percorso coinvolgente attraverso la descrizione della celeberrima Parete Gaudenziana del Santuario della Madonna delle Grazie di Varallo (venerdì 11 dicembre, ore 21), il tutto incastonato all’interno di momenti musicali che vedono come protagonista il liutista milanese Massimo Lonardi, che eseguirà i brani del primo Cinquecento così da predisporre il pubblico in sala ad accogliere le suggestioni e l’atmosfera dell’epoca storica del pittore valsesiano Gaudenzio Ferrari. Primo appuntamento del Ciclo “da Gaudenzio Ferrari a Tanzio da Varallo a Il Cerano e Filippo Abbiati”, percorso artistico musicale nella Controriforma di Carlo Borromeo e Carlo Bascapè che si snoderà anche nel corso del 2021.

Dalla resilienza nasce la necessità di innovazione. Ciò che va rinnovato è il rapporto tra pubblico e spettacolo dal vivo, va rinnovata la forma e va risvegliata la curiosità.

Curiosità, multidisciplinarietà, inclusione sono gli ingredienti dell’opera virtuale Cassandra, in te dormiva un sogno, su ideazione e musiche di Marco Podda, regia di Daniele Salvo, direzione di Cesare della Sciucca, con la partecipazione di Lidia Fridman nella parte di Cassandra e Melania Giglio nel ruolo di Thanatos, in scena giovedì 26 novembre alle 21, venerdì 27 e sabato 28 novembre alle 18 e alle 21 e domenica 29 novembre alle 16 e alle 21 nella platea del Teatro Coccia.

Un percorso di narrazione musicale, emozione mediata da scene multisensoriali dall’audio alla vista fino all’olfatto. Nella scrittura musicale sono state utilizzate delle strutture sonore vicine alla sensibilità moderna che è plasmata da elementi acustici filmici. La composizione musicale prevede l’utilizzo di strumenti classici sia dal vivo in partitura pre-composta sia registrati in studio, mixati ad effetti e musica elettronica; le due dimensioni, live e registrata, si integreranno per diffondersi nel luogo dell’installazione dell’opera virtuale: la platea senza poltrone. Le performer (attrici, cantanti, vocalist) si esibiscono dal vivo sovrapponendosi alla diffusione ambientale del suono, degli odori e delle immagini; utilizzano registri vocali ed emissioni differenti e talvolta con l’impiego di filtri, riverberi evocoder. La progressione del testo viene ora cantata, ora recitata, ora semplicemente agita. Le sequenze di luci estreme e schermi di videoart rideterminano di volta in volta la porzione dello spazio scenico visuale, creando così un ambiente esecutivo in un continuo divenire.

Cassandra, in te dormiva un sogno è inoltre concepita per essere eseguita in un duplice allestimento, realizzabile senza nessuna modifica o riduzione della partitura originale.

La composizione è stata ideata e realizzata sia per la tradizionale esecuzione acustica dal vivo con orchestra, coro e solisti in un teatro d’opera, sia per la versione tecnologico-mediata che utilizza una commistione di un ensemble live di strumenti acustici e cantanti che interagiscono su una partitura registrata (con utilizzo di amplificazione e diffusori acustici ed olfattivi). Vengono utilizzate anche delle voci “naturali” non liriche, sia in alcuni brevi sezioni a melologo con il recitato accompagnato musicalmente, sia con alcune sezioni cantate.

Ma l’innovazione di quest’opera non si ferma qui: entra in partitura anche la regia olfattiva di Silvia Verderio di Oikos, nuovo partner tecnico del Teatro Coccia, che accanto al compositore Marco Podda, ha creato quattro differenti note olfattive inserite nella drammaturgia dell’opera per facilitare un effetto immersivo totale dello spettatore.

Oikos entra quindi a far parte degli attori del Coccia, e viaggerà con il Teatro durante tutta la stagione per creare una nuova partitura emotiva; oggi con l’essenza creata in occasione dell’apertura di stagione Resilienza, Oikos si presenta a Novara e dà il La alla stagione con eleganti note olfattive di ambra e resine su un fondo di legni preziosi (sandalo, bois de rose, cedro della Virginia) che rimandano a forti valenze simboliche e invitano ad emozioni intense, cariche di charme.

L’opera è realizzata con il contributo di Mirato, main sponsor dell’evento.

A dicembre la platea del Teatro Coccia accoglie una nuova sfida, e il racconto di una sfida: Cinque cerchi in un quadrato (venerdì 18 e sabato 19 dicembre, ore 18 e 21), azione scenica di teatro musicale per voci e attori su testo di Maurizio Boschini e musica di Paola Magnanini, che si snoda tra la proiezione dell’incontro di boxe della finale Olimpica di Tokyo del 1964, vinto dal novarese Cosimo Pinto, commentato dal direttore d’orchestra nonché cronista sportivo, Vittorio Parisi, a dialogo con lo stesso Pinto. Un racconto, firmato dalla regia di William Cisco, incentrato sulla passione come elemento principale per raggiungere le vette più alte sia della musica sia dello sport, e su spunti della vita del pugile novarese.

L’azione scenica si fonderà senza soluzione di continuità con il filmato e con la conversazione a due che ne seguirà, conducendo così per mano lo spettatore all’interno di una sorta di percorso dove immagini, voce e parola diventeranno i riferimenti per orientarsi e ritrovarsi nel racconto della vita di un grande campione.

In scena un’immaginaria conversazione nello spogliato dello Stadio Olimpico, a pochi minuti dalla finale dei medio massimi di Tokyo 1964 tra il pugile Cosimo Pinto e il suo allenatore col quale riflette sulla vita e sulla sua carriera, e sul legame con la sua città. La conquista di una medaglia d’oro, culmine di una dimensione olimpica, si interseca col quadrato non solo di un ring di pugilato, ma con il perimetro di una città come Novara, piccola quanto ricca di valori universali. La vittoria finale diventa un momento celebrato, e rappresenta una doppia universalità di un campione “normale” e per questo pressoché unico. Il dialogo alterna momenti recitati e momenti musicali. I performer sono due voci maschili: un cantante e un attore.

Cinque cerchi in un quadrato e prima ancora Cassandra vedranno impegnato in scena, il frutto della bella collaborazione, scaturito dalla neonata convenzione con il Conservatorio Guido Cantelli: il Giovane Ensemble Guido Cantelli. I giovani studenti del Conservatorio cittadino diventano una ensemble orchestrale che vivrà sul campo gli allestimenti e le produzioni del Teatro Coccia, facendo di questa work experience il punto di forza del progetto.

Work experience alla base anche dei rinnovati corsi dell’Accademia dei Mestieri dell’Opera AMO che a novembre riprende vita con l’attivazione di nuovi percorsi artistici, tecnici e dirigenziali.

Colmare il gap tra la formazione e il lavoro è uno degli obiettivi perseguiti dal Teatro Coccia e di anno in anno l’esperienza attiva di tanti giovani impegnati in prove e allestimenti aiuta a perseguire questo risultato.

L’Accademia AMO 2020/2021 segna anche una nuova partnership, quella con l’Istituto Musicale Brera che ospiterà alcune delle sessioni dei corsi, entrando così a far parte della catena di produzione delle opere che saranno frutto di AMO.

Prosegue inoltre la collaborazione con l’Università del Piemonte Orientale, non solo nel coinvolgimento degli studenti per scoprire dall’interno la macchina teatrale, ma anche come nuovo spazio performativo. Con l’Università si stanno infatti valutando date e luoghi per mettere in scena alcune delle produzioni e portare così il teatro in una nuova dimensione, ancora più a contatto con i giovani e con il futuro.

Parola e musica ne L’arte in tre parole, percorso multidisciplinare per lasciare che la parola racconti tre diversi linguaggi dell’arte: la musica, la danza e la scultura.

Un lungo fine settimana che va dal 30 ottobre al 1° novembre durante il quale verranno presentati tre spettacoli ognuno in doppia replica (alle 18 e alle 21). Comune denominatore un pianoforte che dialoga con le parole di due note “penne” italiane, il giornalista Stefano Valanzuolo e il poeta Davide Rondoni.

Apre il ciclo “Maestro sarà lei!” ovvero i tormenti del giovane Gershwin (venerdì 30 ottobre al Piccolo Coccia), testo e voce recitante Stefano Valanzuolo, accompagnato dal pianista Fiorenzo Pascalucci; la storia racconta in forma di melologo l’incontro tra Ravel e Gershwin.

Per il secondo giorno la parola passa alla danza e alla voce e al testo di Davide Rondoni con le pagine del suo libro Noi, il ritmo. Taccuino di un poeta per la danza (e per una danzatrice) in scena nell’Arengo del Broletto sabato 31 ottobre: al pianoforte Riccardo Bisatti, coreografie di Barbara Gatto. Insieme creeranno una performance inedita, un nuovo evento nel cuore della città.

Chiude il mini ciclo Concatenationdomenica 1 novembre nell’Arengo del Broletto, nuovamente un testo inedito di Davide Rondoni fuso con la musica scritta ed eseguita da Federico Longo e le immagini proiettate delle opere dello scultore Jago. Poesia e musica per entrare e viaggiare nel prodigio dei prodigi: la vita è, prende forma, attraversa metamorfosi e invenzioni, ritorni e stupori. La vita è forma o non è, lo sanno gli artisti, le madri, coloro che soffrono e che amano. Un incontro di forme per la ricerca della gloria segreta della vita.

Ultima novità per la stagione autunnale è la coproduzione con l’Opera Giocosa di Savona de L’Ammalato Immaginario. Intermezzo di Leonardo Vinci - opera da camera eseguita nell’Arengo del Broletto venerdì 20 e sabato 21 novembre alle 18 e alle 21 e domenica 22 novembre alle 16 e alle 21. Messo in scena la prima volta il 4 novembre 1726 nel Teatro San Bartolomeo di Napoli tra gli atti di L’Ernelinda (melodramma serio ambientato nel Regno di Norvegia) su libretto di Antonio Salvi, ispirato all’omonimo capolavoro di Molière. Matteo Peirone firmerà una regia brillante e vulcanica con un allestimento fatto di luce ed oggetti di scena, coniugando con lievità e con il sorriso un’ambientazione settecentesca con i costanti rimandi all’attualità. L’Ammalato Immaginario tratta dell’ipocondria e della relazione con il medico e la medicina in generale. È il titolo che meglio si presta ad affrontare con leggerezza e ironia un tema attuale e fortemente sentito quale la pandemia ancora in corso.

L’Intermezzo è stato arricchito alla maniera barocca con l’inserimento di alcune “arie di baule” (Mozart e Donizetti), “preludi” (Vivaldi) e testi teatrali recitati dal servo Lesbino che andranno a completare, in perfetta ritmica, la partitura del terzo atto andata perduta.

L’Ensemble del Conservatorio Cantelli di Novara sarà diretto da Massimiliano Piccioli; in scena il basso Matteo Peirone e il soprano Linda Campanella.

La vicenda narra degli stratagemmi della vedovella Erighetta che per sposare Don Chilone, maturo possidente affetto da ipocondria, finisce addirittura per travestirsi da medico; la scaltra donna lo raggira consigliandogli il matrimonio come unico rimedio salvifico per evitare la morte. La musica di Leonardo Vinci è immediata, melodica, e molto godibile.

La programmazione si arricchisce di un evento extra-ordinario: venerdì 13 e sabato 14 novembre alle 21.30 al Teatro Coccia (con prove aperte a partire da mercoledì 11 novembre): 24.12.2016 Papa watch me fly, un’operazione assolutamente inedita di CM Rhythms & Drums. Una storia in musica tra un padre e un figlio dal 1962 al 2016, firmata dalla direzione Artistica di Claudio Mazzucchelli, Andrea Pollione – questi anche autori degli arrangiamenti musicali -, Fabio Chirico e Pietro Pizzi e dalla regia di Claudio Mazzucchelli, Alessandro Bertulessi, Francesca Chiappini, Iliana Ceccarello, Nicola Locritani, Francesca Varasi, Marco Gervasio.

Un lavoro che pone al centro dell’attenzione l’utilizzo di nuovissime tecnologie nell’ambito della realtà virtuale, dagli ologrammi alla realtà aumentata e alle possibilità immersive dello spettatore attraverso il controllo elevato della direttività sonora che genera un allargamento del fronte percettivo fino alla totale immersione a 360° per creare emozione e sperimentare nuove applicazioni di moderne tecnologie in ambito teatrale. 

24.12.2016 Papa watch me fly è il titolo di quest’opera multidisciplinare dove il pubblico sarà protagonista fin dai primi giorni di allestimento e di prove di insieme, sedendo tra i professori d’orchestra e camminando in platea per fruire in modo totale dell’emozione della live performance.

In scena la Compagnia Colonna Pole & Postural Performance, Aria Areal Perfomers, Coro Golden Guy’s, Matteo Spina, Walter Calafiore, Giuseppe Ravizzotti. Direttore dell’Orchestra Andrea Pollione.

Infine in occasione dell’Opera World Day 2020, programmato per domenica 25 ottobre, il Teatro Coccia risponde all’invito di partecipare con contenuti che aiutino nella missione di divulgare l’opera lirica nel mondo, quest’anno attraverso il web. Per questa ragione nella giornata del 25 ottobre Alienati. Opera Smart Working torna fruibile gratuitamente per 24 ore sulla piattaforma OnTheatre inserendo il codice OPERAWD20 al momento dell’acquisto.

L’opera della pandemia”, come la definì dopo le prime 48 ore di visione un quotidiano spagnolo, ha registrato nei giorni tra il 2 e il 4 giugno 2020, al suo debutto, oltre 17.000 impresions. Ossia sono oltre 17.000 le volte in cui i video (che sono in totale 9, tra vari bivi e finali) sono stati aperti e visualizzati. L’80% hanno visto la storia per intero, in tutto il suo dipanarsi.

Dopo l’Italia, che copre la percentuale più alta della provenienza delle visualizzazioni, seguono la Svizzera, la Spagna, la Germania, il Giappone, l’Austria, gli Stati Uniti e la Russia. Visualizzazioni, seppur in numero ridotto, anche da Cile, Corea, Messico, Venezuela, Svezia, Finlandia… E molte altre in tutto il mondo, in totale da 43 Stati.

Tecnologia, sostenibilità e sicurezza. Sarà possibile scaricare i libretti delle opere online in un’area dedicata sul sito della Fondazione Teatro Coccia.

Parallelamente alla costruzione del calendario per il 2021 da vivere in teatro, la direzione del Teatro Coccia sta sviluppando nuovi contenuti visibili via web. Pensare in parallelo a stagioni e palinsesti per chi è vicino e per deve stare distante è il nuovo obiettivo del Coccia, che trova nuovi spunti per adattarsi agli scenari possibili e rimanere in contatto con il pubblico.

I biglietti saranno in vendita a partire da mercoledì 14 ottobre presso la biglietteria del teatro e sul sito www.fondazioneteatrococcia.it. Biglietti dai 5,00 ai 10,00 euro.

A causa dell’emergenza sanitaria e dei lavori di ristrutturazione, non è possibile utilizzare la prelazione abbonamenti in questa prima parte di stagione. La prelazione resterà comunque valida. Si darà comunicazione non appena sarà possibile utilizzarla in future programmazioni. 


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