NOTE DEL DIRETTORE
Forse non è un caso che nello spazio di pochi mesi mi capiti di dirigere opere in prima esecuzione che abbiano come tema, diretto o indiretto, un femminicidio o comunque un approfondimento sulla condizione della donna in tempi diversi. Ma se in un altro caso si trattava puramente di un fatto di cronaca e della sua relazione con le distorsioni dei nostri tempi, Donna di Veleni si riferisce a un ipotetico evento di un'altra epoca, a una donna violata, alla sua vendetta, al riscatto e alla trasformazione nella rinuncia alla vita di chi l'ha violata senza poterne avere l'amore. Il tutto con l'enigmatica presenza del personaggio del titolo a cui entrambi si rivolgono per avere un filtro e a cui Donna di Veleni offre soprattutto una scelta. Marco Podda ci offre con questa partitura un'opera corale a forme chiuse che opera nel rispetto della tradizione senza lasciarsene ingabbiare. I protagonisti sono minuziosamente descritti musicalmente nella loro psicologia, la scrittura vocale è sì ardua ma mai puramente accademica e quella orchestrale ad essa collegata pur nella sua originalità timbrica. La presenza del coro, spezzata in vari personaggi, percorre tutta la partitura come un filo rosso e ne sostiene la drammaturgia. Interessante notare come in un periodo storico in cui spesso la scelta di un soggetto storicamente, e quindi emotivamente, a noi vicino decide il successo o meno di una operazione al di là dei suoi meriti musicali effettivi, Podda abbia scelto una storia che è contemporanea solo nei suoi significati ma che lavori più sui risvolti psicologici che non sulle facili emozioni.
(Vittorio Parisi)